Percorso

Comunali Genova, tavolo di coalizione del centrosinistra nel weekend: programma e poi candidato

Il Pd pronto a convocare le forze già sentite in questi giorni. I sondaggi premiano Sanna e Pinotti ma l'opzione civica è quella più percorribile, ad esempio con la docente Del Borghi

pinotti del borghi

Genova. Conclusi almeno formalmente gli incontri con le forze della coalizione, il Pd di Genova è pronto a convocare partiti e formazioni civiche attorno a un tavolo plenario per certificare il “perimetro” dell’alleanza, definire un programma condiviso e decidere come arrivare al nome del candidato, o della candidata. La notizia è che questo nuovo passaggio all’interno del centrosinistra, in vista delle prossime elezioni comunali a Genova, avverrà molto a breve, forse già questo sabato 25 gennaio.

Il segretario metropolitano, Simone D’Angelo, invierà nelle prossime ore gli inviti ufficiali ai vari soggetti titolati a presenziare all’assemblea chiesta a gran voce, peraltro, da alcuni degli attori della partita. Proprio in queste ore Italia Viva, con il presidente regionale Eugenio Musso, ha diramato una nota in cui invita a parlare di contenuti e a cessare con i balletti su nomi e correnti.

Programma e poi nome, le primarie non sono all’ordine del giorno

Il percorso di condivisione su metodo e temi voluto dalla segreteria del Pd prosegue, quindi, nonostante le fughe solitarie come quella di Armando Sanna, capogruppo dem in Regione e mister preferenze alle ultime regionali. L’ex sindaco di Sant’Olcese insiste sulla propria disponibilità a candidarsi e ha rilanciato l’ipotesi delle primarie. Ma al momento, al netto di aperture diplomatiche (Andrea Orlando) e stop decisi (il segretario regionale del Pd Davide Natale) l’opzione non è all’ordine del giorno.

D’Angelo e con lui il comitato politico del Pd, soprannominato dei “saggi”, che ha portato avanti le consultazioni in questi ultimi 10 giorni sono possibilisti sulla capacità della coalizione di arrivare presto a una sintesi, sia essa più o meno condivisa, sul programma e – a cascata – sul ventaglio dei papabili candidati.

Sui temi cruciali come Skymetro, termovalorizzatore, funivia, sociale, lavoro, povertà, manutenzioni c’è una sostanziale unità di intenti e questo, secondo i più ottimisti nel Pd, metterebbe in secondo piano sia la necessità di esprimere una figura con tessera di partito in tasca sia di puntare su un nome iperconosciuto.

L’impasse sui nomi, tra sondaggi e “civici” ancora in gioco

Una convinzione che, forse, in questa fase, permetterebbe di uscire dall’impasse creata su alcuni dei nomi finora in gioco: Armando Sanna, Roberta Pinotti, Federico Romeo, Alessandro Terrile, tutti – per un motivo o per l’altro – non graditi a una o all’altra forza della coalizione. Al tempo stesso, almeno a livello formale, l’unico niet ufficialmente espresso nei confronti di “funzionari di partito” è quello di Azione, pronta a correre da sola, almeno al primo turno. Il M5s ha proposto una propria candidatura, quella dell’ex europarlamentare Tiziana Beghin ma senza imporre ultimatum in caso di altre scelte.

Per il resto, tra i “no grazie” e le ipotesi mai veramente prese in considerazione, non sono molti i nomi “civici” rimasti in gioco. Tra le carte ancora in piedi, c’è quella con il volto di Adriana Del Borghi, prorettrice e docente dell’Università di Genova, esperta di sostenibilità e gestione dei rifiuti, in passato anche membro del cda di Amiu. Del Borghi era intervenuta, nel corso della campagna elettorale per le regionali, all’incontro pubblico al teatro Stradanuova voluto da Andrea Orlando per raccogliere idee e spunti per il programma. Nel 2019 era stata nominata componente della commissione Via-Vas del ministero dell’Ambiente (ministro Costa, governi Conte 1 e 2).

Scendono le quote di altre figure, come l’economista Maurizio Conti, vicino al Pd – giovedì pomeriggio presenterà il suo libro “La Liguria è ancora una regione del nord?” al circolo democratico delle Vigne – ma come anche Walter Massa, presidente nazionale dell’Arci, anche lui domani pomeriggio a Genova per un incontro della Cgil alla presenza di Maurizio Landini. Hanno già declinato altre figure come l’ex assessora e manager del turismo Carla Sibilla.

Da capire cosa succederebbe, ad ogni modo, se alla fine il Pd – sulla base del 30% delle preferenze ottenute da solo a Genova alle regionali di ottobre – decidesse comunque di imporre un proprio esponente. La suggestione è tornata d’attualità dopo il sondaggio pubblicato dall’emittente Primocanale e che vede spiccare i già citati Roberta Pinotti e Armando Sanna rispetto ad altre figure come Federico Romeo, Tiziana Beghin e Alessandro Terrile. L’ex ministra della Difesa sarebbe la figura preferita da un elettorale di centrosinistra, mentre Sanna sarebbe il più “conosciuto” in una base non suddivisa per preferenza politica.

Al momento, però, l’impressione è che il Partito Democratico non abbia alcuna intenzione di forzare sui nomi, nella consapevolezza che “la coalizione è più importante del candidato”, dicono diversi maggiorenti, e nell’auspicio di arrivare prima degli avversari del centrodestra a chiudere la partita, comprendendo anche il risiko dei municipi.

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