Genova. Inizia una settimana decisiva per il candidato sindaco del centrosinistra alle prossime comunali. “Lo avremo il prossimo weekend? Forse anche prima“, sorride qualche dirigente di partito dopo l’incontro di stamattina nella sede del Pd in via XX Settembre tra tutte le forze politiche e civiche della coalizione. Al tavolo si sono seduti Pd, Psi, Genova Civica, M5s, Europa Verde, Sinistra Italiana, Linea Condivisa-Lista Orlando, Italia Viva e altre formazioni. Tutti tranne Azione, che per ora mantiene la riserva: il partito di Carlo Calenda deciderà se far parte della squadra in funzione del nome che verrà proposto dal Pd.
“Stiamo rispettando il cronoprogramma – conferma Simone D’Angelo, segretario metropolitano del Pd -. La coalizione c’è, il confronto procede con ottimismo e convinzione che stiamo facendo bene. Da lunedì il lavoro va avanti per sintetizzare in dieci punti chiari e condivisi l’evidenza di questa sintonia sul programma. L’obiettivo che ci siamo dati è arrivare a una proposta per il candidato o la candidata alla fine della prossima settimana, compresi i nove candidati presidenti dei Municipi. La nostra volontà è sottoporre una proposta che sia la più unitaria e competitiva possibile, il che non significa che vogliamo imporre un nome a prescindere da tutto e poi chi ci sta ci sta. Non sarebbe neanche nella nostra cultura”.
Insomma, il perimetro della coalizione per ora è il più largo possibile (M5s compreso) con la sola eccezione dei centristi di Azione, pronti anche a correre da soli con la loro segretaria regionale Cristina Lodi: “Ribadiamo che per noi il nome è fondamentale – rimarca la consigliera genovese -. Usciamo dall’esperienza delle regionali in cui il nostro elettorato non ci è venuto dietro e non abbiamo eletto nessuno, è inevitabile fare una riflessione”. Si ribadisce un secco no ai “funzionari di partito”, come aveva chiarito lo stesso Calenda a Genova: “Possono essere anche figure politiche, ma che incarnino di più i valori del riformismo popolare centrista“, specifica Lodi.
D’Angelo però manifesta una “ragionevole positività” sul fatto che “il candidato possa dare piena agibilità all’adesione di Azione“. Una frase che, di per sé, eliminerebbe dal ventaglio il nome considerato finora più forte, quello di Alessandro Terrile, che piace anche alla sinistra civica vicina ad Andrea Orlando, mentre sarebbe sgradito ad altre forze come il Movimento 5 Stelle. In ballo, com’è noto, ci sono pure Armando Sanna e Federico Romeo, due profili senz’altro più vicini al mondo riformista: il primo – che si è detto pubblicamente disponibile a scendere in campo – ha ricevuto pure un’ironica investitura da Marco Bucci, che lo ha invitato provocatoriamente a candidarsi come vicesindaco del centrodestra.
L’alternativa è mettere sul piatto una figura civica, magari vicina all’universo Pd ma senza tessera, in grado di tenere insieme diversi mondi. Le ipotesi nelle scorse settimane si sono sprecate e una delle poche rimaste in piedi corrisponde ad Adriana Del Borghi, prorettrice e docente dell’Università di Genova, intervenuta ad alcuni eventi di Andrea Orlando e coautrice del pamphlet presentato dal gruppo di Andrea Acquarone e Marco Montoli (con la benedizione dell’ex sindaco Marco Doria). Altri papabili, come il presidente nazionale dell’Arci Walter Massa e l’ex assessora Carla Sibilla, sono stati sondati ma hanno gentilmente declinato l’offerta.
A margine della vertice di oggi c’è anche chi è rimasto perplesso, come il gruppo di Acquarone, “nel constatare come si continui a rimandare lo scioglimento dei nodi fondamentali (candidato e temi) che determinano l’ampiezza della coalizione”. Anche per questo annunciano “una riunione con diversi gruppi civici e movimenti di diverse sensibilità, il 30 gennaio, per valutare la situazione e decidere collocazione e modalità di contributo e partecipazione”.
Si dichiara ottimista invece Gianni Pastorino di Linea Condivisa, consigliere regionale della Lista Orlando, che però avverte: “Non si devono ripetere gli stessi errori del 2022. Lunedì bisogna arrivare con lo schema pronto anche per i Municipi, ponendo attenzione all’equilibrio di genere”.
Il rebus, dunque, sembra ancora difficile da sciogliere, ma perlomeno le regole d’ingaggio sarebbero chiarite, col campo finalmente sgombro da ipotesi suggestive come le primarie che avrebbero rivoluzionato le carte in tavola. Entro metà febbraio – questo è l’auspicio – centrosinistra dovrebbe avere la sua pedina pronta a confrontarsi col centrodestra, che – ben lungi dall’essere immune da tensioni interne – ha già iniziato de facto la sua campagna elettorale con Pietro Piciocchi.
leggi anche

Comunali Genova, Azione: “Nome del candidato necessario a decidere se aderire alla coalizione”
