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Comunali Genova, Calenda (Azione): “Se il candidato è un funzionario di partito pronti a correre da soli”

Alle Regionali il partito aveva sostenuto Orlando e il centrosinistra: "Non ha funzionato". Centro in fibrillazione a Genova dopo la nascita del nuovo gruppo a palazzo Tursi

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Genova. Giornata piuttosto pepata quella di oggi per il centro (politico) genovese nell’ambito del percorso verso la definizione degli schieramenti alle prossime elezioni comunali.

A distanza di poche ore dall’annuncio dei tre ex esponenti di centrodestra Viscogliosi, Costa e Gozzi della creazione di un gruppo in consiglio comunale (“Progetto al centro”) nell’alveo del centrosinistra, è Carlo Calenda in persona, a far capire che l’altra gamba centrista – Azione – non starà a guardare.

All’indomani delle consultazioni con il comitato politico del Pd, Calenda – intervenuto a un partecipato convegno sull’industria a Genova – chiarisce la posizione di Azione: “Noi siamo stati ad ascoltare ma dipende molto dal Pd, non è chiaro quello che vogliono fare, quello che mi sembra dobbiamo evitare è candidare l’ennesimo funzionario di partito che poi, come avvenuto alle regionali, perde perché non rappresenta un pezzo di mondo che non si riconosce in quella figura”.

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Il riferimento è ovviamente ad Andrea Orlando, mai pienamente digerito da Calenda nonostante il sostegno di Azione al “campo progressista” concesso alle ultime regionali. Oggi, quindi, sembra profilarsi una situazione speculare a quella di settembre: allora era stata Italia Viva a tenersi fuori dal centrosinistra, a questo giro è Azione a essere pronta a una corsa autonoma (perlomeno al primo turno) in caso di attriti non sanabili.

“Non so cosa fa Italia Viva perché dipende dalla giornata – ironizza Calenda, che aggiunge – dal punto di vista di Azione, posso dire che non siamo mai stati nel campo largo, la scorsa estate abbiamo fatto una scelta che è stata molto sofferta anche per il nostro elettorato, che è di centro, Orlando incarna una sinistra ‘molto sinistra’, è un uomo che è stato sempre e solo funzionario di un partito, e io credo che quel tipo di candidatura non funzioni più”.

Calenda va oltre e stringe il cerchio sull’anti-identikit del candidato sindaco in vista delle comunali a Genova: “I nomi che girano non ci convincono, crediamo che non debbano essere persone riconoscibili per attività di partito, tantomeno dentro il porto perché non mi sembra proprio il caso”. Il riferimento di Calenda è evidentemente ad Alessandro Terrile, ex segretario provinciale Pd il cui nome è circolato come possibile candidatura a sindaco ma che è finito – se non giuridicamente, mediaticamente – nella maxi inchiesta della procura su politica e porto.

“Noi abbiamo qui un gruppo di persone molto in gamba a partire da Cristina Lodi – continua il leader di Azione – e quindi valuteremo tutte le opzioni tra cui anche quella di fare una corsa da soli, che raggruppi un mondo pragmatico, che non ha voglia di imbarcarsi in lotte ideologiche, vediamo, per ora non si capisce un granché, quello che è successo alle regionali deve esserci di insegnamento, il fatto che una roba troppo spostata a sinistra che non ha la capacità di parlare a un mondo importante moderati, liberali, popolari, rischia di riconsegnare la città alla destra esattamente come in regione dove nonostante la vicenda di Toti e il patteggiamento alla fine la candidatura di Orlando non ha funzionato”.

Anche Cristina Lodi, che resta capogruppo del Misto a Tursi – “mi hanno chiesto di entrare nel nuovo gruppo ma non è ho bisogno perché io sono sempre stata qui e la mia posizione, all’opposizione, è molto chiara, io non sono mai stata con il centrodestra” – chiede al Pd di fare uno sforzo per produrre un nome condivisibile “ma soprattutto che sia in grado di vincere, non possiamo pensare di ripetere gli stessi errori del passato, poi capiamo che sia legittimo che siano i dem, con il 30% delle preferenze, a proporre una figura ma la propongano”.

Calenda conclude e ribadisce: “Bisogna fare molto in fretta altrimenti noi dovremo fare la nostra scelta come abbiamo sempre fatto, a livello cittadino contano molto le qualità della persona e dei programmi, molto più che alle regionali e su questo ci sentiamo di misurarci. Certo, potremmo correre da soli e ci stiamo riflettendo seriamente”.

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