Genova. “No omofobia, basta aggressioni” e ancora “la discriminazione è una scelta politica”: sono solo alcuni degli slogan risuonati sabato pomeriggio tra il centro città e i vicoli in occasione del presidio e della passeggiata organizzati da Liguria Pride, Arcigay e Agedo in solidarietà al ragazzo di 25 anni aggredito in piazzetta Embriaci perché gay.
I partecipanti all’iniziativa si sono dati appuntamento in largo Pertini, davanti al Carlo Felice per una serie di interventi: “Ogni volta che la vostra professionalità è messa in dubbio nel contesto di lavoro per la vostra identità di genere o per il vostro orientamento sessuale, anche questa è violenza – è stato il discorso di una delle partecipanti alla manifestazione – Ogni volta che sentite battute, che vi sentite svalutati, anche questa è violenza. Ogni volta che vi sentite a disagio durante una visita medica perché niente di ciò che viene chiesto o detto è appropriato, ogni volta che vi fanno sentire inadeguati o privi di valore, anche questa è violenza”.
Poi il gruppo si è diretto verso il centro storico sventolando bandiere arcobaleno e reggendo striscioni, un serpentone compatto che è arrivato in piazzetta Embriaci per “riappropriarci di questo spazio”, in sottofondo le note di Annalisa e Lady Gaga ma anche Bella Ciao.
L’aggressione omofoba durante un venerdì sera nei vicoli
L’aggressione omofoba risale allo scorso 17 gennaio. Il giovane è stato aggredito da tre ragazzi che dopo la sua denuncia sono stati identificati: si tratta di due italiani e di un sudamericano di età compresa tra 25 e 30 anni, che dovranno rispondere di lesioni con l’aggravante della discriminazione, come previsto dall’articolo 604 ter del codice penale (ex legge Mancino). Il ragazzo ha raccontato di essere stato preso di mira dal gruppetto mentre passeggiava per i vicoli con due amici, sbattuto contro un muro e preso a pugni per il suo orientamento sessuale.
L’episodio era approdato anche in consiglio comunale, dove la maggioranza di centrodestra si è spaccata su un ordine del giorno contro l’omotransfobia, presentato da Cristina Lodi (Misto) e sottoscritto da tutta la minoranza (tranne Mattia Crucioli di Uniti per la Costituzione) e dai gruppi di Vince Genova e Genova Domani, ma non dagli altri gruppi di centrodestra.