L'udienza

Morto per 80 dosi di insulina invece di 8: due medici e l’infermiera che la somministrò puntano allo sconto di pena

Entro il 30 aprile sceglieranno se patteggiare o fare l’abbreviato. Gli altri tre infermieri invece andranno a processo

ospedale galliera

Genova. Tutti a giudizio i medici e gli infermieri accusati di omicidio colposo per la morte di un uomo di 70 anni a cui per errore all’ospedale Galliera erano state somministrate 80 dosi di insulina invece di otto. Lo ha deciso la giudice Milena Catalano anche se tre di loro hanno già optato per il rito alternativo: potrebbero patteggiare o chiedere il giudizio abbreviato, con l’udienza fissata al 30 aprile

Il decesso era avvenuto a gennaio del 2022. L’uomo, G.B. era entrato in coma ed era morto 16 giorni dopo. La tragedia era stata causata da un errore, un refuso , nel trasferimento della terapia dal diario clinico del paziente al software su cui vengono annotate le terapie da somministrare ai degenti.

A scegliere una delle strade che, in caso di condanna, consente uno sconto di pena, sono il medico che materialmente ha compiuto l’errore nell’inserimento del dosaggio della terapia, l’infermiera che l’ha somministrata e il medico del turno successivo.

Hanno invece scelto di andare a processo i  i tre infermieri che si sono succeduti nel turno avrebbero dovuto secondo l’accusa “in autonomia” verificare il livello della glicemia. I loro difensori (Antonio Rubino, Alessandro Cecon e Alessandra Baudino) sostengono tuttavia che visto che il paziente non aveva sintomi da ipoglicemia e e dal diario clinico non risultavano anomalie nella prescrizione, il protocollo non imporrebbe un controllo glicemico visto che il paziente non era diabetico ma l’insulina gli era stata prescritta un’iperpotassiemia (livello troppo alto di potassio nel sangue) causata da un’insufficienza renale.

La moglie della vittima è stata nel frattempo risarcita mentre il figlio e il fratello dell’uomo si sono costituiti parte civile nell’udienza di questa mattina.

Inizialmente la pm Daniela Pischetola aveva indagato solo il medico che ha compiuto l’errore materiale e l’infermiera che “acriticamente” secondo l’accusa aveva somministrato la dose letale al paziente, ma la consulenza tecnica svolta dalla medico legale Camilla Tettamanti aveva invece convinto la Procura a estendere il numero di indagati per la morte dell’uomo al medico del turno successivo che avrebbe dovuto rendersi conto della somministrazione segnata sul software e iniettata al paziente, e ai tre infermieri che si sono succeduti nel turno che avrebbero dovuto “in autonomia” verificare il livello della glicemia.

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