Genova. “Ogni volta che passiamo di lì, ad ogni curva ci troviamo di fronte alla morte. Non è possibile che nessuno faccia nulla, bisogna fermare questi comportamenti assassini“. Questo lo sfogo di alcuni motociclisti che tornano a denunciare la situazione nel tratto tra Voltri e Arenzano della Aurelia, l’arteria che attraversa la nostra regione e che spesso diventa una “autostrada bis” vedendo sfrecciare ad ogni ora del giorno e della notte tir e mezzi pesanti.
Camion che troppo spesso, vuoi per necessità di servizio, vuoi per leggerezza, la fanno da padroni, mettendo a rischio sé stessi e, soprattutto, automobilisti e motociclisti di passaggio con manovre al limite del codice penale. “Abbiamo monitorato la situazione per settimane – ci racconta Anna Maria – abbiamo raccolto del materiale video e delle foto che testimoniamo la disinvoltura con cui questi mezzi sfrecciano sull’Aurelia, tagliando le curve e ingombrando spesso entrambe le corsie“.
Una condotta di guida che mette a rischio quotidianamente decine di persone, spesso inconsapevoli di dover affrontare un viaggio così rischioso. “Dopo la caduta di ponte Morandi la situazione è peggiorata sensibilmente – ci spiegano i riders – l’A10 come sappiamo è tempestata di cantieri, e la Statale diventa l’alternativa per raggiunger il porto in caso di chiusure, code o congestionamenti. Decine di bisonti di acciaio che sfiorano macchine e moto che hanno la sola colpa di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato”.
Una situazione che in questi anni ha fatto da cornice a diversi incidenti, anche mortali, come quello avvenuto nell’agosto del 2022, dove perse la vita un ragazzo di 25 anni, che con la sua macchina si schiantò contro un camion che sopraggiungeva nella direzione opposta. Un incidente che ha poi lasciato un lungo strascico processuale ancora da terminare, oltre ad una famiglia distrutta.
“Deve essere fatto qualcosa, devo essere fermati questi tir della morte – continuano i motociclisti – anni fa esistevano dei divieti che oggi forse sono stati rimossi per le esigenze di viabilità ma che oggi sono fondamentali per la sicurezza di tutti. Non vogliamo piangere altri morti, non vogliamo la libertà di viaggiare in sicurezza senza lanciare il dado ad ogni curva“. Una determinazione che non finisce con le parole: “Siamo in tanti, siamo arrabbiati – conclude Anna Maria – e siamo pronti a mobilitarci per trovare una soluzione a questi continui omicidi sfiorati”. Prima che sia troppo tardi per davvero.