Genova. La rigenerazione urbana dell’area ex Facchini di Certosa scalda i motori e inizia a mettere a terra le prime immagini di quello che potrebbe essere il futuro di questa grande area nel cuore della Val Polcevera oggi dismessa e vuota. Sono tre, infatti, gli scenari che questo pomeriggio l’amministrazione civica ha presentato alla cittadinanza nel corso di una assemblea pubblica organizzata presso la casa di quartiere, gremita per l’occasione, facendo seguito al processo partecipato del 2023 svolto sul territorio da associazioni e residenti.
I tre scenari ricalcano due direzioni di indirizzo e poi la loro sintesi. Il primo scenario prevede una ricostruzione legata essenzialmente alla scuola e alla educazione: oltre al liceo sperimentale, la cui realizzazione è stata oggetto del recente accordo quadro tra ministero, Comune di Genova e l’associazione Alpim, ideatrice del progetto, nelle carte si ipotizza la realizzazione di asilo nido, scuola infanzia, secondaria di primo grado e di un istituto tecnico superiore. Oltre a ciò uno studentato, un parco pubblico, auditorium e 65 posti auto. La peculiarità sarebbe quella che le scuole sarebbero realizzate all’interno degli edifici industriali considerati storici, e che quindi non saranno abbattuti.
Il secondo scenario, invece dell’asilo nido prevede un hub costituito essenzialmente da spazi dedicati alle start up, spazi sportivi e spazi per uffici e imprese, oltre a 250 posti auto. Il terzo scenario di fatto è una sintesi dei due precedenti, e mette insieme il percorso partecipato del quartiere, i suggerimenti dei comitati, il Masterplan e il recente accordo di programma del Distretto educativo dell’innovazione, comprendendo quindi la parte scolastica in nuovi edifici, un parco più ampio, spazio per le star up e il coworking, togliendo però lo studentato e l’istituto tecnico superiore.
Tutte e tre le ipotesi “hanno tenuto conto di alcuni punti fondamentali – hanno spiegato gli architetti Luca Dolmetta, in forza al Comune di Genova, e gli architetti dello studio Iotti Pavarano architetti e Mancino Architettura del Territorio – tra cui il mantenimento dell’identità dell’area, con il recupero e conversione degli edifici industriali tutelati, un mix funzionale per tenere vivo questo luogo sempre, sostenibilità ambientale e economica e in ultimo ma non per importanza il potenziamento del tessuto abitativo e commerciale”.
L’incontro pubblico è stato presieduto dal vicesindaco Pietro Piciocchi che ha rassicurato sull’acquisizione dell’area, attualmente ancora di Rfi: “Abbiamo chiesto a Agenzia delle Entrate di valutare l’area, quello sarà il prezzo – ha sottolineato – credo che entro marzo 2025 si dovrebbe chiudere questa partita per poi poter partire con la progettazione definitiva e successivamente con i lavori. Con il ministro abbiamo firmato l’accordo di programma che prevede l’apertura del liceo sperimentale nell’anno scolastico 27/28, e questa è una data certa che rispetteremo. Dopo questo incontro, ne seguiranno altri, l’idea è quella di sviluppare questo grande progetto di rigenerazione urbana in collaborazione con il tessuto urbano del quartiere”.
“Il discorso sulle start up è da rivedere, il Bic di Cerosa stenta, e non vogliamo doppioni – ha sottolineato il presidente di Municipio V Federico Romeo – Sul liceo sperimentale vogliamo dire la nostra, a prescindere dall’accordo quadro firmato con il ministro, mentre deve essere fatto un ragionamento approfondito sulla compatibilità tra tessuto urbano e linea ferroviaria. Un nodo che tiene in scacco il quartiere a prescindere dall’area Facchini. E poi il commercio. Il quartiere si regge sul commercio: e serve un patto sul commercio, visto che l’area sta vivendo un periodo di grave crisi, i negozi chiudono senza che riaprano nuovi spazi”.
“Una riqualificazione necessaria e attesa – ha commentato Marta Vincenzi, ex sindaco di Genova, presente all’incontro – E che era già prevista dall’attuale Puc. Credo che sia necessario fare un bagno di realtà per capire cosa veramente serve al quartiere. Dobbiamo immaginare una realtà nuova, ma basata su fattori reali evitando gli errori che sono stati fatti in passato. Invito gli architetti a pensare gli spazi partendo dai percorsi che le persone fanno e possono fare”.
Qualche perplessità è arrivata riguarda l’oggi: “Servono anche dei parcheggi, nel frattempo che si decide e si trovano i soldi sarebbe il caso di aprire l’aria a dei posti auto”, ha suggerito Enrico D’Agostino, del Comitato Liberi cittadini di Certosa”, mentre diversi cittadini hanno chiesto di poter parlare di come e cosa sarà il liceo sperimentale. Per questo motivo, Pietro Piciocchi ha chiuso rilanciando un nuovo incontro pubblico con il presidente di Alpim Castellano per parlare proprio di questo.