Genova. “I genovesi non ci chiedono di fare cose straordinarie ma di fare bene le cose ordinarie”. Lo ha detto Pietro Piciocchi nel suo discorso di insediamento come vicesindaco reggente del Comune di Genova, dopo la decadenza di Marco Bucci. Un discorso in cui il braccio destro di Bucci in questi sette anni a Tursi ha rivendicato le azioni del governo di centrodestra e ha assicurato i cittadini che l’ente non smetterà di funzionare.
Di area profondamente cattolica, Ha rivelato che, nell’assumere l’incarico, terrà presente come esempio la “la lavanda dei piedi” che si trova nel Vangelo “che mi ammonisce e mi richiama al senso di un servizio radicale, estremo, senza riserve, per la nostra città”. Da candidato in pectore del centrodestra alle prossime comunali, non ha ipotizzato un veloce ritorno alle urne ma ha sottolineato, citando la normativa di riferimento, che “il ruolo del vicesindaco reggente non corrisponde a una carica dimezzata, al simulacro di un sindaco, non esercita un incarico depotenziato perché limitato al solo disbrigo degli affari correnti”.
E anzi ha sottolineato: “Questo governo non esiterà ad assumere decisioni importanti e non rinuncerà ad attuare l’indirizzo politico che gli elettori hanno scelto nel 2022 per questa città, Genova non merita una guida timida, spenta e senza visione”.
Piciocchi ha ringraziato l’ormai ex sindaco Marco Bucci raccontando anche un episodio personale: “Una sera gli dissi che volevo lasciare il Comune per tornare al mio lavoro di avvocato, egli mi chiamò e mi disse ‘tu devi essere onorato di potere servire la tua città, è un privilegio’, fu una lezione di coraggio. Ma, parlando di Bucci, Piciocchi ricorda anche la “lezione di visione” e quella della “fiducia, ai profeti di sventura, ai predicatori del declino inarrestabile il nostro attuale presidente della Regione ha contrapposto il linguaggio della fiducia e della positività”.
Rivendicando il lavoro fatto fino a oggi dalla giunta Bucci, Piciocchi ha detto che il lavoro proseguirà sullo stesso solco: “In coerenza con il nostro percorso, metteremo al centro nei prossimi mesi i temi del lavoro e dello sviluppo economico, del futuro dei nostri giovani, della scuola e dell’attenzione nei confronti di chi è più fragile”. Poi opere pubbliche, cantieri, difesa del territorio, cultura, tradizioni, decoro. Piciocchi ha chiesto il contributo di tutti, “in primis delle consigliere e dei consiglieri comunali“, e ha assicurato la “massima collaborazione all’attività dei nostri municipi, gli avamposti della nostra istituzione nei territori”.
E infine i ringraziamenti, ai “dipendenti e alle dipendenti del Comune di Genova, come al personale delle partecipate” e poi, commuovendosi visibilmente, alla moglie Emma Costa (che, per la cronaca, è una lontanissima parente del neo nominato assessore Enrico Costa ma senza che questo comporti un conflitto di interesse). “Che, nonostante il notevole carico familiare, con generosità mi ha sempre sostenuto in questo mio assorbente lavoro pubblico”.