Genova. L’attesa è terminata: è stato inaugurato il Memoriale delle 43 vittime del crollo del ponte Morandi. Nell’area in cui sorge la struttura, il futuro Parco del Polcevera, sono arrivati per l’occasione autorità, istituzioni e ospiti della cerimonia di inaugurazione.
A tagliare il nastro poco dopo le 11, dopo gli interventi di istituzioni e autorità, è stato Cesare Cerulli, figlio di Andrea Cerulli, una delle vittime del crollo. Una scelta che simboleggia “il futuro – come ha spiegato Egle Possetti, portavoce del Comitato ricordo vittime del ponte Morandi – lui è una parte del futuro, ed è giusto che sia lui a compiere questo gesto simbolico. Noi immaginiamo il memoriale come un ponte che avremo il piacere di percorrere e curare tutti insieme, correttamente, dando esempio di comunità reale. Non è solo un luogo per arccontarte 43 vite spezzate e 43 famiglie distrutte, non è stata una richiesta pretenziosa ma un esempio di lotta al dolore, alla morte, all’oblio, di resistenza, amore e orgoglio, per non permettere che venga mai scritta la parole fine ma resti nelle menti la parola ‘continua‘”.
Egle Possetti: “Giornata molto importante, speravamo tanto di arrivarci”
Proprio Egle Possetti è stata una delle prime persone, insieme con una delegazione di parenti delle vittime, a entrare nel Memoriale ed entrare nella camera immersiva, cuore pulsante della struttura, luogo in cui la tragedia viene rivissuta attraverso suoni, immagini e musica.
“Abbiamo già fatto un primo ingresso, non l’avevamo mai visto finito ed è stato molto emozionante, soprattutto la camera immersiva – ha detto Possetti poco prima della cerimonia – È un giorno molto importante, abbiamo sperato tanto di arrivare a oggi con questa opera completata e che rimarrà nella storia, a testimoniare quello che è avvenuto. Deve esserci continuità e speranza, ed è un po’ lo spirito del progetto dell’architetto: dal memoriale arrivate alla serra, dove c’è vista, luce e un po’ di speranza, la stessa che ci ha accompagnato in tutti questi anni nel portare avanti la nostra battaglia”.
Il presidente della Regione Bucci: “In questo Memoriale dolore, speranza e fiducia”
“Questo Memoriale è un segno di dolore, soprattutto per chi ha perso i propri cari, ma anche di speranza – ha detto il presidente della Regione, Marco Bucci – speranza perché queste cose non si ripetano più e perché si arrivi a un mondo in cui le infrastrutture non danno più questi problemi, e anche un segnale di fiducia nel futuro, perché noi vogliamo una società civile in cui ci sia la possibilità per tutti di vivere e vivere bene.
“Io non sono più sindaco da cinque giorni, ma abbiamo sempre detto che Genova non dimentica e non dimenticherà mai, e questo è il segnale concreto che non lo farà mai. Mi auguro che non sia più necessario costruire questo genere di memoriali, ma quando siamo costretti a farlo significa che vogliamo ricordare, essere vicini a chi soffre e far sì che venga tanta gente a capire queste cose. Condivido l’appello dei parenti delle vittime a venire a visitarlo”.
Il sindaco facente funzioni Piciocchi: “Sarà propulsore per la rigenerazione urbana di questa zona”
“Le emozioni sono tante – ha detto il sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi – ho avuto il privilegio di seguire questo cantiere e mi ha sempre molto colpito la spinta che ha animato tutti perché oggi ci potesse essere questa restituzione. Il Memoriale diventa una testimonianza di verità, presupposto di giustizia che tutti cercano. È una prova di maturità della nostra città, per molti anni questo luogo è stato utilizzato come deposito per la custodia dei reperti, appena è stato liberato dall’autorità giudiziaria siamo partiti con i lavori. Credo sia un’opera iconica e molto significativa da tanti punti di vista. I parenti delle vittime sono i veri committenti, doveva essere un luogo che esprimesse la loro sensibilità e i loro desideri”.
“Lavoreremo nei prossimi mesi – ha concluso Piciocchi – perché sia sempre più attrattivo, un propulsore della rigenerazione urbana di tutta la zona, lavoreremo con le scuole affinché i ragazzi possano fare un’esperienza importante e affinché tutti possano trarre spunti”.
Il viceministro Rixi: “Eccesso di confidenza tra pubblico e privato fa sottovalutare i rischi”
“Il Memoriale è un segno importante per il Paese per ricordare un evento tragico che ha rappresentato un fallimento da parte dello Stato sulla gestione delle concessioni autostradali – ha detto il viceministro alle Infrastrutture e trasporti Edoardo Rixi – in un momento in cui siamo riusciti dopo tanti anni a portare all’approvazione del Parlamento una legge per tutelare le vittime e le famiglie delle vittime in caso di eventi simili a questo, in futuro. Una pagina difficile della storia del nostro Paese a livello infrastrutturale, nel 2018 e poi nel 2019 soprattutto il Paese sbagliando ha deciso di non ricontrattare le regole sulle autostrade, oggi siamo di fronte alla riscrittura di determinate regole delle concessioni”.
“Dovremmo trovare un momento di riflessione con gli attuali concessionari, dobbiamo tutelare la circolazione autostradale, non mettere a rischio la vita dei concittadini e far quadrare gli equilibri di carattere economico finanziario. Ma credo sia oggi simbolicamente un riavvicinamento con il ricordo, doloroso ma necessario. Quando c’è l’incuria, la mancanza di vigilanza e un eccesso di confidenza tra pubblico e privato c’è poi un rischio di mancanza di valutazione del rischio e si contano purtroppo le vittime. Questo è un simbolo per non dimenticare, sembra che a distanza di così tanti anni si stia un po’ dimenticando di cosa è accaduto, anche le forze politiche”.
L’architetto Boeri: “Ci impegniamo affinché rimanga un luogo vivo”
“I parenti delle vittime sono stati per noi un riferimento costante – ha detto l’architetto Stefano Boeri – Non è un museo, è un luogo per trasmettere consapevolezza. Usciti dal tunnel del Memoriale c’è la vista del viadotto di Renzo Piano, ma soprattutto una serra vitale, luogo di rigenerazione, che ci riporta qui. Per noi questo progetto non è finito. La scelta delle famiglie di realizzare un luogo in cui si replicherà il loro dolore è fortissima, ci prendiamo l’impegno che rimanga un luogo vivo“.
Il vicepresidente del consiglio regionale Arboscello: “Momento importante per la costruzione di una memoria collettiva”
“Il Memoriale dedicato alle vittime del Ponte Morandi è un luogo di ricordo e riflessione che onora la memoria delle 43 persone scomparse nel tragico crollo del 14 agosto 2018 – ha detto il vicepresidente del consiglio regionale Roberto Arboscello, anche lui presente alla cerimonia – La giornata di oggi segna un momento cruciale per la costruzione di una memoria collettiva, elemento essenziale per mantenere viva la consapevolezza duratura di quanto accaduto. È fondamentale permettere alle future generazioni di comprendere non solo le tragedie, ma anche gli errori che le hanno causate. Questo Memoriale aiuterà a ricordare le vittime di quella e sarà un monito affinché ciò che è successo si ripeta mai più”.
Com’è il Memoriale e gli orari di visita e apertura al pubblico
Il Memoriale, va ricordato, è composto da un capannone che ospita varie stanze che raccontano da diversi punti di vista la tragedia del crollo, tra documenti, reperti e strumenti interattivi che parleranno della struttura e della sua storia, della macchina dei soccorsi, e dalla serra bioclimatica, che ospita 43 specie diverse di piante, tante quante il numero delle vittime del disastro.
Dopo l’inaugurazione mattutina il pubblico potrà visitarlo subito, fino alle 16.30. Dalla prossima settimana sarà possibile visitare il Memoriale dal martedì al venerdì, dalle 9 alle 13, il sabato e la domenica dalle 10 alle 16.
Possetti e una delegazione dei parenti delle vittime hanno visitato il Memoriale domenica mattina prima dell’arrivo delle istituzioni: “È stato difficile per noi entrare, non abbiamo detto niente. Poi siamo usciti e ci siamo abbracciati – ha detto Possetti commuovendosi, ricordando il momento in cui è entrata nel capannone accolta dai suoni, terribili, del 14 agosto 2018 – È un pugno nello stomaco, ma è anche ciò che volevamo. L’altro elemento materiale, molto importante, che al momento non c’è, sono le macerie originali che saranno depositate qui dopo il dissequestro, a fine processo”.
All’interno dell’ex capannone Amiu riconvertito è stata realizzata una camera immersiva dove i visitatori, sulle musiche messe a punto dal maestro Anzovino, rivivono i drammatici momenti del crollo: “Essere calati lì dentro con la musica del maestro Anzovino che ti avvolge è veramente toccante – ha spiegato Possetti – Poi ci sono immagini che raccontano la storia del Memoriale, dei soccorsi, come hanno raccontato la notizia i media, la storia della vallata e dei suoi abitanti, ciò che hanno passato. C’è poi una sezione dedicata al processo e uno spazio necessario e dedicato alla storia delle vittime e alle loro vite. Da lì il passaggio alla serra come momento di luce, vita, rinascita che speriamo possa avere un senso anche nella nostra vicenda, che ha visto arrivare così in basso tutto, il nostro Stato, i nostri controlli, chi lavorava per la sicurezza, e speriamo che questo possa essere un momento di comprensione e consapevolezza”.
Come previsto nel progetto, è stato ricavato anche uno spazio di raccoglimento dedicato ai soli parenti delle vittime, la “Casa delle famiglie“, dove sarà possibile raccogliersi e conservare ricordi e documentazione.
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