Genova. La Procura di Genova ha chiesto l’archiviazione per il presunto finanziamento illecito da parte dell’imprenditore campano Pietro Colucci nei confronti del comitato Toti. L’ipotesi di reato è infatti nel frattempo caduta in prescrizione.
Colucci, che gestiva nel savonese le discariche di Boscaccio e Bossarino, resta al momento iscritto nel registro degli indagati per corruzione. Ma nel suo caso, come già emergeva dall’ordinanza di custodia cautelare, dalle intercettazioni non sono emersi elementi a carico dell’imprenditore che provino che i finanziamenti al comitato sono stati erogati in cambio di favori. E’ molto probabile quindi che al momento della chiusura delle indagini sul filone bis dell’inchiesta – i pm Luca Monteverde e Federico Manotti contano di farlo a gennaio 2025 – per lui sia chiesta l’archiviazione anche per la corruzione.
Colucci è stato comunque indirettamente un personaggio chiave dell’inchiesta della procura di Genova perché le intercettazioni a carico dell’ex governatore Toti che hanno portato a scoprire il sistema corruttivo sancito dai patteggiamenti che saranno definitivamente siglati il 18 dicembre, sono state attivate proprio grazie a una telefonata intercorsa tra l’allora capo di gabinetto della Regione Liguria Matteo Cozzani (già intercettato nell’inchiesta nel filone sul voto di scambio) e Toti in cui quest’ultimo chiedeva di poter parlare de visu con Colucci in merito ‘alla roba della discarica’.
Tenuto conto della coincidenza temporale tra i finanziamenti di Colucci a Toti (già emersi da una SOS della Banca d’Italia, si tratta di circa 195mila euro elargiti da il 2016 e il 2019), l’attività delle società del Colucci e le relative pratiche in Regione che è competente in tema di gestione dei rifiuti, gli inquirenti avevano inizialmente ipotizzato che quei finanziamenti non fossero dettati da ‘spirito di liberalità’.
Proprio grazie questi sospetti tuttavia iniziano, il 1 settembre 2021, le operazioni di intercettazioni telefoniche a carico di Toti. E già il 7 maggio la gip Faggioni nell’ordinanza di custodia cautelare scriveva: “sebbene non abbiano consentito di trovare ulteriori riscontri all’ipotesi corruttiva inizialmente ipotizzata a carico Giovanni Toti e di Pietro Colucci hanno svelato […] gli ulteriori rapporti corruttivi contestati nel presente procedimento”. Dalle intercettazioni però Colucci era scomparso e proprio per questo dovrebbe a breve essere archiviato da tutte le accuse.