Genova. È stata rimossa la gru da 24 metri che lo scorso 27 novembre è crollata sulla rsa La Camandolina, in via Chiodo, tra Castelletto e il Righi, causando l’interruzione della strada e l’evacuazione della struttura con il trasferimento dei 93 anziani ospiti.
Nei giorni scorsi ciò che resta della gigantesca gru utilizzata per la costruzione del complesso di villette Residenze Altavista, dove un tempo c’era l’istituto ortopedico Liberti, è stato portato via. Restano ora da riparare l’asfalto e la perdita d’acqua che si è venuta a creare con l’urto, poi la strada sarà riaperta e il collegamento tra via del Castellaccio e salita superiore di San Simone ripristinato.
Anziani ospiti in attesa di risposte, proseguono le indagini della procura
Non è chiaro invece quando la rsa potrebbe riaprire. I 93 anziani ospiti, come detto, erano stati trasferiti d’urgenza quella notte in altre strutture, o riaffidati alle famiglie che potevano prendersene cura la sera stessa del crollo, senza però date certe per il rientro in quella che era diventata la loro casa. L’edificio non avrebbe riportato danni strutturali importanti, ma soltanto con la rimozione della gru è possibile analizzarla nel dettaglio e capire se vi siano problematiche che potrebbero ritardare, e di quanto, la riapertura.
Gli accertamenti sul crollo sono stati affidati allo Psal, il nucleo ispettorato sicurezza sul lavoro di Asl 3, e l’indagine è coordinata dal procuratore Francesco Pinto e dal sostituto Giuseppe Longo, che hanno già disposto una perizia. Dai primi rilievi sembra che la gru abbia ceduto perché si sarebbe spezzata la torre metallica che sta alla base della struttura, e gli inquirenti stanno cercando di capire se si sia trattato di un problema di manutenzione – in questo caso a essere chiamata in causa sarebbe la ditta proprietaria, la Galli – o se vi siano stati altri problemi durante l’utilizzo da parte della Filva, l’azienda che la utilizza nel cantiere.
Dal polo di eccellenza ortopedico alla “Residenze Altavista”
Proprio l’apertura del cantiere aveva provocato non poco malumore nel cantiere per la decisione di intervenire sul fianco della collina per costruire le cinque palazzine in un punto tra i più panoramici del quartiere. La costruzione dell’istituto Liberti Poli, il cosiddetto “ospedale dei rachitici”, risale al lontano 1907, e nel corso degli anni da polo di eccellenza ortopedico era stato via via svuotato delle sue funzioni. Nel 2008 la Regione lo aveva venduto alla Cdp Immobiliare.
Oggi l’operazione immobiliare è la Saia Real Estate, che nel 2023 aveva avviato i lavori di scavo. A ottobre 2024 proprio la Saia Real Estate aveva fornito un aggiornamento sull’andamento dei lavori, confermando che “nel cantiere del nostro nuovo, esclusivo progetto i lavori avanzano con regolarità. In via Chiodo la prima palazzina è stata appena ultimata e molto presto verranno completate anche le altre quattro”. A oggi il cantiere è stato in parte sequestrato e i lavori sono fermi.