Genova. È tornato finalmente a casa sua dopo aver vissuto quasi due anni da sfollato Claudio Galia, il residente di via Posalunga scampato alla disastrosa frana del 24 dicembre 2022 quando un enorme masso sceso dal versante ha sfondato la parete del suo salotto rendendo inagibile l’appartamento in cui abitava da sette anni da proprietario. È di tre giorni fa l’ordinanza firmata dal vicesindaco Pietro Piciocchi che revoca lo sgombero dell’immobile all’interno 1 del civico 46 a seguito della relazione tecnica della ditta che ha eseguito i lavori di ripristino, ad esclusione però del giardino di pertinenza che rimane tuttora interdetto.
“Rientrare in queste condizioni non mi rende felicissimo – racconta Galia contattato da Genova24 -. L’appartamento è abitabile, ora però devo trovare il modo di ricomprare i mobili per poterci vivere, visto che in due anni non ho mai avuto alcun risarcimento e ho subito pesanti conseguenze economiche“. Sì, perché oltre al danno, mese dopo mese, è maturata una beffa sempre più grande. “Finora ho sempre dovuto continuare a pagare le rate mutuo, l’amministrazione e 850 euro di affitto al mese. Diversi mobili sono andati distrutti e nello spazio esterno erano stati eseguiti lavori per oltre 30mila euro. In tutto ho perso quasi 150mila euro e non so nemmeno a chi chiedere i danni“.
Sul versante roccioso che minaccia i palazzi di Borgoratti, infatti, è in corso da tempo un contenzioso tra il demanio e la cooperativa che aveva edificato i condomini. I privati avevano rinunciato alla proprietà per abdicazione, ma l’Agenzia del demanio, pur avendo sostenuto le spese per la messa in sicurezza e la ricostruzione delle parti danneggiate, continua a non riconoscere né la responsabilità dell’accaduto né la proprietà dell’area. “Finché non si capisce di chi è la competenza – spiega Galia – non possiamo nemmeno fare causa a qualcuno“.
E così quella casa con giardino, acquistata nel 2017 e completamente ristrutturata, è diventata una condanna per il suo proprietario. Molto prima della frana, che ha trasformato in un incubo la vigilia di Natale per 46 persone, erano rimasti inascoltati numerosi allarmi da parte dei residenti. Per fortuna, già il giorno prima un distacco di materiale lapideo aveva fatto scattare l’allarme e tre appartamenti, tra cui anche l’interno 1 del civico 46, erano stati sgomberati dai vigili del fuoco e interdetti del Comune. Poco dopo, all’alba del 24 dicembre, il boato che ha svegliato gli abitanti e l’evacuazione totale degli stabili coinvolti.
L’ultima ordinanza, oltre a liberare l’appartamento di Claudio Galia, ha revocato l’interdizione per una parte del piazzale e per alcuni box. Resta in vigore la zona rossa per alcuni locali nell’ex cinema con accesso in prossimità del costone ritenuto ancora pericoloso. A riportare il caso in Consiglio comunale era stata a fine ottobre la consigliera Cristina Lodi di Azione e in quell’occasione il vicesindaco Pietro Piciocchi si era preso l’impegno ad accelerare i tempi per ridurre i disagi a carico dei residenti.