Chiavari. Colpo di scena nel Tigullio: il Tribunale amministrativo della Liguria ha accolto il ricorso contro l’autorizzazione rilasciata da Regione Liguria nel 2022 per la costruzione di un nuovo depuratore all’interno della colmata di Chiavari, vicino al porto. La notizia è stata rilanciata dall’avvocato Daniele Granara che in questi anni ha rappresentato in questa causa il “Comitato No al Depuratore nella Colmata di Chiavari” e l”Associazione difesa utenti servizi bancari e finanziari”, senza celare la soddisfazione per una sentenza che da ragione agli oltre 3 mila chiavaresi, e non solo, aderenti ai comitati.
Nel dettaglio il Tar della Liguria ha accolto praticamente tutte le motivazioni dei ricorrenti eccependo al progetto la collocazione dell’impianto non conforme alle prescrizioni di legge per via di una mancata fascia di rispetto di 100 metri da case e luoghi di aggregazione. Ad essere considerato non conforme è stata la localizzazione del camino del depuratore, previsto nel progetto all’interno del porto turistico, vicino a barche e alla nuova casetta dei pescatori. Una progettazione che secondo i ricorrenti era “manifestamente irragionevole ed inopportuna, poiché comporta la presenza di un impianto impattante sotto il profilo paesaggistico ed ambientale nella zona a maggior vocazione turistico-ricreativa del Comune”, e che il tribunale amministrativo ha giudicato come non conforme a livello urbanistico.
Inoltre, il camino dell’impianto si troverebbe in un’area demaniale, cosa che richiederebbe il rilascio di una apposita concessione di occupazione. Documento che nelle carte che poi hanno portato alla chiusura della conferenza dei servizi con il rilascio dell’autorizzazione non è presente. “Donde anche il dedotto difetto di istruttoria – si legge nella sentenza – in quanto il PAUR impugnato è conseguito ad un procedimento in cui è mancata una compiuta istruttoria tecnico- amministrativa finalizzata al rilascio di una concessione necessaria e indispensabile al mantenimento e all’esercizio (oltre che dei lavori di realizzazione) del depuratore comprensoriale: omissione tanto più grave in quanto, così facendo, il PAUR ha autorizzato Iren Acqua s.p.a. a realizzare un progetto (anche) su parte di un’area di cui non è provato si possa conseguire la disponibilità da parte dell’ente proprietario del suolo”.
Ma non solo: “Mentre lo studio preliminare di fattibilità elaborato da IREN Acqua su incarico della Città Metropolitana di Genova concerneva un depuratore unico per tutti i comuni facenti parte del comprensorio, quello approvato, relativo al lotto n. 1, ha stralciato le opere di collettamento relative alla Valle Fontanabuona, che dunque non sono state sottoposte a valutazione ambientale – scrivono i giudici – Ne conseguirebbe che da un lato lo stralcio progettuale vanificherebbe l’impegno finanziario che la collettività intera del comprensorio dovrà sostenere con gli aumenti tariffari e, in secondo luogo, che la modifica progettuale non corrisponderebbe più alle esigenze ed alle specifiche iniziali, in spregio al principio di buon andamento; in aggiunta la VIA non avrebbe valutato l’incidenza complessiva del progetto finale unitariamente considerato, comprensivo delle future opere di collettamento relative alla Valle Fontanabuona”.
A seguito della sentenza lo stesso avvocato Granara ha inviato formale diffida a “le intestate Amministrazioni, ognuna per quanto di rispettiva competenza, ed Iren Acqua S.p.A., a sospendere immediatamente ogni lavorazione eventualmente avviata o in corso di avvio in relazione alla realizzazione del progetto”.
Immediata la risposta del Comune di Chiavari che annuncia di non voler impugnare la sentenza: ““A questo punto la nostra amministrazione, che ha subito la decisione di Levaggi-Garibaldi-Orecchia, con la delibera n. 3 del 24 febbraio 2017 di Città Metropolitana, chiede che si riparta dal progetto che avevamo lasciato nel 2012, ovvero la modernizzazione dell’impianto di Preli per la depurazione delle acque dei soli comuni di Chiavari, Zoagli e Leivi, ad oggi già collegati. Gli altri otto comuni, ad oggi sprovvisti di depuratore a norma, dovranno individuare un sito idoneo nel loro territorio in cui realizzarlo. Il Comune di Chiavari non impugnerà la sentenza” ha commentato il sindaco Federico Messuti.
Soddisfazione per i detrattori del progetto. “Questa decisione rappresenta un trionfo della ragione, del buon senso e della partecipazione attiva contro un’opera calata dall’alto e priva del consenso della comunità locale – scrive Davide Grillo (Impegno Comune) in una nota stampa – Questa è una vittoria simbolica: Davide contro Golia. Da una parte, cittadini armati di determinazione e amore per il proprio territorio; dall’altra, istituzioni che per troppo tempo hanno ignorato il dissenso e i dubbi sollevati dalla popolazione”
“Adesso, però, la partita non è finita – rilancia Grillo – È fondamentale che si riapra il dibattito, che si esplorino soluzioni alternative e, soprattutto, che la cittadinanza venga finalmente coinvolta nelle decisioni future. Non possiamo permettere che si ripetano gli stessi errori.Questa vittoria non è solo un punto di arrivo, ma un nuovo inizio. Continueremo a vigilare, a proporre e a lottare per il bene di Chiavari e del nostro territorio”.
“Ennesima brutta figura dell’Ente – dichiara il deputato del M5S Roberto Traversi – Ed ennesima occasione mancata di fare la cosa giusta, cioè optare per impianti più piccoli al servizio delle singole città. Da almeno 10 anni, come M5S, sia per la decisione di procedere con un impianto unico comprensoriale, poi dopo il voto della città metropolitana di collocarlo in colmata, diciamo che il progetto è sbagliato dal punto di vista di costi, tempi e impatto ambientale. Abbiamo ripetutamente sollevato la questione in comune, in Regione e a Bruxelles, dove è stata chiamata in causa anche la direttiva dell’Unione Europea contro le strutture obsolete: con Mariangela Danzì, già eurodeputata del M5S, avevamo rilevato come il depuratore di Chiavari facesse parte di un lungo elenco di scelte giurassiche rispetto a obiettivi e necessità dei territori liguri. Quando finalmente chi amministra vorrà ascoltarci, saremo come sempre a disposizione. Se non altro per evitare di sperperare i soldi dei contribuenti, visto che ora che Comune di Chiavari e Regione dovranno anche pagare le spese di giudizio in favore dei ricorrenti. Il depuratore di Lavagna è in infrazione, l’impianto di Preli ha esaurito ormai la corsa e tutto ciò è a discapito di mare e ambiente! E ora come nel gioco dell’oca bisogna ripartire da capo”.