C’era un po’ di scetticismo su come il Genoa avrebbe metabolizzato il cambio di allenatore. La squadra era unita intorno ad Alberto Gilardino e a Parma era arrivata una vittoria pesante. Anche col Como, match che il Grifone avrebbe meritato di perdere ampiamente, si era vista comunque una squadra disposta a lottare fino alla fine. Insomma, è più semplice subentrare quando i rapporti vanno male e le cose precipitano. Grande merito dunque a Patrick Vieira, che è riuscito fin da subito a entrare in sintonia con la squadra e a proseguire migliorando il buon lavoro del predecessore.
Sul web avevano fatto scalpore, almeno in Italia, le frasi del tecnico francese che sminuivano il percorso pre europeo della Nazionale poi campione d’Europa 2021. “Vittorie contro squadre deboli”. E quanto aveva detto su Balotelli: “Non è adatto agli sport di squadra”. Dichiarazioni legittime ed estrapolate da contesti più ampi che potevano dare però l’impressione di un allenatore non proprio maestro di diplomazia. C’era quindi il timore di un approccio negativo con un gruppo scosso dall’addio di quello che era “il” punto di riferimento a fronte di una proprietà rarefatta.
Niente di tutto ciò. L’ex calciatore di Inter e Juventus, tra le altre, si è dimostrato subito un gran comunicatore. Sempre sereno e sorridente, Vieira ha fatto evolvere la narrativa intorno alla squadra rossoblù. Gilardino, anche per esigenze legate a infortuni, faceva sempre appello all’animo combattivo del Grifone. Il nuovo tecnico ha parlato subito di fiducia, elogiando le qualità dei giocatori e senza mai attingere a vocaboli bellicosi. Giocare, provare a fare la partita. Questo il suo mantra pur senza rinnegare quelle qualità di temperamento cifra di Gilardino, non di certo esonerato per i risultati. E neanche per il gioco, seppur spesso criticabile. Un lavoro mentale importante visto che per salvarsi con relativa tranquillità non basta saper solo far battaglia.
Focus sull’autostima del gruppo ribadito anche indirettamente dopo l’unica sconfitta, contro il Napoli, quando l’allenatore si è assunto le colpe del brutto primo tempo parlando di una strategia troppo difensiva. Non una cosa scontata visto che molti allenatori preferiscono dire che va sempre tutto bene o mettere sotto al tappeto dei giri di parole i loro errori.
Sul campo, l’allenatore ha varato un 4-3-3 che inizialmente prevedeva una sola punta di ruolo, Pinamonti, e che nelle ultime due uscite ha visto aggiungersi Vitinha. Il tecnico vuole togliere, sue parole, il freno a mano alla squadra infondendo un approccio più britannico al gioco. Provare a giocare con più coraggio e recuperare la palla in alto quando la si perde. Meno paura di sbagliare e maggiore intensità. Sta cambiando il modo di difendere del Grifone, dal blocco basso e dalla densità in area di rigore a un pressing alto e organizzato. Più rischioso per certi aspetti ma che consente un recupero palla più alto. Contro l’Empoli lo si è visto in occasione del goal di Badelj.
Evoluzione più che rivoluzione sulla quale potrebbero innestarsi alcune novità di mercato. Farebbe comodo, ad esempio, un centrocampista esperto che possa far rifiatare Badelj. Tiene sempre banco la questione Balotelli. Oggi ha lanciato – forse – un segnale favorevole alla permanenza a Genova postando su Instagram le sue foto con la divesa da allenamento e alcune frasi motivazionali sull’importanza di non ricommettere gli stessi errori. Domani o nei primi giorni dell’anno nuovo dovrebbero arrivare notizie definitive sulla sua situazione.