Genova. Otto manifestanti antifascisti accusati a vario titolo di resistenza, getto pericoloso di cose e interruzione di pubblico servizio per un corteo del 2 marzo 2018 sono stati assolti dal tribunale di Genova a oltre sei anni dai fatti.
La manifestazione era stata indetta da Genova antifascista per protestare contro un incontro di chiusura della campagna elettorale di Casapound, che all’epoca si presentava come partito politico alle elezioni. Nell’occasione a Genova era arrivo anche il leader di Casapound Simone Di Stefano.
La manifestazione, iniziata sotto forma di sit-in in piazza Paolo da Novi, nel quartiere della Foce ( il comizio elettorale si era svolto al Richmond di via Santa Zita) si era trasformata in un corteo prima nella zona di corso Buenos Aires e poi verso il centro e aveva visto un dispiegamento ingente delle forze dell’ordine, con tanto di alari per impedire che i due gruppi venissero a contatto.
“Una manifestazione pienamente preannunciata di cui la Questura era a conoscenza” ha detto in aula l’avvocata Laura Tartarini (che insieme ad Alessandro Gorla e a Fabio Sommovigo difendeva i manifestanti) portando a supporto della discussione anche alcuni articoli dei giorni precedenti al corteo per spiegare che quindi il reato di interruzione di pubblico servizio non poteva essere contestato.