Genova. Se il buongiorno si vede dal mattino, l’era Bucci in Regione sarà piuttosto movimentata. Seconda seduta del Consiglio e prima sfuriata del nuovo governatore che non ha tollerato le continue interruzioni arrivate dai banchi del Pd durante la presentazione del programma e della giunta e si è scontrato pure con l’ufficio di presidenza. Uno stile al quale nessuno era abituato in via Fieschi. In apertura dei lavori sono state votate le dimissioni e la surroga dei quattro consiglieri regionali nominati in giunta, passaggio segnato dalle polemiche dell’opposizione per una mossa – nel segno della continuità con la prassi di Giovanni Toti – che fa scattare quattro stipendi in più per l’amministrazione.
Quello portato oggi in aula da Bucci è sostanzialmente lo stesso programma presentato all’inizio della campagna elettorale: “Sarebbe scorretto se fosse diverso”. In sintesi: “L’obiettivo è migliorare la qualità di vita dei liguri. Diremo sì a tutti i progetti che contribuiscono alla crescita, indipendentemente da chi li ha generati. Questo programma potrà evolvere secondo le esigenze che emergeranno. Non si sta attaccati alle cose solo perché si sono dette un giorno. Vogliamo una Liguria orientata allo sviluppo, al futuro, che garantisca attenzione soprattutto ai più fragili. Se guardiamo avanti non possiamo lasciare nessuno indietro”.
Infrastrutture, sanità e lavoro sono le priorità fissate da Bucci. Ma il presidente insiste in particolare su un punto: l’autonomia. E non si accontenta degli spazi concessi dalla legge Calderoli: “Abbiamo il diritto di avere regione autonoma, non vedo per quale motivo dobbiamo essere diversi dal Friuli. Se loro hanno la Zes e il Ferrobonus e noi non possiamo averlo, mi sembra una discriminazione nei nostri confronti. Anche noi confiniamo con uno Stato estero, anche da noi si parla un’altra lingua. Chiedere di essere una Regione a statuto speciale penso sia opportuno e valido per i nostri cittadini. Servirà chissà cosa, ma penso sia giusto chiederlo”.
L’opposizione: “Un programma di totiana memoria”
“Ci aspettavamo un programma di governo, in realtà non è avvenuto. È stato fatto un elenco di priorità neanche menzionate, un programma elettorale depositato in aula. Il primo punto doveva essere la sanità e noi non abbiamo capito oggi né le risorse né i tempi. Un programma di totiana memoria che ci fa veramente male per il nostro futuro. Martedì prossimo in aula faremo il nostro contro-programma”, attacca il capogruppo del Pd Armando Sanna. “La Corte Costituzionale frena l’autonomia differenziata ma Bucci rilancia, si faccia la sesta regione autonoma: la Liguria. Questa una delle tante chicche di una relazione fiume piena di promesse ma senza un punto fermo”, aggiunge Davide Natale, segretario regionale del partito.
Sullo statuto speciale, in particolare, interviene Federico Romeo del Pd: “La superficialità con cui il presidente Bucci ha affrontato questo tema dimostra una scarsa comprensione delle basi giuridiche e istituzionali del nostro ordinamento. Lo statuto speciale non è uno strumento concesso a discrezione o in modo casuale, ma il risultato di specifiche condizioni storiche, culturali e territoriali che hanno giustificato la sua introduzione per alcune regioni italiane. Pensare che questo possa essere applicato indiscriminatamente a una regione come la Liguria, senza alcun fondamento giuridico o analisi concreta, non è solo un errore tecnico, ma rischia di sminuire la serietà delle istituzioni democratiche”.
“Mi ero quasi illuso che questo potesse essere l’inizio di un nuovo corso che sapesse risolvere le criticità delle scorse legislature: le macerie lasciate da due disastrose stagioni a targa Toti le pagheremo care – prosegue Stefano Giordano del Movimento 5 Stelle -. In particolare, sarà salatissimo il conto nella sanità: visto il disastro del buco da 250 milioni di euro, sarebbe stata auspicabile una maggiore umiltà, che Bucci avrebbe dovuto iniziare ad affrontare non aumentando la già ingolfata macchina burocratica del comparto: non pago del fallimento di Alisa, ha addirittura aggiunto una costola in più, il Consiglio superiore della Sanità in Liguria. Una macchina non sarà affatto a costo zero, perché il tempo è prezioso e sappiamo che ogni decisione procrastinata, qualora tra assessorato, Consiglio, direttori e tecnici non ci sarà visione unitaria, avrà un costo sulla collettività”.
Secondo Gianni Pastorino (Lista Orlando), il programma di Bucci somiglia “più a un menù di ristorante che a un piano strategico per la nostra regione. Un elenco sommario e privo di organicità, dove ogni voce sembra scollegata dalla precedente e, soprattutto, dalle reali necessità delle cittadine e dei cittadini liguri. Dalla sanità ai trasporti, dal lavoro all’ambiente, i propositi letti con enfasi e arroganza da Bucci tradiscono una profonda distanza dalle condizioni quotidiane delle persone. In particolare, l’assenza di una seria capacità di elaborazione e programmazione nel settore sanitario è l’ennesima dimostrazione di quanto la giunta continui a ignorare le vere priorità: liste d’attesa insostenibili, una sanità territoriale carente e servizi di pronto soccorso ormai al collasso”.
“Nel programma esposto non è mai specificato come potenziare la sanità pubblica e non si fa cenno ad aumento del personale – evidenziano Selena Candia e Jan Casella di Alleanza Verdi Sinistra -. Quando si parla finalmente d’ambiente, Bucci annuncia che farà un termovalorizzatore (senza dire dove), chiarendo fin da subito la visione distorta che questa giunta ha di protezione del nostro territorio e dell’aria che respiriamo (tanto che i fumi di navi e auto non sono neanche citati). Il lavoro viene liquidato in fondo in poche righe, ma forse il centrodestra non si è accorto dei giovani che continuano a scappare dalla nostra regione perché senza prospettive e dell’evidente crisi del sistema industriale produttivo. Una generica lista della spesa senza spiegare nulla di come, quando e con quali risorse gli obbiettivi saranno raggiunti”.
Sul tema dell’autonomia si registra infine la controreplica di Bucci: “Mi hanno attaccato senza conoscere il mio pensiero. Che è come sempre solo rivolto a raggiungere il migliore obiettivo per la Liguria e per i liguri. Ho letto anche le esternazioni di Stefano Bonaccini, che non conosco come lui non conosce me. Il capogruppo del Pd Sanna dovrebbe invece conoscermi e sapere che non posso accettare che la Liguria non sia messa in condizioni di competere con le stesse opportunità delle altre Regioni. Ho fatto l’esempio del porto per citare uno dei settori in cui la Liguria rappresenta un’eccellenza e merita parità di trattamento, merita di poter gestire le risorse che produce. Io guardo al risultato da centrare, è l’unica cosa che conta. Ma di fronte a questa proposta il Partito Democratico, con il suo capogruppo Sanna, si è limitato a dire Non si può!. Ancora una volta, dunque, hanno dimostrato di essere solo i signori del no e di avere una paura matta di agire, di prendere qualsiasi iniziativa concreta per migliorare la vita dei liguri. Sì, è vero, siamo diversi. Io questa paura non ce l’ho”.
Le urla in aula contro l’opposizione: “Siete indegni di stare qui dentro”
Durante il lungo discorso di Bucci, i consiglieri del Partito Democratico hanno commentato più volte a microfono spento ma a voce alta. Lo hanno fatto a più riprese l’ex candidato presidente Andrea Orlando, il segretario regionale Davide Natale e il segretario genovese Simone D’Angelo, sul tema della sanità e poi su quello dei rifiuti.
E proprio sul termovalorizzatore, che Bucci ha promesso di realizzare “ma non posso ancora dire dove“, è arrivata l’ennesima interruzione che ha mandato Bucci su tutte le furie: “Questa è violenza – ha sbottato il governatore visibilmente alterato -. Io la ritengo un’offesa. È una totale vergogna. Queste cose sono assolutamente inaccettabili. Bisogna rispettare le regole e chi non le rispetta non è degno di stare qua dentro“.
Poi Bucci si è girato verso il presidente Stefano Balleari facendo pressione per interrompere la seduta, gesto subito stigmatizzato dal vicepresidente Roberto Arboscello: “Lei non può dire di sospendere la seduta”. Alla fine Balleari, non senza difficoltà, ha preso in mano la situazione: “Non si sospende la seduta, io esigo il silenzio. Che nessuno interrompa“. Alla fine anche l’imprecazione di Gianni Pastorino (Lista Orlando) sui “dieci minuti di insopportabile lezione”.
“L’opposizione in Consiglio regionale comincia col piede sbagliato: prima lancia accuse pretestuose alla maggioranza e le chiede il rispetto delle regole democratiche, poi ostacola continuamente il presidente nell’esposizione del programma di governo. Si tratta di una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini, che hanno il pieno diritto di conoscere quanto verrà fatto nella nostra regione nei prossimi cinque anni. E invece eccola qui la democrazia a corrente alternata della sinistra, che prima pontifica e poi non rispetta le istituzioni“, commentano i consiglieri di Orgoglio Liguria.
Entrano 4 nuovi consiglieri, l’opposizione: “Sulle spalle dei cittadini”
Il Consiglio, con 18 voti favorevoli e 13 contrari, ha votato oggi la surroga dei quattro consiglieri che hanno rassegnato le dimissioni dopo la nomina in giunta. Al posto di Simona Ferro e Luca Lombardi, eletti con Fratelli d’Italia nelle circoscrizioni di Genova e Imperia, entrano Lilli Lauro e Veronica Russo. Le altre sostituzioni riguardano entrambe l’Imperiese: Chiara Cerri per Marco Scajola (Forza Italia), Armando Biasi per Alessandro Piana (Lega).
Una mossa non obbligatoria, ma richiesta da Marco Bucci per avere a completa disposizione il lavoro degli assessori. Dall’opposizione, però, non sono mancate le polemiche. “Non è un’opzione funzionale per migliorare la qualità del lavoro ma per allargare la platea della maggioranza. Questa scelta è sulle spalle dei cittadini”, ha accusato Davide Natale del Pd. “È ingiusto rispetto a popolazione Liguria, stiamo chiedendo ulteriore spesa”, ha aggiunto Selena Candia, capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra. Per Gianni Pastorino della Lista Orlando “è un problema di approccio: alcuni assessori della scorsa giunta non si sono mai visti, pur essendo liberi da impegni consiliari”. “Oggi ho rivisto il sindaco di Genova, un sindaco di pochi, e un presidente della Regione di pochi”, il commento di Stefano Giordano del M5s.
Anche gli esponenti del centrodestra sono intervenuti. “Non avete conoscenza di chi è Bucci. La parola lavorare di meno non esiste nella sua modalità”, ha commentato Carlo Bagnasco, capogruppo di Forza Italia. “Il ruolo dei consiglieri che subentrano è di supporto agli assessori”, ha ricordato il capogruppo di Fratelli d’Italia Rocco Invernizzi. Mentre Angelo Vaccarezza di Forza Italia l’ha buttata sull’ironia: “Se Orlando sceglie di tornare in Parlamento e non votiamo la surroga resta in consiglio regionale? Non vorremmo che rimaneste con un consigliere in meno”.
“Siamo vicini all’assurdo – la replica di Bucci in aula -. Le persone si dimettono perché devono fare il lavoro da assessore. I consiglieri devono lavorare di più, non di meno, solo che lavoreranno con delibere e non con leggi. Dobbiamo impegnarci tutti per lavorare più in fretta”.
Orlando zittito da Balleari, altra polemica nel finale
Alla fine della seduta è scoppiata una nuova polemica. Orlando ha chiesto di prendere la parola “per fatto personale”, possibilità prevista dal regolamento, ma Balleari lo ha interrotto prima che potesse terminare la spiegazione e ha chiuso i lavori. “Non si può far passare l’idea che l’opposizione sia a conoscenza di un piano per il taglio delle liste d’attesa se questo piano non è ancora stato illustrato all’aula”, ha poi dichiarato ai giornalisti fuori dall’aula interrotto a sua volta da Bucci.
“Questo non è un piano operativo, è un programma, sono due cose diverse – ha replicato il governatore -. Bisogna spiegargli la differenza anche se è stato tra volte ministro? Il regolamento va rispettato, non c’è discussione. Chi infrange il regolamento inizia un percorso che non funziona. Interrompere più volte chi parla come hanno fatto non è accettabile”.
“Oggi non era previsto nessun intervento, era un’illustrazione del programma – si è difeso il presidente Balleari -. Hanno interrotto più volte senza motivo in maniera maleducata. Manca il rispetto delle regole”.
All’attacco poi il vicepresidente dell’assemblea, Roberto Arboscello del Pd: “Il presidente Bucci prevarica il ruolo del presidente del Consiglio, una cosa per me inaccettabile. Non esiste che un presidente di giunta regoli i lavori di un Consiglio regionale, che è regolato dal presidente e dall’ufficio di presidenza. Bucci deve imparare a stare al suo posto. Ha detto che sono bravo, sì, ma sono bravo nel far rispettare il buon regolamento. Sono vicepresidente e quello sta a me. Non mi sono permesso di intervenire quando il consigliere Balleari ha interrotto i consiglieri di minoranza, ma mi sono permesso quando Bucci ha intimato al presidente di sospendere il consiglio regionale, una cosa inaccettabile”.