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Nuovo Galliera, la crociata dei medici a difesa del progetto: “Basta ricorsi, basta falsi ambientalisti”

Il direttore del pronto soccorso Cremonesi: "È una vergogna, questo accanimento danneggia i pazienti". Il primario Introini: "Pochi posti letto? Visione arcaica, 400 sono più che sufficienti"

Generico novembre 2024

Genova. Basta ricorsi, basta veti, basta con quelli che dicono sempre no, basta falsi ambientalisti”. Battagliero come sempre, il direttore del pronto soccorso del Galliera Paolo Cremonesi si è messo in testa alla crociata dei camici bianchi a favore del progetto per la costruzione del nuovo ospedale. Dopo gli ennesimi ricorsi al Tar presentati dall’associazione di Italia Nostra e la dura reazione del management, oggi sono stati i dirigenti medici a incontrarsi nel salone dei congressi per fare fronte comune su un principio: il Nuovo Galliera non si tocca e deve partire il prima possibile.

“Il Galliera è un ospedale storico con grandi eccellenze, però ha molti anni e oggi la medicina moderna ha bisogno di stanze a uno o due letti, bagni in camera, percorsi più veloci per mettere i pazienti nelle migliori condizioni per essere curati e il personale in un ambiente moderno, luminoso ed efficiente dove lavorare decisamente meglio. Siamo stufi di ricorsi che stanno scivolando nell’accanimento o forse nella patologia: Italia Nostra ha speso un sacco di soldi contro questo progetto. Noi vogliamo assolutamente che l’ospedale nuovo parta per la gente e per la Liguria”, spiega Cremonesi.

ospedale galliera

Dal 2009 ad oggi sono stati 16 in totale i ricorsi alla giustizia amministrativa per fermare il progetto di un nuovo ospedale sulla collina di Carignano. Il primo era stato presentato da Rifondazione Comunista, poi sono arrivati i comitati di cittadini e nel 2017 la prima azione di Italia Nostra, da quel momento in poi principale avversaria dell’operazione. Quasi tutti i procedimenti si sono conclusi a favore del Galliera, tranne una sentenza del Consiglio di Stato che ha dato ragione agli ambientalisti nel 2021. Oggi sono ancora in piedi tre ricorsi: uno pendente al Consiglio di Stato (presentato in primo grado nel 2022) al quale si aggiungono quelli più recenti: il primo al Tar per chiedere al Comune l’annullamento del permesso di costruire, il secondo per ottenere la revocazione del decreto del presidente della Repubblica relativo a un parere del Consiglio di Stato che aveva dichiarato improcedibile e infondato il precedente ricorso.

“A questo punto siamo arrivati a una vergogna: c’è un vero e proprio accanimento nei confronti della gente che ha bisogno di una nuova struttura – tuona nuovamente Cremonesi -. Qualcuno in passato ha avuto interessi personali perché temeva un calo di valore di uno o due palazzi di via Vannucci, queste sono beghe che a noi non interessano. Qua si sta danneggiando tutto il sistema sanitario ligure. Noi siamo un ospedale pubblico e vogliamo continuare a dare un servizio di alta efficienza in un ambiente moderno, efficiente e decoroso”.

Nel frattempo il progetto è stato modificato e il meccanismo di finanziamento è stato pressoché stravolto: le risorse necessarie, 190 milioni di euro, arriveranno tutte da Inail che si sobbarcherà l’investimento a fronte del pagamento di un canone annuale. Ma la posizione di Italia Nostra non è cambiata: per l’associazione si tratta di un “progetto urbanisticamente e architettonicamente sbagliato, che va contro il volere della duchessa di Galliera e qualsiasi logica a favore della sanità pubblica”, di un “favore alle lobby dei costruttori e della sanità, che ormai viaggiano di pari passo”, oltre a numerose perplessità di natura ambientale.

Nuovo Galliera rendering 2021

Nel mirino c’è soprattutto la riduzione dei posti letto, dagli attuali 418 ai 404 dichiarati dal progetto, tema su cui insistono ancora alcune forze politiche del centrosinistra (il M5s e i rossoverdi che gravitavano intorno Ferruccio Sansa). Ma questa “è una visione arcaica – commenta il primario di urologia Carlo Introini – . Non bisogna più parlare di posti letto in termini assoluti, ma del numero necessario per una collocazione ben precisa che quel tipo di ospedale deve avere sul territorio. Quindi 400 posti letto, gestiti bene con alte tecnologie, sono più che sufficienti per dare risposte ai cittadini“.

E a chi teme una speculazione edilizia ai danni dei pazienti risponde ancora Cremonesi, che in campagna elettorale era stato persino in odore di candidatura con Andrea Orlando e dunque non si può considerare organico a quest’amministrazione: “Chi lo dice mente sapendo di mentire. Qui non si costruiscono né centri commerciali né appartamenti né discoteche. Qua si vuole costruire un nuovo ospedale. Basta bugie e falsità”. Ma non si potrebbe invece riqualificare i padiglioni esistenti, come era già stato proposto negli anni passati? “Assolutamente no. L’ospedale è datato. I costi, tra norme antisismiche e tutto il resto, sarebbero enormi ed eccessivi”.

“Questo ospedale era all’avanguardia all’epoca in cui è stato costruito. È un ospedale magnifico, ma non è più adeguato a garantire assistenza ai pazienti”, aggiunge Marco Filauro, direttore del dipartimento area di chirurgia addominale, che porta due esempi analoghi in Italia: “A Napoli in pieno centro, nel rione Forcella, verrà recuperata un’area storica che comprende l’ospedale degli Incurabili e l’ospedale San Giovanni di Dio, dove verranno fatti ospedali di comunità e centri diagnostici mantenendo la parte museale. Nel pieno centro di Milano, presso l’ospedale Cà Granda che risale al 1420, si sta costruendo un ospedale da 900 posti letto senza nessuna opposizione. Anche qui la parte storica sarà mantenuta e utilizzata per finalità sanitarie e sociale, non si vede perché non si possa realizzare un ospedale moderno”.

Nelle scorse ore il cda dell’ospedale presieduto dall’arcivescovo Marco Tasca ha ufficialmente deliberato di attivare “ogni azione necessaria” contro le “iniziative gravemente diffamatorie nei confronti dell’ente e dei suoi amministratori che perseguono unicamente gli interessi della cura e della salute della cittadinanza, in linea con i principi fondativi voluti dalla Duchessa di Galliera”. Allo stesso tempo viene rinnovata la disponibilità a Italia Nostra per un incontro chiarificatore: “Invitiamo il presidente nazionale a passare una mezza giornata al Galliera – insiste Cremonesi -. Faremo vedere il progetto, i cameroni, il sovraffollamento, le dispersioni termiche perché tocchi con mano e non si fidi solo dei vassalli locali”.

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