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Nuova giunta, opposizione all’attacco sul “Consiglio superiore sanità”: “Un nuovo carrozzone”

"Questo dimostra ancora una volta quanto la visione della giunta sia distante dalle reali esigenze del territorio"

niccolò bucci

Genova. Dopo la presentazione della nuova giunta regionale, non tardano ad arrivare le prime bordate dell’opposizione, che prende di mire le scelte fatte dal nuovo presidente Marco Bucci: “La nuova amministrazione regionale, guidata da Bucci, non rappresenta nulla di nuovo per le cittadine e i cittadini liguri. Non ci sono segni di cambiamento o discontinuità rispetto all’era Toti, ma solo un perpetuarsi delle stesse politiche fallimentari che hanno portato la nostra regione a essere in difficoltà in settori chiave come la sanità, i trasporti e l’ambiente. Trovo poi assurdo che nel 2024 si presenti una giunta regionale che non tiene minimamente conto della parità di genere”.

A dirlo il consigliere Regionale Gianni Pastorino, che aggiunge: “Ora, chi ha dato fiducia a questa amministrazione si ritrova a fare i conti con una politica che non sa andare oltre le logiche di spartizione. Invece di affrontare le vere urgenze della sanità ligure, Bucci si rifugia nell’istituzione di un organismo vuoto come il Consiglio Superiore della Sanità. Un’operazione che, sotto una patina di innovazione, nasconde la mancanza di visione e capacità di risolvere i problemi strutturali di un sistema già frammentato e inefficiente. La Liguria soffre da anni di un modello sanitario disorganizzato, e la nuova giunta non fa altro che peggiorare la situazione. La sanità regionale è già ingessata da una struttura elefantiaca: cinque ASL, quattro aziende ospedaliere e Alisa, un organismo che dovrebbe coordinare il tutto ma che si è rivelato incapace di farlo. A questo quadro già complicato si aggiungono ora l’assessorato con cinque consulenti, uno dei quali avrà il ruolo di portavoce, e il nuovo Consiglio Superiore della Sanità, un ulteriore livello di burocrazia che non affronta i problemi reali”

“Il risultato? Ancora più caos. Le responsabilità sono distribuite tra troppi attori, senza un reale coordinamento. Anziché semplificare, si continuano a sovrapporre ruoli e strutture, mentre le necessità delle cittadine e dei cittadini rimangono inascoltate – continua Pastorino – Il Comitato Scientifico, che dovrebbe guidare l’azione del Consiglio Superiore della Sanità, è composto quasi esclusivamente da medici ospedalieri, in minima parte, da qualche medico territoriale e da qualche figura vicina a Bucci. Mancano del tutto figure chiave come infermieri e tecnici, anch’esse figure fondamentali nella gestione del sistema sanitario. Questo dimostra ancora una volta quanto la visione della giunta sia distante dalle reali esigenze del territorio. Tempi di attesa interminabili per visite ed esami, pronto soccorso al collasso, una medicina territoriale incapace di rispondere alle necessità delle persone: queste sono le emergenze che le cittadine e i cittadini affrontano ogni giorno. Eppure, la giunta preferisce moltiplicare gli organismi inutili invece di investire in soluzioni che abbattano i tempi di attesa, migliorino i servizi territoriali e garantiscano l’accesso rapido e universale alle cure. Come se non bastasse, gli stessi responsabili delle inefficienze passate vengono premiati con nuovi incarichi e consulenze. La Liguria non ha bisogno di nuovi carrozzoni, ma di una gestione coraggiosa e competente, che risponda alle vere necessità della popolazione”.

Rincara la dose il consigliere regionale del Partito Democratico Enrico Ioculano: “L’assessore alla sanità Nicolò, iscritto a FDI che rinuncia alla tessera per entrare in Giunta come tecnico e si ritrova ad aver a che fare con un gruppo di altri tecnici voluti dal Presidente e supportati da un insieme di medici scelti da Bassetti, ha dell’incredibile: di fatto un assessorato commissariato. Se queste sono le premesse tra qualche settimana potremo affermare che Nicolò gestisce la Sanità a sua insaputa – scrive il consigliere dem – La confusione regna e sarà curioso capire quali saranno le dinamiche tra assessore, dipartimento, Alisa, Consiglio superiore e direttori generali. Questi ultimi, che sono i manager e dovrebbero essere i protagonisti del cambiamento sulla base di chiari indirizzi politici, sono declassati a meri esecutori di strategie suggerite dal consulente di turno. E a pagarne le conseguenze saranno i cittadini perchè queste dinamiche politiche rischiano di compromettere l’efficienza e la funzionalità dei servizi. Non è un bel biglietto da visita considerato lo stato in cui versa sanità ligure: altroché idee chiare e tempi certi, l’improvvisazione la fa da padrona”.

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