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Medico di base per le persone senza fissa dimora: Genova tra le città in cui partirà la sperimentazione

La proposta è stata presentata dal deputato del Partito Democratico Marco Furfaro, che ha messo in luce un vuoto normativo. Il capoluogo ligure selezionato per la prima fase

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Savona. Una svolta nel mondo della sanità, arriva una buona notizia. Anche le persone senza fissa dimora in Italia avranno diritto al medico di base.

A sancirlo un disegno di legge approvato, all’unanimità, dal Senato (mercoledì 6 novembre) che vuole così assicurare il diritto all’assistenza sanitaria anche a questa categoria di persone. E Genova rientra tra le 14 città metropolitane selezionate per una prima applicazione del nuovo provvedimento (approvato alla Camera e definitivo) insieme con Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia.

La proposta era stata presentata dal deputato del Partito Democratico Marco Furfaro, che aveva messo in luce un vuoto normativo per il quale, per accedere all’assistenza sanitaria del servizio sanitario nazionale (averne quindi diritto), una persona doveva obbligatoriamente indicare il suo indirizzo di residenza.

Le persone senza fissa dimora non erano tutelate dallo Stato in quanto non risultando iscritte all’anagrafe comunale, non avevano la possibilità di rivolgersi ad un medico di base. Gli era concessa solo la possibilità di avere accesso alle prestazioni di emergenza presso i pronto soccorso. Alcune leggi regionali avevano però salvaguardato il loro accesso alle cure del medico di famiglia, come la legge “Mumolo” in Emilia Romagna, poi applicata in altre cinque regioni tra cui la Liguria (le altre sono Puglia, Marche, Abruzzo e Calabria).

Il disegno di legge prevede lo stanziamento di un milione di euro all’anno per il 2025 e per il 2026 allo scopo di finanziare un programma sperimentale, da avviare in tutte le città metropolitane (a partire dal 2025), finalizzato a garantire alle persone senza dimora (e quindi senza residenza), l’iscrizione nelle liste degli assistiti delle aziende sanitarie locali, la scelta del medico di medicina generale nonché l’accesso alle prestazioni garantite dai livelli essenziali di assistenza.

E’ una legge che è stata sollecitata dai medici stessi, nonostante sia di difficile applicazione, perché spesso i senza fissa dimora oltre a non avere casa non hanno nemmeno i documenti, quindi niente carta identità, niente tessera sanitaria – afferma Luca Corti, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Savona – ma posso affermare che tutta la categoria si impegnerà a farla funzionare”.

“E’ un procedimento corretto e rispettoso della dignità delle persone, solamente chi non ha una propria etica potrebbe dire il contrario – afferma Brunello Brunetto, ex consigliere regionale – è vero che ci sono delle difficoltà oggettive derivanti anche dal fatto che alcune di queste persone, senza fissa dimora, hanno fatto scelte di vita chiare”.

“Riuscire a far arrivare questa categorie di persone dal medico di medicina generale non è semplice, ci sono delle difficoltà legate alle abitudini di vita e a ciò che hanno scelto, ma a monte c’è un problema ancora più grosso – prosegue Brunetto – che è quello di riuscire a censire questa categorie di persone e a raggiungerli tutti”.

L’ultima rilevazione dell’ISTAT è del 2021 e dice che in Italia ci sono quasi 100mila persone senza casa, il 32% delle quali donne. Questi ultimi dati, però, riguardano solo le persone senza dimora censite, un dato che non può tener conto della maggior parte delle persone senza dimora che non entrano in contatto con i servizi, che sono la maggioranza.

“I senza dimora sono anche, nella maggior parte dei casi, senza documento quindi ci sono delle chiare difficoltà legate alla possibilità di renderli iscrivibili. In secondo luogo è anche difficile capire poi per quanto tempo si riescano poi effettivamente a inserirli nelle liste, anche la periodicità dei controlli è quindi argomento di discussione e non di facile gestione”, spiega l’ex consigliere regionale.

“Quindi, concludendo, dico che in linea di principio è sacro e santo aver approvato questo disegno di legge ma è di difficile applicazione. Bisogna tenere anche conto della loro tendenza al nomadismo, allo spostarsi periodicamente e questa mal si concilia con l’iscrizione nelle liste di un medico di medicina generale.

“Questa nuova legge è un ottima notizia per tutti, è un tema per il quale ci siamo battuti tanto anche nel consiglio regionale ligure – afferma Roberto Arboscello, consigliere del Partito Democratico – è un segnale di grande civiltà, ora però bisogna lavorare affinché venga rispettata. Io personalmente posso affermare che porterò nuovamente in Regione la questione e mi batterò in prima linea affinché venga applicata in ogni sua forma e per ogni persona“.

La normativa però porta con se una lacuna infatti se da una parte dà una possibilità alle persone senza dimora dall’altra è ancora restrittiva per i migranti. La legge non include i cittadini stranieri senza permesso di soggiorno e, presumibilmente, ciò accade principalmente con i criteri di regolarità di soggiorno richiesti per l’iscrizione al sistema sanitario italiano con la normativa sull’immigrazione.

 

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