Repertorio

Lucia di Lammermoor debutta il 15 novembre al Teatro Carlo Felice, ma è a rischio sciopero

Lo Snater ha proclamato uno sciopero di due mesi contro la legge di Bilancio. Il sovrintendente Orazi: "Sono state avviate tutte le interlocuzioni necessarie per provare a ottenere le modifiche"

lucia di lammermoor

Genova. Dopo l’inaugurazione in collaborazione (ma in trasferta all’Ivo Chiesa) con il Teatro Nazionale, il Teatro Carlo Felice propone come secondo titolo della stagione lirica 2024-2025 uno dei più noti del repertorio di Gaetano Donizetti: Lucia di Lammermoor, dramma tragico in tre atti su libretto di Salvatore Cammarano dal romanzo The Bride of Lammermoor di Walter Scott. Ambientata in Scozia alla fine del XVI secolo, ha protagonisti Lucia ed Edgardo, innamorati ma divisi dall’antico odio che regna tra le rispettive famiglie. Tra incontri segreti, inganni e accesi scontri si sviluppa una storia di amore odio, passione e follia.

Il titolo sarà in scena da venerdì 15 novembre alle 20 (turno A) con repliche domenica 17 alle 15 (turno C), venerdì 22 novembre alle 20 (turno B) e domenica 24 novembre alle 15 (turno F). La direzione è affidata a Francesco Ivan Ciampa con regia di Lorenzo Mariani, che nella conferenza stampa di presentazione ha raccontato non solo l’opera e come l’ha voluta interpretare, ma anche la sua vita a tutto tondo: “I miei genitori erano di Lerici, San Terenzo. Mio papà si è trasferito negli Usa, era appassionato di opera e ha studiato canto con Alessandro Bonci. Non è diventato un cantante, ma ha aperto un ristorante poi diventato famoso. Prima era nostromo sulle navi passeggeri e prima dell’ultimo viaggio ha visto al Carlo Felice proprio la Lucia di Lammermoor. Erano gli anni Venti del Novecento”. Mariani ricorda quanto Lucia di Lammermoor abbia rappresentato anche nella letteratura, presa ad esempio anche da Flaubert, che la cita in Madame Bovary, come paradigma di sentimenti e passioni: “Edgardo è il protagonista romantico per eccellenza. Quest’opera suscitava passioni vulcaniche per intensità, sentimenti e passioni. In me ha ha toccato una corda particolare: sento la musica e non sento altro che funerali. Il fratello di Lucia rappresenta il giogo da cui lei vorrebbe liberarsi. Lucia è vittima di una società violenta, gliene combinano tante. Una violenza sulle donne psicologica e sociale che è un tema anche dei nostri giorni. Spesso la Lucia di Lammermoor viene fatta come fiaba romantica e basta. Non è così. In quest’opera ardita occorre saper cantare e recitare insieme”.

Per il regista, Enrico è vittima della sua epoca, soffre. Invece Raimondo “è un po’ riduttivo metterlo in scena come signore della religione. Io lo vedo come un filosofo compassionevole, mentre Normanno è un cattivissimo in crescendo. Donizetti è ricco nel ritrarre i personaggi. Un aspetto spesso molto trascurato”.

In questa edizione del Carlo Felice, fa sapere il direttore artistico Pierangelo Conte, si è deciso di suonare la scena della pazzia con la glassarmonica. Si tratta di uno strumento particolare che dà un colore teso alla scena e verrà usato in quest’opera per la prima volta a Genova. Uno strumento armonico a bicchieri, che si diceva portasse alla pazzia per il suono che emetteva.

Possibile sciopero

Sulla rappresentazione pende però la proclamazione di uno sciopero di due mesi da parte dello Snater (Sindacato nazionale autonomo delle telecomunicazioni e radiotelevisioni) sino al 31 dicembre. La protesta riguarda non il rapporto con il Teatro Carlo Felice o la gestione dello stesso, ma la bozza della legge Finanziaria 2025 che, secondo lo Snater, comprende due articoli che minacciano seriamente la sopravvivenza delle Fondazioni Lirico Sinfoniche alle quali non è più consentito assumere a tempo indeterminato per una spesa del personale non superiore al 75% di quella relativa al personale cessato l’anno precedente. Le modalità degli scioperi saranno decise in corso d’opera.

Il sovrintendente Claudio Orazi ha scritto oggi una lettera in risposta alla segreteria regionale del sindacato: “La direzione, di concerto con l’Anfols, l’Associazione nazionale fondazioni lirico-sinfoniche, segue con la massima attenzione la legge di Bilancio 2025. Nelle scorse ore il presidente Anfols Fulvio Macciardi mi ha scritto una lettera in cui sono state avviate tutte le interlocuzioni necessarie con i ministeri competenti per provare a ottenere le modifiche alla legge di Bilancio relative a quegli articoli che possono avere ricadute negative sulle fondazioni lirico-sinfoniche proprio nel periodo di volontà condivisa di pieno rilancio delle attività. La legge di Bilancio non è tema di responsabilità dei teatri d’opera. Siamo impegnati accanto all’Anfols e ai lavoratori nell’ottenere quelle modifiche. Per questo non ricorrono dunque le motivazioni per la dichiarazione di scioperi“.

Oggi non ha portato a una soluzione l’incontro tra i rappresentanti Slc Cgil, i delegati Cgil del Carlo Felice di Genova e il sindaco Marco Bucci sulla vertenza che interessa tecnici e amministrativi del Teatro. L’incontro, convocato a seguito dello sciopero organizzato lo scorso 12 ottobre da Slc Cgil era rivolto a chiedere nuove assunzioni di tecnici e amministrativi e una nuova organizzazione del lavoro tale da distribuire meglio i carichi e garantire la sicurezza. “Inoltre tra gli obiettivi della mobilitazione la richiesta della riapertura immediata del tavolo di II livello visto che, in questi mesi dal Sovrintendente non sono arrivate soluzioni soddisfacenti.
Dall’incontro sono arrivate risposte insufficienti che saranno oggetto della assemblea con i lavoratori convocata per martedì prossimo nella quale saranno valutate le prossime iniziative sindacali”, dice la Cgil.

L’opera

L’allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova è realizzato in coproduzione con il Teatro Comunale di Bologna e con l’Abao-Olbe di Bilbao.

A completare il cast tecnico le scene di Maurizio Balò, i costumi di Silvia Aymonino, le luci di Marco Filibeck e i video di Fabio Massimo Iaquone e Luca Attilii. Maestro del Coro Claudio Marino Moretti. Il cast artistico ha nomi già noti al pubblico genovese, come Franco Vassallo (Enrico), che festeggerà il 20 novembre con un concerto nel foyer i 30 anni di carriera (ore 18, ‘Quattro secoli di melodramma per 30 anni di carriera’), a un debutto per Genova: quello del soprano armeno Nina Minasyan (Lucia). A completare il parterre di cantanti Iván Ayón Rivas (Edgardo), Paolo Antognetti (Arturo), Luca Tittoto (Raimondo), Alena Sautier (Alisa), Manuel Pierattelli (Normanno).

Lucia di Lammermoor è la terza opera seria di Gaetano Donizetti, composta nel 1835 (dopo Anna Bolena del 1830 e Lucrezia Borgia del 1833). Il compositore aveva all’attivo un totale di quarantatré opere quando decise di mettere in musica The Bride of Lammermoor, romanzo di Walter Scott che già aveva ispirato diverse precedenti trasposizioni musicali, insieme al librettista Salvatore Cammarano. Sin dalla prima rappresentazione, avvenuta al Teatro San Carlo di Napoli il 26 settembre 1835, fu chiaro che Lucia di Lammermoor si sarebbe subito affermata come titolo di riferimento nel catalogo di Donizetti e più in generale nel panorama musicale italiano. La scrittura del compositore si distingue in ques’opera sia nell’orchestrazione sia nel disegno delle linee vocali. La parte di Lucia, in particolare, raggiunge un altissimo livello espressivo che emerge tanto nelle arie quanto nei recitativi. Sono poi di grande rilievo i momenti d’insieme e i momenti corali.

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