Genova. Ventiquattro ore, 48 al massimo, per trovare la quadra sulla giunta regionale con alcuni elementi ancora da sistemare: la rappresentanza di Savona, quella di genere, e la scelta sulla Sanità. Non è ancora del tutto fuori dai giochi, e dipenderebbe solo da lui, Angelo Vaccarezza, consigliere regionale uscente e riconfermato in via Fieschi per l’ennesima volta forte degli oltre 2300 voti raccolti nella lista di Forza Italia nella sua circoscrizione.
Anche dopo il vertice di venerdì sera a Vaccarezza è stato fatto capire che, se lui lo volesse, l’assessorato sarebbe suo e una risposta affermativa permetterebbe di risolvere sia il nodo Savona e al contempo quello del peso che l’area moderata della coalizione rivendica in giunta.
Ma è possibile, se non probabile, che Marco Bucci sia perfettamente consapevole che il politico savonese non scalpita per prendere in mano una delega così delicata. Vaccarezza preferirebbe, piuttosto, l’incarico di segretario d’aula, per il quale è previsto uno staff e un piccolo budget e per cui non è necessario dimettersi da consigliere.
Ed ecco dunque la soluzione alternativa: Ilaria Caprioglio. L’ex sindaca di Savona, non è stata eletta in consiglio regionale (lista Vince Liguria, meno di 1000 voti) però potrebbe rientrare in giunta con una delega alla Cultura. Il neo presidente della Regione Bucci non ha mai nascosto di apprezzarne le doti di amministratrice.
Al termine della riunione di ieri Bucci ha dichiarato: “Il territorio savonese avrà un rappresentante o una rappresentante in giunta”, lasciando intendere, forse, che i due nomi savonesi, Vaccarezza e Caprioglio appunto, sono alternativi l’uno all’altro. Anche Ilaria Caprioglio permetterebbe di soddisfare le esigenze del mondo “moderato” e “arancione”, che fino a qualche mese fa aveva come riferimento l’ex governatore Toti. Caprioglio, peraltro, piace molto anche a Claudio Scajola, che ieri sera era alla riunione.
Parrebbe invece tramontata definitivamente l’altra opzione “savonese”, il medico, ex leghista ed ex consigliere regionale Brunello Brunetto.
Chi invece sembra, al netto delle suggestioni, in pole per il ruolo di assessore alla Sanità, è però Massimo Nicolò. L’oftalmologo genovese, primario del San Martino, presidente dell’associazione Amici del Festival della Scienza, già assessore alla Sanità e vicesindaco nel “Bucci 1” e in quota Fratelli d’Italia, sarebbe la scelta preferenziale di Marco Bucci. E Nicolò stesso, che sembrava essersi allontanato dai ruoli politico-amministrativi dopo l’esperienza a Tursi, sarebbe invece pronto a rimettersi in gioco.
Al suo fianco Marco Bucci potrebbe affiancare, come consulenti, project manager, alcune figure tecniche. Si è parlato molto del ruolo di Enrico Castanini, direttore di Liguria Digitale, per il piano di azzeramento delle liste d’attesa. Ma nelle ultime ore è rispuntato anche il nome di Matteo Bassetti.
Domenica sera o lunedì al più tardi potrebbe già tenersi l’incontro definitivo per chiudere i giochi una volta per tutti. Lo schema a oggi, ipotizzando che Vaccarezza scelga il segretariato di aula, vedrebbe come assessori Massimo Nicolò e Ilaria Caprioglio (esterni ma di area politica), Simona Ferro (Fdi), Marco Scajola (Fi), Giacomo Giampedrone (Vince Liiguria), Alessandro Piana e Alessio Piana (Lega). In ballo, a seconda delle geometrie che si definiranno, restano anche i nomi di Luca Lombardi (Fdi) e Giancarlo Canepa (Lega). Stefano Balleari (Fdi) dovrebbe rivestire il ruolo di presidente del consiglio regionale.
Intanto sulla questione “savonese” interviene il Pd. “La provincia di Savona non ha bisogno di tappabuchi – attaccano il segretario regionale Davide Natale e il consigliere Roberto Arboscello – non serve solo avere un assessore, servono politiche a sostegno del territorio, tutto quello che è mancato in questi anni, la provincia di Savona non ha bisogno di un rappresentante del territorio scelto per riempire una casella e poter dire, ‘ce l’ho’, se poi mancano politiche a sostegno del territorio che lo accompagnano”.
“In questi nove anni la giunta regionale e i consiglieri del centrodestra non si sono mai occupati dei temi cruciali della provincia, come il lavoro, le crisi industriali, l’ambiente, mentre si sono caratterizzati per aver difeso a spada tratta il rigassificatore. Quindi ribadiamo che la scelta di rappresentare un territorio in giunta non può e non deve essere un gioco politico per avere una figurina da incollare, ma una scelta di responsabilità basta su competenza e qualità”, concludono Natale e Arboscello.