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Genoa, Vieira: “Obiettivo lavorare sulla fiducia dei giocatori, Balotelli? Mi piace come giocatore, deve concentrarsi a far bene” fotogallery

La prima conferenza stampa del nuovo mister. Ottolini si prende la responsabilità dell'esonero di Gilardino, ma chiarisce: "Decisione collegiale"

Generico novembre 2024

Genova. Prima conferenza stampa per il nuovo mister rossoblù. Presente anche il direttore Ottolini che introduce: “Volevo salutare mister Gilardino e ringraziarlo per i due anni trascorsi, sono stati due anni belli intensi. Poi nel calcio ci sono queste situazioni. Siamo contenti, felici e onorati di presentare Patrick Vieira”.

Ottolini, ci spiega i tempi di questo cambio in panchina?

“In una decisione di questo tipo si analizzano tante cose. La tempistica è dovuta a un iter burocratico che noi dobbiamo seguire. I giocatori a disposizione li abbiamo avuti pochissimo, è complicato lavorare tra assenze e infortuni e siamo riusciti a concretizzare l’arrivo di Patrick questa settimana”.

Vieira, ci spiega com’è avvenuta la trattativa?

“È stato molto veloce, quando ho sentito che c’è stata la possibilità di allenare questa società non si può dire di no. Ho trovato un gruppo molto orgoglioso, che ha voglia di fare bene per la società. Non è facile arrivare dopo un allenatore che era molto rispettato e apprezzato dai tifosi. L’opinione su Gilardino non cambierà mai. Adesso la cosa importante è guardare avanti e cosa possiamo fare per vincere le partite. Sono rimasto molto contento in questi due giorni per attitudine e volontà”.

Trova differente la Serie A di oggi? E il rapporto con Mario Balotelli?

“Sì è cambiato il calcio, altri tipi di giocatori, sempre stato un campionato difficile da giocare, non facile vincere le partite, ma ancora una volta abbiamo la qualità per fare bene, dobbiamo lavorare bene. Mi aspettavo subito la domanda su Mario: lo conosco molto bene, è una persona che mi piace anche come giocatore, è importante e sa fare gol. Ora deve concentrarsi a far bene, essere a disposizione della squadra”.

Che differenze rispetto a precedenti esperienze?

“Ho trovato uno staff a mia disposizione, in questi giorni ho lavorato tanto sul punto forte e debole della squadra, ho cambiato qualche idea del lavoro precedente. Ho pensato a quello che voglio mettere adesso sulla squadra e prendere in considerazione ciò che è stato fatto bene in passato per essere più solidi”.

Che tipo di tattica usa? Ha trovato un Vieira nel Genoa?

“Sul punto di vista tattico penso a una maggiore animazione del gioco, c’è tempo per finalizzare due o tre cose, la partita di domenica è importantissima ma oltre ce ne sono ancora. Faremo di tutto per fare una bella gara, una bella partita. Non tutto sarà perfetto, ma quello che mi hanno fatto vedere i giocatori mi hanno fatto rimanere contento. Non mi piace parlare di Patrick Vieira giocatore”.

Ottolini, quali le motivazioni per cui è finita questa avventura con Gilardino?

“Andare nelle motivazioni specifiche è sempre complicato. Vengono messe sul piatto della bilancia diverse cose, si parte dai risultati, si fa analisi approfondita, si vedono cose sia all’esterno e poi si vivono sensazioni e situazioni quotidiane. Abbiamo avuto anche un alto numero di infortuni e c’era la sensazione di voler far uscire un po’ tutti da una sorta di comfort zone e poi maturata questa decisione”.

Ottolini, la decisione chi l’ha presa?

“Io sono qui dalla fine di luglio di due anni e tutte sono passate dalla mia scrivania, è chiaro che vengono prese in maniera collegiale e ci deve essere un ampio consenso”.

Vieira, è riuscito già a recuperare un po’ di infortunati?

“Vedremo domani, ma ora è importante avere loro già negli allenamenti, ma se non è domenica sarà la prossima”.

Ottolini, il calcio vive nel sociale, ora ha chiarito che le situazioni passano dalla sua scrivania, come spiega il fatto che Vieira sia venuto in una società che è comunque in difficolta?

“Se Vieira ha scelto di venire da noi è perché ha intravisto qualcosa nella piazza, nei tifosi. Questo è un segno positivo anche per il futuro di questa società”.

Patrick, ci sono dei principi di gioco che nessuno ti chiederà subito. Hai visto un Genoa che te ne mancavano nove, ora recupera qualcuno, cosa si può fare di diverso?

“Questo lo vedremo più avanti, ora più importante lavorare sulla squadra, sulla fiducia, questo è importante: portare nuova energia per essere più competitivi. C’è un gruppo che sarà più forte”.

Tifoseria molto legata a Gilardino può darle problemi all’inizio?

“Gilardino è stato un giocatore e allenatore importantissimo per tifosi e società e questo non si può cambiare mai. Per me arrivare in questa società è importante ed è importante l’unione coi tifosi con la squadra. Io voglio entrare in questa famiglia e lavorare bene, con determinazione”.

Pensa di lavorare più sulla testa dei giocatori? Sulla tecnica o sul piano tattico?

“Dobbiamo dire ai giocatori in modo chiaro cosa vogliamo che facciano sul campo”.

Cosa l’ha convinta di più a scegliere il Genoa? Ci presenta lo staff?

“Cosa importante per me è la relazione con il direttore e avere un aiuto per fare il mio lavoro. Quando abbiamo parlato con l’idea della società mi sono sentito bene dal punto di vista umano e sulla chiarezza di quello che la società vuole fare. Secondo punto è quello della qualità. Vero che con gli infortuni è complicato, ma vedo che il gruppo ha volontà, vuole vincere la partita. Sono molto orgoglioso di essere qui. Per me era importante avere persone con cui lavorato prima, ma anche staff qui. Siamo contenti di essere qui”.

Cosa pensa del pubblico?

“Ho voglia di essere allo stadio domenica, il punto di forza della società è il pubblico. Adesso ho veramente voglia di esserci domenica, è un momento forte e il pubblico è un elemento importante della società e saranno dietro la squadra, sarà una partita importante”.

Soluzioni offensive pronte, visto che è stata una delle carenze di Gilardino?

“L’obiettivo è di creare più opportunità, avere più possesso, essere più alti come squadra, essere più aggressivi a livello offensivo, avere più giocatori nell’area dell’avversario, ci vuole tempo per migliorarci, ma abbiamo lavorato negli ultimi due giorni sui video, sulla comunicazione, proviamo a creare e questo è importante per me come allenatore”.

Conosce il Cagliari?

“Abbiamo parlato dell’avversario di domenica con lo staff, è una squadra con giocatori importanti davanti, ha qualità, ma la cosa importante è come noi dobbiamo giocare. Se facciamo una bella partita possiamo creare difficoltà”.

Ottolini, avete già parlato di calciomercato viste le lungaggini burocratiche con le richieste da avvallare negli Usa?

“Ci confronteremo le prossime settimane, il mister sta prendendo visione dei giocatori, ne stanno rientrando altri, a un certo punto ci siederemo a un tavolo per capire se c’è bisogno di intervenire, a quel punto vedremo cosa sarà possibile fare”.

Vieira, quanto è importante Messias per il Genoa? E quanto si porta a qui dalle precedenti squadre che ha allenato?

“Messias e Vitinha è importante averli a disposizione. Mi sento più forte come allenatore per relazioni che posso avere coi giocatori, mi sento pronto per la sfida”.

Quanto tempo occorrerà prima che i giocatori assimilino i suoi dettami?

“Difficile rispondere, adesso la cosa che dobbiamo fare è lavorare con fiducia e continueremo ad andare avanti”.

Quanto si porta dell’esperienza da giocatore oggi e che ricordi ha del Genoa?

“Sono arrivato al Milan a 18 anni, ho avuto la fortuna di lavorare con Capello e ho capito come si diventa un calciatore e accanto calciatori importanti per gestire il lavoro ed essere completo come giocatore. Ho avuto affetto per l’Italia. L’atmosfera, la passione è una delle ragioni per cui sono qui: la passione, l’essere competitivi”.

Si potrà vedere qualcosa di diverso in campo? Ha già pensato al mercato?

“Per me mercato è avere giocatori infortunati a disposizione, perché sono giocatori importanti e ho visto la volontà di lavorare e di accettare i cambi che l’allenatore può portare. Aspetto positivo. Mi dà gioia, trovato un gruppo di giocatori con la testa e lo spirito aperto e questo per me era molto importante. Non cambierò il calcio, non giocherò a 12. Bisogna essere chiari con i giocatori e metterli dove possono esprimere la loro qualità”.

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