Confronto

Violenza sulle donne, Meloni chiama Ghio: “20 minuti al telefono ma non voglio supporto morale, voglio che cambi le cose “

La consigliera comunale che ha raccontato la violenza subita: "Se sono morta a 12 anni è anche per colpa di persone come lei che avendo il potere tra le mani scelgono di guardare da un'altra parte"

Generico novembre 2024

Genova. La consigliera comunale rossoverde di Genova Francesca Ghio ha parlato per 20 minuti al telefono con la premier, Giorgia Meloni.

E’ stata la presidente del consiglio a contattarla attraverso la sua segreteria per esprimerle vicinanza e stima per avere avuto la forza di raccontare pubblicamente, nell’aula del consiglio comunale, la propria esperienza di vittima, a 12 anni, di un abuso sessuale da parte di un uomo, amico di famiglia.

Francesca Ghio ha prima pubblicato una story in cui riporta il testo del messaggio ricevuto dalla segreteria di Meloni. Il tono è piuttosto polemico, Ghio fa anche un riferimento ai programmi televisivi “verità” che in queste ore la stanno contattando per interviste e ospitate. E poi lancia una frecciata che parrebbe rivolta alle frasi di Valditara in occasione della presentazione della fondazione in nome di Giulia Cecchettin: il ministro dell’Istruzione, come noto, ha dichiarato che il “patriarcato non esiste più” e che le violenze sulle donne sono in aumento “per via dell’arrivo di un alto numero di immigrati”.

Generico novembre 2024

Nonostante la distanza politica, da donna delle istituzioni, Francesca Ghio ha risposto comunque alla chiamata e qualche ora dopo ne rende conto con una serie di messaggi riportati in un post su Instagram. A leggerli, l’impressione è che non sia stato un formale scambio di cortesia. Accuse sulla gestione politica del tema e una richiesta: “Vogliamo l’educazione sessuo-affettiva alle emozioni e al consenso in tutte le scuole del Paese, per tutti i bambini e le bambine di oggi, che saranno gli adulti di domani”.

Nelle stesse ore la procura di Genova apre un fascicolo per violenza sessuale aggravata, al momento contro ignoti, sulla base delle notizie di cronaca relative alla vicenda e nei prossimi giorni i pm sentiranno Ghio per capire se ci siano elementi per evitare che la violenza sia prescritta, visto il periodo di oltre 12 anni (per esempio se ci fossero stati episodi anche negli anni successivi).

“Ho parlato 20 minuti al telefono con il (sic) presidente Giorgia Meloni – scrive Francesca Ghio, sottolineando la volontà della premier di essere appellata con l’articolo maschile – se avessi assecondato il motivo della sua telefonata probabilmente sarebbe durata pochi secondi, giusto il tempo di lasciare che mi riportasse i complimenti per il coraggio e la vicinanza per il dolore”.

“Ma non ci sto a queste logiche – continua la consigliera rossoverde, attivista ambientalista e femminista – non arretro di un centimetro e ho usato anche questa sua chiamata per dirlo, a chi politicamente vuole la mia attenzione dicendomi che sono stata brava, rispondo che non ha capito l’essenza del mio gesto”.

‘Sono madre’, mi ha detto al telefono la premier – racconta Ghio, che nei giorni scorsi ha ricevuto messaggi di solidarietà anche dal presidente della Regione e sindaco di Genova Marco Bucci e, tra gli altri, dalla deputata Ilaria Cavo – sono madre anche io e lotto per mia figlia e anche per la sua. Dire a me, a Gino, a Chiara a tutti cuori frantumati e le ossa rotte che vi dispiace, serve solo a voi stessi per sentirvi meglio con quello che avete o non avete fatto. A noi serve un cambiamento“.

Poi il passaggio più duro: “Se sono morta a 12 anni è anche per colpa di persone come lei, che pur avendo il potere tra le mani, pur avendo gli strumenti per cambiare, scelgono di guardare da un’altra parte – afferma Francesca Ghio, ribadendo il perché della sua testimonianza – trovando continuamente un capro espiatorio: “Sono figli sani di un sistema malato” non è uno slogan, è la realtà. Quando le soluzioni ci sono serve la volontà politica di applicarle. Non farlo, è una risposta chiara”.

Ghio parla dritta alla presidente: “Cara presidente Meloni, Ti ringrazio per la vicinanza ma se ho parlato, non è per avere supporto morale. La mia morale è solida e alle lacrime ci pensano le mie sorelle. Se ho parlato è perché voglio una fine a questo dolore. Perché nessun’altra persona debba continuare a passarci attraverso. Se davvero le sono arrivata presidente Meloni, allora lo dimostri con la sua potente azione politica che ha nelle sue mani. È una responsabilità e un privilegio poter usare la politica per risolvere i problemi. Le parole ora risuonano vuote come il buio che ho attraversato”.

E poi una richiesta, precisa: “Vogliamo l’educazione sessuo-affettiva alle emozioni e al consenso in tutte le scuole del Paese, per tutti i bambini e le bambine di oggi, che saranno gli adulti di domani. Per mettere nelle loro mani e nei loro cuori gli strumenti potenti della consapevolezza e dell’amore”.

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