Fenomeno preoccupante

Falso trading online, aumentano le truffe a Genova: nel 2023 sottratti oltre 4 milioni di euro

Un fenomeno criminale che nel panorama delle frodi digitali genera i profitti più alti, alimentando anche l’interesse della criminalità organizzata. Lo scorso anno 74 le denunce

polizia postale

Genova. Aumentano anche nel capoluogo ligure i casi di falso trading online, la truffa informatica sulle attività di compravendita di azioni e titoli finanziari in rete.

Nel 2023 la Polizia Postale ha ricevuto oltre 3.400 denunce di truffe legate alle false proposte di investimenti online (+ 12% rispetto all’anno precedente), per un valore complessivo dei fondi sottratti di oltre 111 milioni di euro. A Genova, nello stesso anno, il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica ha ricevuto 74 denunce relative al trading online su un totale di 281 casi di truffa online trattati, per un danno economico totale di oltre 4 milioni di euro.

Un fenomeno criminale, quello del falso trading online, che nel panorama delle frodi digitali genera i profitti più alti, alimentando anche l’interesse della criminalità organizzata. Solitamente i falsi investimenti finanziari vengono pubblicizzati con messaggi creati ad hoc, che riescono a convincere le persone a fidarsi di proposte ingannevoli anche grazie all’uso illecito di marchi e loghi di importanti aziende. Le potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale giocano un ruolo chiave: i cybercriminali utilizzano semplici software per realizzare i cosiddetti “deepfake“, ovvero video promozionali che riproducono voce e aspetto di amministratori delegati, politici e personalità amate dal pubblico cui vengono attribuite parole per promuovere l’offerta.

La vittima viene “agganciata” al telefono, su social e siti d’incontri, indotta a comunicare i propri dati e infine persuasa a investire online, affidandosi ai consigli di un truffatore che si finge broker professionista. La richiesta iniziale solitamente è di poche decine o centinaia di euro, che produce quello che appare come un immediato rendimento. Una volta conquistata la fiducia con numeri (fasulli), i truffatori convincono la vittima a investire altro denaro. L’ultima fase della truffa consiste nella richiesta del versamento di presunti “costi di sblocco” per recuperare il capitale investito. Inutile dire che in nessun caso il denaro versato torna nelle casse di chi lo ha versato

Anche alla luce dell’aumento esponenziale di queste truffe, la Polizia Postale ha diffuso una serie di raccomandazioni di buon senso per prevenire questo genere di reati: non credere alla promessa di guadagni fuori mercato, non condividere dati personali, bancari e credenziali di accesso con presunti agenti finanziari, verificare l’attendibilità di chi propone l’investimento, visitando i siti della Consob e della Banca D’Italia, utilizzare esclusivamente piattaforme ufficiali evitando di cliccare su banner pubblicitari. Infine, fare subito denuncia se si sospetta di essere vittima di questo tipo di truffa.

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