"violentata a 12 anni"

Dopo la testimonianza in aula della consigliera Ghio la Procura apre un’inchiesta per violenza sessuale aggravata

L'indagine in questi casi viene aperta senza querela, ma c'è il nodo della prescrizione. Francesca Ghio potrebbe essere chiamata come teste nei prossimi giorni

francesca ghio

Genova. La procura di Genova ha aperto un fascicolo per violenza sessuale aggravata dopo l’intervento fatto in aula ieri pomeriggio a Tursi dalla consigliere comunale Francesca Ghio che rispondendo a un ordine del giorno sul tema della violenza sulle donne ha raccontato la propria esperienza personale. 

“Avevo 12 anni, vivevo nel cuore della Genova bene, quando sono stata violentata fisicamente e psicologicamente tra le mura di casa mia” ha detto Ghio, indicando, senza farne il nome lo stupratore, “un dirigente di un’azienda genovese” e spiegando che la violenza si è protratta per molti mesi. (In questo articolo la testimonianza in aula della 31enne Francesca Ghio).

Il procuratore Nicola Piacente ha deciso di approfondire immediatamente la vicenda aprendo un fascicolo sulla base di quanto riportato ieri e oggi da quotidiani online e giornali. In caso di violenza sessuale aggravata (in questo caso dal fatto che la vittima avesse meno di 18 anni), l’inchiesta può essere aperta d’ufficio, senza bisogno di una querela della parte offesa, in cui termini in questo caso sarebbero ampiamente scaduti.

Preliminarmente tuttavia sarà necessario accertare le tempistiche perché il reato potrebbe essere prescritto. Se i fatti sono risalenti al 2006, infatti la prescrizione sarebbe di soli 12 anni. Successivamente diverse normative sono state introdotte modificando e ampliando enormemente i tempi della prescrizione, come quella del 2012 che la raddoppia in caso di violenza sessuale aggravata e quella del 2017 che fa scattare la prescrizione dal compimento della maggiore età della vittima, ma si tratta appunto di modifiche intervenute successivamente ai fatti e quindi non applicabili alla vicenda. Diverso sarebbe se la violenza da parte dello stupratore che Ghio ieri ha definito “il vostro bravo ragazzo” si fosse protratta negli anni fino a tempi più recenti.

Proprio per questo la Procura potrebbe sentire la consigliera comunale già nei prossimi giorni. In questo caso il codice Rosso imporrebbe il termine stringente di tre giorni, ma si tratta di una tempistica a tutela della vittima per può trovarsi in una situazione di pericolo immediato. In un caso di questo tipo il o la pm del gruppo fasce deboli a cui nelle prossime ore sarà assegnato il fascicolo potrà decidere anche una tempistica diversa. 

Intanto, dopo aver percepito un certo gelo da parte degli altri consiglieri comunali e della politica cittadina – tranne per un messaggio di solidarietà, in tarda serata, del sindaco e presidente della Regione Marco Bucci – oggi Francesca Ghio parla con una story a tutti quelli che le hanno dimostrato vicinanza: “Grazie per le parole e le canzoni che mi mandate, leggo, ascolto, sorrido, ora la mia storia è la nostra storia, mi sento uno scoglio tra le onde, sto bene”.

Sul commento del sindaco dice: “Sui giornali oggi ho letto frasi di stima e di incoraggiamento, non me le ha rivolte direttamente, e sarebbe stato meglio. Ma mi chiedo dopo la campagna promozionale #loNo dove il singolo viene deresponsabilizzato, perché non si chiede invece di investire in campagne diverse che diano ai giovani gli strumenti per rispondere alla violenza. Bisogna smetterla di restare incastrati nella retorica della celebrazione del 25 novembre o dell’8 marzo ma comprendere i bisogni veri, come gli studenti e le studentesse che nell’università hanno chiesto di avere degli sportelli di ascolto”, ha concluso Ghio.

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