Genova. “Nessun effetto per il documento, portato all’ordine del giorno e approvato all’unanimità in consiglio comunale, che avrebbe dovuto porre l’urgenza di rispondere al grido d’aiuto dei quartieri di Genova che perderanno dal 14 dicembre gli uffici postali. Non è stata fatta la commissione chiesta in relazione alla possibilità di parlare con la dirigenza regionale delle Poste, però si legge che alcuni uffici postali sono inutili tanto che queste sono, sul territorio, le previsioni di chiusura e ridimensionamento: Genova 11 (via Assarotti) Genova 28 (via Redipuglia) Genova 35 (via Donghi) Genova 48 (Multedo di Pegli) Genova 59 (San Quirico) Chiavari (succ 3) e la disattivazione turno pomeridiano a Genova 60 (Pontedecimo ). Poi vi sono le riduzioni dei giorni di apertura a Cogorno, Graveglia, Ruta di Camogli, S. Vittoria Libiola e Isoverde”.
Queste le parole affidate ad una nota stampa di Cristina Lodi Consigliere comunale Azione: “Insomma, questi uffici sono inutili e va tutto bene, questo il messaggio che trapela. Per cui, giocoforza pensarlo, non c’è motivo economico, finanziario di sostenibilità dell’azienda a questo taglio, se non politico”
Proprio per questo ho interpellato l’onorevole Valentina Grippo, che a livello nazionale per Azione, sta seguendo la cosa anche per altre regioni, chiedendo un intervento a livello parlamentare. “Gli uffici postali- ha dichiarato la deputata Grippo- offrono un servizio essenziale per le nostre comunità: l’ho sostenuto pochi giorni fa intervenendo con un’interrogazione parlamentare per scongiurare la possibile chiusura di quattro uffici nella città di Venezia e lo ribadisco oggi per la città di Genova. Anche nel capoluogo ligure, infatti, si rischia un pesante ridimensionamento delle strutture che implicherebbe una grave riduzione dei servizi nei confronti dei cittadini, specialmente più anziani, e di interi quartieri. Ho quindi accolto la sollecitazione della consigliera di Azione Cristina Lodi che ha evidenziato la problematica: presenterò un’ulteriore interrogazione al Mef e al Mimit per chiedere spiegazioni nel merito e per salvaguardare gli uffici”.
“Questi uffici non devono chiudere – termina la nota stampa – in passato facemmo una battaglia e la vincemmo, ora è il momento di battagliare ancora. Per la tenuta dei quartieri, innanzitutto, affinchè non perdano servizi pubblici, ma anche per la tenuta dei territori che troppo spesso perdono presidi di utilità pubblica e, di conseguenza, anche opportunità per persone anziane o persone con difficoltà , e chiaramente anche le famiglie sono disincentivate a rimanere a vivere in certe zone di Genova”
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