Timori

Cantiere delle Gavette, le richieste dell’IC Staglieno: “Subito centraline per l’aria e chiarezza sui rischi” fotogallery

In una lunga lettera, indirizzata anche al rappresentate su Genova dell'Unicef, il Consiglio di istituto chiede alle istituzioni di fare chiarezza su cosa sta succedendo e sul destino del progetto

Demolizioni alla rimessa Gavette

Genova. “Il consiglio richiede un’informazione specifica, continua, dettagliata e documentata circa lo stato dell’area e gli eventuali rischi presenti o emergenti e le misure prese per prevenirli e o ridurli. Si richiede inoltre quale misura di tutela della collettività, il posizionamento di apparecchiature atte a rilevare costantemente la qualità dell’aria e la presenza di sostanze nocive, già posizionati e poi rimossi”.

Con queste parole termina la lunga lettera inviata questo pomeriggio a Comune di Genova, Municipio IV Media Val Bisagno, Asl3, Arpal e in copia anche all’Unicef, da parte del Consiglio d’Istituto dell’IC Staglieno a seguito dei tanti interrogativi che sono sorti in queste settimane dopo il ritrovamento di inquinanti all’interno degli scavi del cantiere nella rimessa delle Gavette, oggi demolita e che diventerà fulcro logistico per i nuovi assi di forza del trasporto pubblico locale. Interrogativi che si sono trasformati immediatamente in timori relativi alla salute delle centinaia di alunni e del personale che frequentano la scuola Mazzini, ubicata a pochi metri dal cantiere, e che – almeno sulla carta – dovrebbe beneficiare della costruzione di una nuova area verde prevista sulla copertura della futura nuova rimessa.

“Come è noto – si legge nella lettera pubblicata questo pomeriggio sul sito dell’istituto comprensivo e firmata dalla presidente del Consiglio di istituto Valentina Carlini – la stampa (tra cui alcuni articolo anche di Genova24) ha reso noto la “scoperta” di consistenti quantitativi di sostanze nocive quali amianto ed arsenico, superiori a quelli originariamente stimati a progettoprospettato la necessità di far fronte alle spese aggiuntive necessarie per la bonifica del sito modificando il progetto iniziale, il quale prevedeva che la copertura fosse attrezzata con dotazioni sportive a favore della popolazione e della nostra scuola, confinante alla realizzanda copertura”.

La missiva ripercorre quanto accaduto in queste settimane: “E’ emersa la necessità di ricevere compiuta e completa informazione in ordine all’entità della problematica (quantitativi e tipologia delle sostanze potenzialmente nocive), alla programmazione delle attività di smaltimento (che a quanto si è appreso dall’incontro con ARPAL è nota e programmata dal 2019) al rispetto dei protocolli (risultano elevate da ARPAL numerose osservazioni di cui non si conosce natura ed esito) e, conseguentemente, sull’assenza di pericolo per la salute delle persone che gravitano quotidianamente intorno al cantiere, prima tra tutti la popolazione del nostro Istituto”. Istituto che ogni giorno vede almeno 500 persone, tra studenti e personale, frequentare gli spazi della Mazzini.

Da qui la necessità di avere totale chiarezza e trasparenza su quello che sta succedendo a pochi metri dalle finestre della scuola, che da qualche giorno le maestre, per sicurezza, tengono costantemente chiuse, per evitare di respirare l’aria di cantiere. Viene quindi ufficialmente richiesta una informativa scritta ad Asl3, mentre ad Arpal il Consiglio di istituto è richiesta “conferma di quanto già comunicato per le vie brevi e di cui sopra si è fatto cenno ed eventuali aggiornamenti per quanto di sua competenza”. Alle istituzioni, Comune e Municipio, inoltre viene richiesto di mettere nero su bianco “tempistiche di ultimazione delle opere di bonifica, in ordine alla volontà e possibilità di realizzare il progetto a suo tempo presentato nella sua interezza, senza penalizzare la parte relativa alla copertura attrezzata”. Oltre a ciò, il Consiglio di istituto, vista la situazione, richiede ufficialmente il posizionamento di centraline fisse per controllare costantemente la qualità dell’aria e soprattutto la presenza di eventuali sostanze nocive per la salute. 

Cantiere che fa paura

Due settimana fa, in una affollata assemblea pubblica organizzata dall’associazione Amici di Pontecarrega, erano emerse tutte le paure di residenti, famiglie e insegnanti, per la presenza di inquinanti nell’area interessata alle lavorazioni. Una dato emerso appunto grazie ad alcuni articoli di giornale e che scatenato i comprensibili timori di famiglie e lavoratoi, tanto che da parte di alcuni genitori è stata avanzata la richiesta di spostare momentaneamente gli alunni.

A questo proposito la stessa associazione Amici di Ponte Carrega ha annunciato di aver richiesto un accesso agli atti, per provare a capire che cosa sta succedendo: “Abbiamo preso questa iniziativa – ha spiegato il presidente Fabrizio Spiniello – nella speranza di avere chiarezza. Rimane la considerazione che non dovrebbe spettare ai comitati e alle associazioni dover fare per primi queste iniziative”.

Durante l’assemblea Maurizio Uremassi, presidente del Municipio aveva assicurato che “Il progetto non sarà rivisto. Condividiamo la preoccupazione per la salute di cittadini, studenti e lavoratori. In questi giorni abbiamo avuto l’assicurazione che fino ad oggi le centraline di controllo non abbiano mai registrato valori fuori norma. Mi prenderò carico il prima possibile di convocare un incontri pubblico per spiegare quello che sta succedendo“.

 

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