Genova. E’ arrivato a picchiare la compagna incinta stingendole le mani al collo, facendole sbattere la testa e prendendola a calci in pancia. Le diceva “Te la sei cercata, arrangiati” quando la donna gli ha chiesto di chiamare i soccorsi. Si tratta solo dell’ultimo capitolo, risalente a meno di un anno fa, dell’ennesima storia di maltrattamenti e violenza tra le mura domestiche. Lui, un ecuadoriano di 26 anni, è stato condannato in abbreviato dal giudice Alberto Lippini a 6 anni e 8 mesi di reclusione.
La donna, una connazionale, aveva subito per quasi tre anni insulti e umiliazioni continue da parte del compagno, che le controllava ossessivamente il telefono e la minacciava di morte (una volta anche con un coltello) per gelosia. Lei si era rivolta al centro antiviolenza Mascherona, e aveva sporto diverse querele. In un’occasione era finita anche in una casa protetta, ma poi aveva ripreso a frequentare l’uomo.
Spesso ubriaco, il 26enne una volta aveva aggredito anche il padre di lei, da cui la donna si era rifugiata spaventata, e i carabinieri che erano intervenuti. Arrestato per resistenza, era finito ai domiciliari. Una volta libero aveva giurato di essere cambiato. Erano tornati insieme – di nuovo – ma le umiliazioni e le minacce dopo qualche mese erano ricominciate fino al grave episodio dello scorso novembre quando il 26enne dopo aver picchiato la compagna voleva costringerla a un rapporto sessuale.
Al suo rifiuto l’aveva scaraventata a terra e le aveva stretto le mani attorno al collo, poi i calci in faccia e in pancia. L’uomo è stato anche condannato al pagamento di una provvisionale di 5mila euro a favore della ex, assistita dall’avvocata Nadia Calafato. Il risarcimento del danno vero e proprio sarà stabilito in un successivo processo civile.