Intervista

Sampdoria, Lanna a tutto tondo tra ricordi e futuro: “Lo stadio nuovo sarebbe importante, introiti a 10 milioni all’anno”

L'ex presidente della Sampdoria Marco Lanna si è confessato a cuore aperto nel podcast Frequenze blucerchiate

Marco Lanna

Genova. Un’intervista a cuore aperto, a distanza di otto mesi dalle sue dimissioni. L’ex presidente della Sampdoria Marco Lanna si è confessato a cuore aperto nel podcast Frequenze blucerchiate, la trasmissione di Radio Zena dedicata alla Sampdoria ideata e condotta da Mariano Passeri, con Francesca Faralli e Luca Oddone.

Lanna, che ha gestito il club blucerchiato nel momento probabilmente più difficile della sua storia, ha raccontato la stagione della retrocessione in serie B, i momenti non facili dei cda a Corte Lambruschini, ma anche cosa pensa della Samp di quest’anno.

Della stagione 2022-2023 Lanna ricorda: “Rinforzare una squadra senza avere soldi era complesso. Quando abbiamo fatto il cambio di allenatore da Giampaolo a Stankovic, seppur inizialmente avesse avuto qualche difficoltà nelle prime gare, ci stavo credendo alla salvezza. Ritornati dal ritiro vedevo una squadra che aveva cambiato regime e se la giocava con tutti. Il mio sfogo contro gli arbitri dopo l’Empoli era dovuto al fatto erano successi alcuni episodi contro Monza, Cremonese ed Empoli. Lì, un po’ dovuto al nervosismo e alla carica emotiva, perché ci stavamo giocando la vita, vedevo degli errori quantomeno dubbi contro la Sampdoria da parte della classe arbitrale. Anche loro possono sbagliare, ma quella serie di errori contro di noi mi ha fatto sbottare quella sera a Empoli. Per un po’ ci ho creduto, poi chiaramente quando non riesci a fare punti e inizi a perdere è arrivato il crollo e si è capito che sarebbe stato impossibile. Le risorse tecniche limitate hanno reso la missione del mister veramente impossibile”.

In quei mesi concitati con ancora Ferrero in sella Lanna ha pensato di mollare tutto: “Si stava capendo che poteva diventare impossibile salvare la Sampdoria. Tempi troppo stretti, cose da sistemare tante, tra queste anche il rapporto difficile con la proprietà. Devo però dire che ero affiancato da persone, sia nel cda sia nella sede, ma anche i consulenti sia finanziari che legali, che hanno fatto un lavoro gigantesco. Abbiamo passato nottate in sede per portare avanti e chiudere. Gli avvocati soprattutto che erano a Genova, mentre la parte finanziaria era a Milano, finivano di lavorare alle due di notte e alle otto erano in sede. Un grazie va anche a loro. Sono stati bravi e hanno fatto un grandissimo lavoro. Qualche mese prima della chiusura, però, vedevo che la vetta della montagna era sempre più lontana, quasi inarrivabile. Vedevo troppe difficoltà e trattative che andavano a scemare perché molti mollavano vedendo un’impresa difficile entro giugno”.

Da dirigente come vede il futuro del calcio? “La Lega dovrebbe compattarsi un po’ di più perché ci sono tanti presidenti in Serie A, che è il motore di tutto il circolo calcio, che pensano al loro giardino senza avere una visione più ampia. Il governo dovrebbe dare delle facilitazioni e aiutare le società a rifare gli stadi. Ora siamo quasi costretti data la candidatura per gli Europei, considerato che come competitor abbiamo la Turchia che è pronta a investire tanti soldi. In Italia siamo legati a lentezze burocratiche. Una delle prime cose che feci, arrivato alla Sampdoria, fu il sondaggio per chiedere ai tifosi perché non venivano allo stadio al netto della quota del 75% per il distanziamento Covid. Tante persone mi hanno risposto che serviva uno stadio e servizi migliori. Ovvio che non ero io che potevo risolvere quel tipo di problema. Il Ferraris deve restare lì, storicamente è quello lo stadio. Secondo me bisogna partire dal rifare gli stadi e ripensare le dinamiche interne della Lega Calcio. Con Gianni Panconi avevamo fatto un calcolo, con lo stadio nuovo, tolti i costi, a livello di introiti li avevamo quantificati intorno ai 10 milioni l’anno, facendo vivere lo stadio tutto l’anno con gli store delle squadre, ristoranti e l’evento della partita di domenica. Sarebbe importante per squadre come Genoa e Sampdoria”.

Sul cammino di questa stagione Lanna è certo: “È una squadra costruita per essere una delle serie pretententi per tornare in Serie A. Solo che la coppia Coda-Tutino è una garanzia di 30-40 gol. La partenza non è stata delle migliori, ma la Serie B ti dà tempo. Siamo ancora nella fase iniziale. Penso all’anno scorso che stavamo lottando per non retrocedere a gennaio e sono bastate un po’ di partite vinte e ti sei trovato nei playoff. Mi sembra un campionato più equilibrato. Certo, ci sono squadre attrezzate penso al Pisa, al Palermo, alla Cremonese, altre ne verranno fuori tipo il Sassuolo, la Salernitana, lo Spezia che è lì ed è una squadra solida con un allenatore bravo. Per cui il campionato ti dà il tempo di rientrare in corsa senza grossi patemi”.

Quanto può aver impattato l’aspetto psicologico sull’avvio sotto le aspettative? “Pirlo è un allenatore che vuole far giocare la squadra dal basso con un palleggio continuo. La B è una categoria dove non vedo tante squadre che fanno palleggio, fanno due passaggi, ma poi la sfera arriva alle punte. Tra l’anno scorso e le prime gare di quest’anno ho visto una squadra che sotto pressione andava in difficoltà. Anche l’anno scorso la squadra, leggendo le formazioni, aveva giocatori con tante presenze in A, B anche in Champions League…  Sottil ha dato concretezza, la squadra gioca più in verticale e questo aiuta Tutino e Coda che vengono accompagnati di più dai compagni”.

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