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Regionali, Toscano (Democrazia Sovrana e Popolare): “Restituire ai cittadini sanità e infrastrutture e ripristinare la scala sociale”

"Situazione delle infrastrutture preoccupante, sono cresciuto con il mito negativo della Salerno - Reggio Calabria ma non auguro a nessuno di spostarsi sulla Genova - Ventimiglia"

Genova. E’ stato il secondo politico a presentare la propria candidatura come presidente della Regione Liguria: dall’annuncio, insieme a Marco Rizzo, al circolo Cap sembra passato un secolo vista l’intensità della campagna elettorale. Francesco Toscano, 45 anni, è il candidato alle Regionali in Liguria per Democrazia Sovrana Popolare.

Nato a Gioia Tauro, in Calabria, si è calato da qualche settimana nella realtà ligure. La sua corsa è da subito partita come una proposta di alternativa al bipolarismo di centrodestra e centrosinistra, visti come due facce della stessa medaglia.

“Democrazia Sovrana e Popolare è è l’unico partito che è in grado di rimettere al centro la politica tagliando le unghie alla finanza globalista che ha impoverito l’Italia e l’Europa negli ultimi trent’anni – dice Toscano – abbiamo saputo risollevare un Paese dalla guerra, abbiamo saputo diventare una grande potenza industriale, siamo riusciti a creare la scala sociale, abbiamo costruito una sanità pubblica e una rete di infrastrutture e poi abbiamo dilapidato quel patrimonio in nome del capitalismo e degli interessi privati, io sono cresciuto con il mito negativo della Salerno Reggio Calabria ma non la cambierei con la Genova Ventimiglia, ho attraversato tratte in Liguria dove non esiste la corsia di emergenza”.

Uno dei temi fondamentali è anche quello dei conflitti armati nel mondo: “Un tema che non è avulso dalla campagna elettorale, che ci riguarda – aggiunge Francesco Toscano – siamo oggi l’unico partito che ha le idee chiare rispetto alle condizioni da prendere per impedire un’escalation che porterebbe l’Europa alla distruzione in conseguenza di una scellerata guerra contro la Russia”.

Dal crollo del ponte Morandi, ai “favori ai Benetton”, passando per l’oligarchia al potere e la gestione della pandemia, Democrazia Sovrana e Popolare parla di un modello totalmente differente da quello “che potrebbe essere incarnato sia da Bucci sia da Orlando: dalla Liguria può partire una vera rivoluzione culturale e politica pronta a rimettere al centro i bisogni delle persone, pronta a invertire un trentennio di malapolitica e di antipolitica”.

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