Genova. Sono stati 198 i reati a danno di minori commessi in Liguria nel 2023, in calo del 4% rispetto al 2022. Nel 67% dei casi le vittime sono di genere femminile. Il reato più diffuso è il maltrattamento contro familiari e conviventi con 62 casi, aumentati del 68% rispetto al 2022.
I dati, elaborati dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale, sono stati resi noti dalla Fondazione Terre des Hommes alla Camera dei Deputati, alla presenza del presidente della Camera, l’onorevole Lorenzo Fontana, della vice questore della Polizia di Stato Eugenia Sepe, in occasione della presentazione del Dossier Indifesa – “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo” 2024 e in vista della Giornata internazionale delle bambine, fissata per l’11 ottobre.
Guardando alla Liguria emerge come aumentino i reati di violazione degli obblighi di assistenza familiare (+6%, 17 casi), abbandono di persone minori o incapaci (+21%, 17 casi), pornografia minorile (+25%, 5 casi), atti sessuali con minorenne (+6%, 17 casi), prostituzione minorile e detenzione di materiale pornografico (entrambi con 1 caso nel 2022 e 2 nel 2023). Calano, invece, i casi di abuso dei mezzi di correzione o disciplina (6, -25%), le sottrazioni di persone incapaci (5 casi, -50%), le violenze sessuali (-36% con 30 casi), i casi di corruzione di minorenne (1, -86%), le violenze sessuali aggravate (27 casi, -27%).
“I dati dimostrano un incremento delle denunce da parte delle vittime – ha detto la dottoressa Eugenia Sepe, vice questore della Polizia di Stato – Ciò significa che le azioni intraprese dalle Forze di Polizia sul fronte delle campagne di informazione, tese a scardinare gli ostacoli di carattere socioculturale che hanno alimentato ed alimentano ancora le violenze e gli abusi sui minori, stanno producendo risultati che confermano il rapporto di fiducia instaurato con le vittime. Un risultato, tuttavia, che non distoglie il nostro sguardo dal “numero oscuro” di casi non denunciati e da tutti quei delitti che si consumano nel “mondo virtuale” dove i minori sono sempre più esposti ed indifesi”.
“Due fattori, che devono farci riflettere, emergono dagli ultimi dati dei reati sui minori – aggiunge Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes – In primo luogo l’immagine della famiglia come luogo sicuro e accogliente, come nido in cui i bambini possono crescere per imparare a spiccare il volo, mostra più di una crepa e chiama in causa tutti i nostri sforzi affinché i genitori non debbano affrontare in solitudine una fragilità che appare sempre più evidente. In secondo luogo, la violenza, soprattutto quella fisica, continua a consumarsi in maggioranza sul corpo delle bambine e delle ragazze e questo, non ci stancheremo mai di dirlo, costringe tutti noi a non mollare la presa su una battaglia culturale, per superare la struttura patriarcale e creare una società più inclusiva fondata sul rispetto dell’altro, che è ancora lontana dal produrre i cambiamenti sperati”.
Dal Dossier Indifesa, che racchiude e analizza tutti i fenomeni che mettono a rischio la vita, la salute e i diritti delle bambine e delle ragazze, in Italia e nel mondo, emerge anche un aumento negli ultimi anni del disagio psicologico dei ragazzi, e soprattutto delle ragazze, in Italia.
Secondo l’Istituto Superiore della Sanità, il 52% delle ragazze ritiene che la pandemia abbia avuto un impatto negativo sulla propria salute mentale, dato che scende al 31% tra i coetanei maschi. Questo malessere aumenta con l’età: tra gli undicenni è stato riscontrato dal 33% delle bambine e dal 25% dei bambini, mentre tra i teenagers di diciassette anni lo ha vissuto il 66% delle ragazze e il 41% dei maschi. La tendenza è confermata anche a livello mondiale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che riscontra un peggioramento nel benessere dei giovani in generale e delle ragazze in particolare. Il 28% delle quindicenni segnala una profonda solitudine, a fronte del 13% dei coetanei maschi.
Aumenta il disagio psicologico tra i più giovani
Terre des Hommes, insieme a Scuola Zoo, ha provato a indagare questo malessere attraverso Osservatorio indifesa, al quale hanno partecipato oltre 2.000 ragazze tra i 14 e i 26 anni. Emerge, innanzitutto, che la quasi totalità, 9 ragazze su 10, percepisce forti rischi per la propria salute mentale. Tra le cause che compromettono il benessere psicologico delle ragazze, prima tra tutte, per il 76%, è la difficoltà di accettarsi e stare bene con il proprio corpo. Troviamo, poi, le relazioni difficili con i genitori o la famiglia (indicate dal 73% delle risposte) e le prestazioni scolastiche (66%).
Più del 50% delle ragazze vede, inoltre, come rischi le preoccupazioni per il proprio futuro, le relazioni complicate con amici o coetanei, la solitudine, la depressione, la violenza di ogni genere. Altri motivi di preoccupazione sono un rapporto di coppia incostante (43%), le relazioni con gli insegnanti (28%), il timore per la situazione globale (25%) e l’Eco-ansia (17%). Intervenire è, quindi, fondamentale e sono le ragazze a indicare la strada: il 75% chiede che la scuola si occupi di più di salute mentale e il 66,5% vorrebbe uno psicologo gratuito fuori dalla scuola.