Genova. Nell’agosto dello scorso anno Luca Iacobelli, aveva preso a sassate, con almeno venti colpi, una donna che stava seduta su una panchina e stava parlando al telefono con il marito. Un’aggressione violentissima con la donna finita in coma (successivamente per fortuna le sue condizioni erano migliorate) e lui, un 34enne italiano, senza fissa dimora che aveva minacciato un passante che lo aveva ripreso in video e poi gli stessi poliziotti che lo avevano fermato.
Ma Luca Iacobelli non finirà in carcere per tentato omicidio, come aveva chiesto il sostituto procuratore Luca Monteverde. La giudice per l’udienza preliminare Angela Nutini lo ha infatti prosciolto perché a suo avviso Iacobelli è incapace di intendere e di volere.
La sentenza di proscioglimento è arrivata nelle scorse settimane e si è basata sostanzialmente sull’analisi della perizia e delle consulenze psichiatriche. Per lo psichiatra Pietro Ciliberti, nominato dalla giudice Luisa Camposaragna in fase di indagini, Iacobelli “ha un disturbo schizotipo di personalità” che lo porta a “una seminfermità”. Per il collega Giacomo Mongodi, nominato dal pubblico ministero Luca Monteverde, l’aggressore sarebbe totalmente capace di intendere e volere, mentre per il consulente della difesa sarebbe totalmente incapace.
La giudice quindi ha ritenuto più convincente la tesi del consulente della difesa. Iacobelli, difeso dall’avvocata Emily Contorto, aveva detto di avere agito “perché sentiva delle voci“. Il pm Luca Monteverde aveva chiesto la condanna, edesso sia la Procura generale sia l’avvocata della donna aggredita hanno presentato ricorso in appello.
Iacobelli, nel frattempo, su richiesta del pm Monteverde, è stato collocato in una Rems, che sostituisce oggi quelli che erano gli ospedali psichiatrici giudiziari.
L’aggressione brutale era avvenuta in pieno giorno ai giardinetti 10 maggio 1909, nel quartiere Struppa. A intervenire in difesa della vittima erano stati due residenti. Le urla della donna avevano infranto la quiete dell’ora di pranzo, ed erano state molte le persone che le avevano sentite senza capire cosa stesse accadendo.
Una residente, che si era affacciata al balcone ha visto l’aggressione e ha avvisato il 112, nel frattempo un altro abitante della zona, un ragazzo di trent’anni, era arrivato ai giardini ed era corso verso la donna sanguinante, distesa nella polvere. Poi si era messo all’inseguimento dell’aggressore individuandolo poco più avanti. Aveva avuto la prontezza di riprenderlo con lo smartphone e di seguirlo a distanza di sicurezza sino a quando non era arrivate le volanti della polizia. Gli agenti lo avevano bloccato a fatica – “Il prossimo che prendo a sassate sei tu“, aveva detto a uno di loro prima di essere portato in Questura.