La ripartenza

Pallanuoto, coach Sandro Sukno fedele alla Pro Recco: “Sarei rimasto comunque, tanto entusiasmo dai nuovi proprietari”

"Il presidente Felugo infondeva fiducia e io volevo aiutare la società. Campionato molto equilibrato: puntiamo a crescere e ai playoff, provando a vincere il più possibile"

Generico ottobre 2024
Foto fornita da Pro Recco

Recco. Dopo settimane tribolate nelle quali si era profilato un forte ridimensionamento, la Pro Recco può tornare a pensare in grande: la famiglia Behring è entrata in società garantendo così un’importante stabilità per competere nuovamente ad alti livelli, ottenendo nuovamente i tanti titoli e la storica denominazione con logo annesso. Il percorso sportivo è potuto iniziare con maggiore serenità con le prime gare di Euro Cup (la società aveva rinunciato alla Champions League) che poi hanno portato i recchelini a passare il turno.

Alla guida della squadra c’è sempre coach Sandro Sukno. Un rapporto condito da tanti successi quello con la piazza biancoceleste. Da giocatore e allenatore a Recco ha vinto un totale di 7 Scudetti, 3 Coppe Italia, 3 Champions League, 4 Supercoppe LEN e una Lega Adriatica. La sua presenza non è mai stata in discussione nemmeno al momento della crisi di quest’estate. Il tecnico croato era in prima linea anche per un eventuale progetto sportivo ridimensionato. L’obiettivo era salvare la Pro Recco: Ce l’abbiamo fatta, tutti insieme.

Coach, è stata un’estate particolarmente turbolenta per voi ma conclusa con un lieto fine

È andata bene alla fine, che è la cosa più importante. È vero, ci siamo trovati un po’ tutti quanti in difficoltà e senza chiarezza. E poi è stato ancora più difficile soprattutto per i ragazzi che dovevano disputare le Olimpia. In teoria erano stati tutti liberati e non era facile mantenere alta la concentrazione. Alla fine abbiamo dimostrato nuovamente di essere un gruppo unito e ce l’abbiamo fatta tutti insieme. Il presidente Felugo dal primo giorno infondeva fiducia e la voglia di salvare tutto quanto. Adesso abbiamo una nuova proprietà, nuovi proprietari con un entusiasmo incredibile. Abbiamo cambiato un po’ anche la squadra ma comunque abbiamo creato un bel gruppo e dobbiamo lavorare, poi vedremo quando arriveranno le partite da vincere.

La sua volontà è sempre stata quella di rimanere a Recco, conferma?

Sì, è vero. Ero tornato in Croazia e dopo prima telefonata con Maurizio (Felugo ndr), dove mi ha spiegato un po’ la situazione, ho deciso che bisognava rimanere insieme perché la Pro Recco merita di andare avanti e dovevamo essere uniti il più possibile. Poi dopo due o tre settimane, quando gli ex proprietari avevano lasciato definitivamente, l’idea era quella di mollare le partite di Europa e di creare un gruppo con 10-12 giovani, sperando di trovare l’accordo con altri 3-4 bravi. Con me in panchina: sarei rimasto comunque, come ho detto a Felugo, anche con un livello più basso. Volevo dare una mano a questa società, soprattutto il primo anno. Poi si è chiarito tutto dopo le Olimpiadi e siamo tornati su una direzione bella e giusta: ripeto, Pro Recco è una società storica e merita di mantenere alto il livello.

Com’è stato l’approccio della nuova proprietà all’universo Pro Recco?

Sono tutti veramente entusiasti. A partire dal boss, Alexandre Behring, che è un ex pallanuotista e che quindi conosce la materia. Ha visto tutte le Olimpiadi e da tanti anni aiuta i ragazzi in Brasile a fare pallanuoto, circa 200-300 ragazzini da 10 anni in poi fino a 14-15. Lui è già stato a Recco, cercherà di venire a vedere le partite più possibile perché è abbastanza impegnato con il lavoro ma anche in Eurocup ci ha seguito in streaming. Si vede che vive con noi l’inizio della stagione.

Come sta procedendo la preparazione con la squadra?

Siamo partiti un po’ in ritardo, dopo dieci giorni siamo già andati a Budapest per giocare le qualificazioni di Eurocup. L’obiettivo è stato quello di passare sto turno e ce l’abbiamo fatta. L’ultima gara contro Vasutas l’abbiamo persa meritamente e abbiamo capito che siamo un po’ indietro rispetto ad un avversario che è già insieme da due mesi. Dobbiamo lavorare soprattutto fisicamente e poi anche per inserire nuove cose. Non siamo più forti in Europa con un il roster più largo ma comunque abbiamo qualità e dobbiamo inserire i nostri giovani da farli capire cosa li aspetta perché devono adattarsi ai livelli agonistici. Ci vuole un po’ di tempo per iniziare a crescere, almeno due/tre mesi.

Su cosa state lavorando maggiormente?

Vogliamo tirare fuori qualcosa di nuovo, sviluppando un nuovo tipo di gioco per il quale dobbiamo lavorare un po’ di più su certe cose in difesa, accelerare il nostro ritmo e cambiare qualcosina. Sicuramente per vincere le coppe tutto parte sempre dalla difesa, poi mi piacerebbe di trovare un equilibrio: dopo la bella fase difensiva, ripartire bene con una transizione di altissimo livello per provare ad avere modo di segnare i primi 10-12 secondi dove tante difese sono più deboli. Non è facile perché poi rischi di prendere contropiede, così dobbiamo lavorare su quella cosa. 

La Pro Recco punterà nuovamente a vincere, giusto?

Negli ultimi anni vinceva spesso la Pro Recco, ma è sempre il campionato italiano. Secondo me è più interessante rispetto agli altri, soprattutto quest’anno dove ci sono anche altre squadre forti. Mi aspetto un campionato molto equilibrato, anche la Coppa Italia con le Final Eight a marzo. Siamo tornati ad campionato normale dopo COVID, dove si rigiocheranno gare di andata e ritorno e ci saranno un sacco di partite, più l’Euro Cup. Puntiamo ad arrivare ai playoff e poi vedere come siamo messi una volta qualificati. È importante evitare infortuni perché già non è iniziata benissimo, ma non ci troveremo mai delle scuse, cerchiamo di lavorare, stare zitti e provare a vincere. Gli avversari? Ci sono buone squadre ma, come dico sempre ai ragazzi, dobbiamo guardare noi stessi e lavorare sul nostro gioco. Rispettiamo gli avversari ma sono sempre più concentrato sui miei giocatori.

 

 

 

 

 

 

 

 

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