Genova. Dopo 14 mesi di attesa, oggi si è chiuso un vero e proprio incubo: il palazzo di via Terpi 20a, evacuato l 21 luglio del 2023 a causa di alcuni movimenti strutturali, è tornato totalmente agibile e tutte le famiglie sono quindi rientrate nelle proprie case. La decisione è arrivata questa mattina, a seguito del sopralluogo tecnico della pubblica incolumità che, dopo gli ultimi lavori e le ultime perizie, ha dato il via libera definitivo al rientro delle ultime sette famiglie sfollate.
Un rientro che segue i due parziali svoltisi la scorsa primavera, il primo, e a luglio il secondo, e che hanno seguito parallelamente il progresso dei lavori di consolidamento della struttura. “Un’odissea lunga e dolorosa – ci racconta Stefano Martorana, amministratore del condominio – e che in questi mesi ci ha fatto passare momenti molti brutti. Ci sono state persone che hanno vissuto per mesi in camper, altri si sono pagati un affitto, senza sapere fino all’ultimo se sarebbero mai rientrati a casa. Un grazie particolare alla ditta che ha fatto i lavori – sottolinea – che nonostante tutte le difficoltà di un cantiere difficile, rimasto anche “incastrato “dalle vicende legate al superbonus e alla cessione del credito, non ci ha abbandonati e ha portato a termine questi lavori complessi ma determinanti. E ringrazio anche i colleghi dello Studio Profim che in questi 14 mesi hanno lavorato per sostenere questa situazione che ci ha coinvolti anima e corpo”.
A far tardare i rientri alcune condizioni strutturali dell’edificio, emerse dai monitoraggi di questi mesi: “Il palazzo è stato letteralmente inchiodato e zavorrato al suolo – spiega Martorana – ma durante i lavori è emerso che in questi decenni di micro movimenti alcuni nodi delle strutture portanti si erano mossi. Per questo motivo il palazzo è stato praticamente tutti ricucito posticipando il rientro definitivo”.
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Nel frattempo continuano i lavori del Comune di Genova per la messa in sicurezza del versante di via Terpi, da tempo oggetto di dissesto e per questo sotto costante monitoraggio, come anche gli altri stabili della zona. “L’acqua continua a lavorare – commenta Martorana, che di formazione è geologo – e tutto il versante della collina di Montesignano ha delle criticità. I lavori di messa in sicurezza avviati dalla pubblica amministrazione sono fondamentali e procedono, ma in futuro credo che si dovrà intervenire in maniera strutturale sulla regimentazione delle acque piovane anche a monte. Non bisogna abbassare la guardia”.