Lo sconfitto

Orlando: “Bucci ha evitato al centrodestra una cavalleria rusticana che è solo rinviata”

Resterà all'opposizione in Liguria o tornerà a Roma? "E' una valutazione che farò dopo aver parlato con il Pd locale e nazionale"

andrea orlando

Genova. Andrea Orlando ha passato alla Spezia le lunghe e incerte ore dello spoglio delle elezioni regionali. C’è stato un momento in cui – nel pomeriggio – l’exploit su Genova sembrava potergli far agguantare la vittoria nei confronti di Marco Bucci. Poi il vantaggio del sindaco si è consolidato. Un’ora e mezzo di auto fino a Genova dove, per prima cosa, ha telefonato al suo avversario per fargli gli auguri di buon lavoro. Una breve riunione nella sede del Pd in via XX Settembre (c’erano l’europarlamentare Brando Benifei, il suo staff, il segretario regionale Davide Natale) e alla fine la conferenza stampa che sperava di non dover fare, da sconfitto, nel quartier generale del centrosinistra allestito in un Mercato Orientale dove le saracinesche erano chiuse ormai da un po’.

“Purtroppo, come voi abbiamo seguito lo spoglio fino all’ultimo, un esito molto incerto fino all’ultimo, che si è risolto in un’incollatura – ha esordito nella sala stampa, accolto dall’applauso di un gruppo di sostenitori ed è a loro che rivolge il primo pensiero – voglio prima di tutto ringraziare tutti i militanti, tutti i collaboratori che mi hanno aiutato in questa campagna elettorale molto bella, che ci ha visto ovunque, presenti in tutta la Liguria, naturalmente voglio ringraziare i cittadini liguri che ci hanno sostenuto, con un risultato che per pochissimo non ci ha consentito di raggiungere il successo che, come avevamo avvertito in campagna elettorale era a portata di mano”.

“Voglio ringraziare anche quei molti cittadini che hanno espresso un voto diretto sulla mia persona e che mi pare siano qualcosa oltre i dieci, quindicimila, che quindi hanno espresso una preferenza personale, quindi personalmente li ringrazio, anche se non posso direttamente farlo con ciascuno”, aggiunge.

andrea orlando

Orlando prova a vedere il bicchiere mezzo pieno: “Oggi il centrosinistra ha rimesso radici profonde in realtà della Liguria nelle quali aveva avuto grandi difficoltà negli anni scorsi, sapevamo di dover contrastare un sistema di potere forte, arroccato, questo sistema si è manifestato in tutta la sua potenza. Ha vinto di misura, ma oggi ci sono le condizioni per proseguire una battaglia e realizzare nelle prossime tornate, anche amministrative, ciò che non è riuscito in questa tornata regionale”.

Già da domani, il Pd e il centrosinistra – questa è la convinzione che tutti gli esponenti hanno condiviso nel point al Mog – deve iniziare a lavorare per le elezioni comunali che saranno a Genova, al più tardi, a maggio. Pochi mesi per compattarsi ancora di più e per trovare un candidato all’altezza della sfida. Ma, secondo Orlando, la strada è tracciata.

“Oggi credo sia una giornata che ci deve fare riflettere, che deve fare riflettere il centrosinistra a livello nazionale, ma anche ci deve incoraggiare a proseguire una battaglia, che è iniziata, che non è finita e che io intendo portare avanti con determinazione. Quello che è iniziato va sempre finito“.

E a questo proposito, Andrea Orlando farà il capo dell’opposizione in consiglio regionale o tornerà a fare il parlamentare a tempo pieno a Roma?
“E’ una cosa su cui voglio riflettere con il gruppo regionale ligure, con il gruppo dirigente nazionale del quale faccio parte, e con il gruppo parlamentare e sulla base di questa riflessione darò una risposta”.

Orlando, quali possono essere stati gli errori che hanno portato alla sconfitta?
“Il tema fondamentale, al di là dei singoli errori che ci sono stati, e che sicuramente hanno pesato, è che il centrosinistra deve darsi un assetto coalizionale stabile, perché non è possibile determinare il format di volta in volta. Questo dà un vantaggio enorme a una coalizione come quella dei nostri avversari che è in grado di essere pronta dopo una telefonata della sua leader. Noi non siamo così disciplinati e non vogliamo neanche diventarlo perché credo che la discussione e il pluralismo sia una ricchezza, però a volte troppa ricchezza può fare un danno. Credo che il tema fondamentale è costruire il centrosinistra stabile a livello nazionale e farlo su un progetto. Penso che il risultato che ci ha visto davvero a poche migliaia di voti dalla vittoria, qui è stato possibile e lo abbiamo fatto. Naturalmente non potevamo fare tutto qui perché pesavano anche le divisioni nazionali, ma credo che si sia percepito sia un progetto, sia una coalizione che lo sostiene. Se lo abbiamo fatto qui noi penso si possa fare anche a livello nazionale”.

Bucci ha detto che se fosse al posto di Orlando “prenderebbe i suoi amici e gli farebbe un mazzo così”, che “i panni sporchi vanno lavati in famiglia” e che la coalizione deve essere “dura e coesa”. Il deputato Pd ha parlato di questo tema.
“Se a livello nazionale vogliamo essere competitivi non possiamo fare le discussioni che abbiamo fatto in Liguria e lo dico essendo stati un po’ una cavia e come cavie possiamo dire che la sperimentazione sconsiglia questo percorso in cui uno all’ultima settimana dice, di notte, no, di quelli che vogliono marcare la presenza, di quelli che vogliono in qualche modo distinguersi, dinamiche che conosciamo ma qui hanno inciso sul risultato, a livello nazionale possono compromettere un intero progetto”.

Orlando, secondo lei solo Bucci poteva portare il centrodestra alla vittoria?
“Sicuramente Bucci aveva due elementi di forza, un radicamento che poi abbiamo visto essere meno forte del previsto a Genova e poi questo tratto civico che ha un po’ fermato le potenziali schermaglie o tensioni che potevano esistere nel centrodestra, è stato un punto di equilibrio che ha evitato una discussione che avrebbe potuto deflagrare, quindi più che per la sua performance che comunque c’è stata, credo che sia stato prezioso per il centrodestra per evitare una sorta di cavalleria rusticana che, a mio avviso, è solo rinviata”.

Genova è contendibile sulla base dei dati alle urne?
“Sicuramente Genova è una sfida che si apre subito, che dobbiamo giocare subito e mi auguro che lo si possa fare con la stessa determinazione, ma con più successo di quello che abbiamo avuto a livello regionale. I numeri sono da questo punto di vista molto incoraggianti e fanno anche un po’ giustizia di una narrazione di un modello Genova che era tutto luccichii. Da questo punto di vista voglio dire che il presidente Bucci, lo chiamo così, mi sono congratulato con lui personalmente, perde a Genova e vince grazie all’apporto determinante del centrodestra di Imperia e del residuo dell’armata totiana. Spero che queste due ipoteche non condizionino eccessivamente le scelte della regione prossima ventura”.

L’affluenza non ha raggiunto il 50%? Questo ha pesato negativamente?
“Io penso un’affluenza sotto il 50% sia un danno per la democrazia al di là di chi lo subisce, abbiamo visto che di volta in volta non vanno a votare pezzi del centrosinistra o pezzi del centrodestra , il problema fondamentale è che quando meno della metà degli elettori va al voto seppure con l’attenuante del maltempo in alcune province, è un campanello d’allarme per tutti noi abbiamo fatto una campagna elettorale che era molto tarata sul tema della partecipazione, abbiamo provato a rivolgerci a parti di società che spesso sono state a casa durante le passate tornate elettorali, però è chiaro che c’è una sfida enorme per la democrazia che rischia di diventare un elemento di malattia della democrazia”

Il Pd incassa un 30% delle preferenze e questo potrebbe indicare la strada per indirizzare la coalizione in futuro?
“Il Pd ha avuto un grande risultato ma anche la coalizione ha avuto un grande risultato se pensiamo che alle scorse regionali ci separavano 17 punti dal centrodestra e oggi meno di uno, si dice ma anche alle Europee eravate davanti, ma le Europee sono sempre un’altra partita, anche alle Europee del 2019 lo scarto era minimo e poi alle Regionali abbiamo avuto un colpo molto forte, poi come ho spesso ricordato, talvolta sbagliando il numero, la destra governa tre capoluoghi su quattro in questa regione e i sindaci contano. Io, consigli a Elly Schlein non li do, e se li devo dare non li do in una conferenza stampa, però penso piuttosto che pensare a una sorta di rivendicazione della leadership che passi soltanto dalla porta dei numeri dobbiamo provare a trovare il luogo e il modo di farlo nascere da un progetto”.

Pesante, in negativo per la coalizione di centrosinistra, il dato imperiese. Cosa avete sbagliato?
“Non credo di aver sbagliato niente ho fatto un progetto rivolto a tutta la Liguria e nella provincia di Imperia resiste un forte radicamento di un pezzo del centrodestra, non credo di aver sottovalutato quel dato”.

Il Movimento 5 Stelle non va oltre un 5% delle preferenze. E’ stato un problema?
“Il calo di una forza alleata è sempre un problema, come risolverlo credo che competa al M5s discuterne e affrontarlo. Non credo che si possa risolvere con dei consigli. C’è un percorso che credo che porterà a una costituente e ci auguriamo che questa possa risolversi con successo perché abbiamo bisogno di tutte le forze del centrosinistra in salute”.

In futuro Rifondazione Comunista, che in alleanza con altre forze della sinistra, ha ottenuto quasi un punto percentuale, può essere una risorsa?
“Noi non abbiamo messo un veto su Rifondazione del centrosinistra peraltro a un certo punto Rifondazione comunista aveva manifestato la possibilità di una presenza in coalizione come aveva fatto in altre regioni, poi una discussione molto aspra nel suo gruppo dirigente ha portato a una scelta diversa. Mi auguro che questo risultato induca a una riflessione, credo che Bucci sia stato più contento così”.

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