Colpo di scena

Nuovo Galliera, ennesimo ricorso al Tar: “Il Comune revochi il permesso di costruire”

Italia Nostra inizia una nuova battaglia legale e attacca Orlando: "Atteggiamento omertoso, ci saremmo aspettati posizioni diverse"

Nuovo Galliera

Genova. Ennesimo ricorso al Tar contro il progetto del nuovo ospedale Galliera. Ad annunciarlo è ancora l’associazione Italia Nostra chiedendo stavolta la revoca del permesso di costruire rilasciato all’ente ospedaliero nel Comune di Genova nel dicembre 2021, mai rinnovato e pertanto da ritenere scaduto, secondo gli ambientalisti. Un colpo di scena che arriva a poche settimane dalla firma del decreto che autorizza Inail a spendere 190 milioni di euro per realizzare la struttura e mentre volge al termine una campagna elettorale in cui il tema è stato fonte di imbarazzo nelle fila del centrosinistra.

Italia Nostra continua la sua battaglia pluriennale e io continuerò a fare il possibile perché questo progetto sbagliato non sia realizzato, o meglio, che siano fatti gli interventi giusti – spiega il presidente della sezione genovese Stefano Fera in una conferenza stampa convocata nella sede di piazza Fontane Marose -. Il ricorso è contro il Comune per il rifiuto dichiarare decaduto il permesso di costruire rilasciato al Galliera. Per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano. Chiunque presenti un progetto di qualunque genere è tenuto a rispettare le scadenze. Secondo la normativa il permesso dovrebbe scadere un anno dopo il rilascio, quindi nel 2022, o un anno dopo la gara, che però non è mai stata assegnata. Questa è una specie di norma ad hoc tagliata su misura per le esigenze del Galliera, a noi sembra inammissibile”.

Il nuovo ricorso verrà depositato subito dopo l’elezione del presidente nazionale di Italia Nostra, quindi presumibilmente tra fine ottobre e inizio novembre. A seguire l’associazione sono gli avvocati genovesi Mario Alberto Quaglia e Lorenzo Barabino. Per ora, non essendoci requisiti di urgenza e atti irreversibili da annullare, non saranno avanzate richieste di sospensiva, ma i ricorrenti valutano ulteriori azioni se dovesse cambiare lo scenario. Dopo il via libera al finanziamento Inail, che stravolge tutta l’operazione dal punto di vista delle coperture economiche, entro fine anno dovrebbe essere bandita la gara e nel 2025 si prevede l’inizio dei lavori. A quel punto ci sarebbero le condizioni per invocare lo stop.

La lunga battaglia contro il nuovo Galliera, supportata da associazioni e comitati di cittadini di Carignano è iniziata nel lontano 2009 e il primo ricorso porta la data del 2012. L’ultima pronuncia, nel marzo 2024, è stata quella del Consiglio di Stato che ha ritenuto infondato il ricorso di Italia Nostra al presidente della Repubblica contro la determinazione del Comune relativa alla chiusura della conferenza dei servizi. Tre anni prima, invece, l’ultimo grado della giustizia amministrativa aveva dato ragione ai ricorrenti che si erano opposti alla riforma del decreto di vincolo indiretto a tutela dell’area dell’ospedale Galliera e delle aree circostanti, ma l’ente aveva tirato dritto con la procedura di gara, andata poi deserta.

Ma la notizia del ricorso è destinata a scuotere le ultime ore di campagna elettorale. L’architetto Fera tira le orecchie ad Andrea Orlando: “Ci saremmo aspettati prese di posizione diverse dai candidati. È uno dei progetti più impattanti e devastanti della città, invece assistiamo a silenzio assordante e atteggiamento omertoso. Questo progetto avrebbe dovuto distinguere i due antagonisti, in realtà li accomuna”. A esprimersi nettamente contro il nuovo Galliera, smentendo direttamente Orlando, era stato Ferruccio Sansa, dopodiché l’ex ministro si era affrettato a precisare che “la realizzazione di un ospedale che è già stato finanziato e autorizzato da amministrazioni comunali non è nella potestà di un presidente della Regione Liguria chiunque esso sia”. Alla conferenza stampa si è presentato solo Daniele Severini, candidato del Movimento 5 Stelle alle regionali: “Sono molto dispiaciuto e la penso come voi. Faccio parte di una coalizione in cui mi aspettavo una differenziazione, dovrebbe esserci una posizione chiara e inequivocabile”.

La posizione di Italia Nostra, invece, è rimasta la stessa: “Questo è un progetto urbanisticamente e architettonicamente sbagliato, che va contro il volere della duchessa di Galliera e qualsiasi logica a favore della sanità pubblica. È il solito favore alle lobby dei costruttori e della sanità, che ormai viaggiano di pari passo”, accusa Fera. Nel mirino c’è soprattutto la riduzione dei posti letto (dagli attuali 418 ai 404 dichiarati dal progetto) ma non solo: “Da dono perpetuo per la cura degli infermi si va verso un ospedale in affitto – sintetizza Paola Panzera, portavoce del comitato di Carignano -. Il business plan si regge sulle visite in intramoenia e sulle camere date a uso singolo ai pazienti con accompagnatore. Si vorrebbero demolire alcuni gioielli di architettura industriale col placet della Soprintendenza che ha vincolato solo i vecchi bracci, liberando il resto”.

Restano inoltre tutte le perplessità dal punto di vista ambientale: “Si prevede di scavare una gigantesca collina di cemento grande 188mila metri cubi, con 20mila viaggi di camion necessari per portare via il materiale. Dipendenti e degenti non avranno più il parcheggio. Come può funzionare un ospedale in quelle condizioni?”. Vengono ricordati anche anche il taglio di “707 tra alberi e arbusti” e “un cantiere grande come tre campi da calcio che durerà cinque anni, salvo ritardi”.

Italia Nostra punta il dito anche sugli aspetti finanziari dell’operazione, sebbene non siano oggetto del nuovo ricorso: “Nel decreto firmato si parla di 190 milioni, ma chi e come li ha determinati – si chiede Ermete Bogetti, ex presidente della sezione di Genova della Corte dei conti -? Per 15 anni il Galliera dovrebbe pagare all’Inail un canone di 5 milioni all’anno, per un totale di 75 milioni, poi può riscattarlo con 80 milioni di euro. Quindi Inail ci rimetterebbe 35 milioni più i costi generati dall’inflazione e gli interessi? Sarebbe un’operazione in perdita“. E ancora: “Chi paga i 5 milioni all’anno? Il Galliera ha i conti in rosso, il riscatto lo dovrebbe pagare la sanità pubblica e la Regione ha un deficit mostruoso. Cosa succederà dei finanziamenti che il Galliera ha già avuto, 43 milioni per il nuovo ospedale e il mutuo da 75 milioni contratto con la Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa?”.

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