Genova. Il pennello di levante non può essere spostato. Questa è in sintesi la risposta alle tante osservazioni depositate presso gli uffici ministeriali nei mesi scorsi a proposito del progetto della nuova marina di Pegli presentato dalla Società Bagni Castelluccio srl e che prevede la costruzione di un nuovo porticciolo turistico sulla parte di litorale compreso tra il Castelluccio e i capo del Risveglio.
Il progetto prevede la costruzione di un nuovo molo e una vera e propria banchina con strada e parcheggi al posto dell’attuale massicciata che sostiene la ferrovia. A destare perplessità è stato fin da subito la dimensione e la posizione del molo, la cui ubicazione sarebbe prevista a ridosso della scogliera del Risveglio, tombando parte di una approdo-spiaggia ancora esistente. E proprio questo pennello ad essere finito al centro delle osservazioni arrivate in merito anche dagli uffici tecnici di Regione Liguria e del Ministero della Cultura.
In questi giorni sono state presentate le contro osservazioni, arricchite da nuovi dettagli progettuali: “Riconsiderando la possibilità di uno spostamento del molo verso ponente – si legge negli allegati – del quale il progetto ha comunque previsto una riduzione sia in merito al sedime che allo sviluppo, la progettazione ha rivalutato anche l’ubicazione proposta mettendo in evidenza come essa possa essere interpretata quale punto qualificante il progetto, in particolare in merito al raccordo con Via Zaccaria. Lo sviluppo della rampa, la possibilità di collocare al di sotto di essa i locali tecnici, la creazione del volume in ipogeo, sulla cui copertura realizzare un belvedere collegato con gli spazi destinati al pubblico a livello banchina, consentono di collegare in modo graduale Via Zaccaria e l’area portuale con la conseguente integrazione delle nuove opere nel contesto circostante e il miglioramento della situazione esistente aprendo, di fatto, al pubblico aree che oggi risultano interdette”.
Tutela del paesaggio?
Lo studio dell’alternativa di spostare più a ponente il molo è stato, quindi, di fatto bocciato perchè “non consentirebbe un collegamento graduale con Via Zaccaria, in quanto la morfologia dei luoghi è fortemente enfatizzata dalla giacitura della massicciata ferroviaria per cui il raccordo non potrebbe avvenire se non attraverso la realizzazione di alti muri di sostegno proprio a discapito della qualità del paesaggio”.
Nella relazione, inoltre, i progettisti “smontano” anche il valore paesaggistico della zona che sarà tombata: “Nella realtà tale area si presenta come un rimessaggio di barche di pescatori completamente cementato e munito di scivolo per la messa in acqua dei piccoli natanti – si legge nella relazione accompagnata da foto – La pavimentazione in cemento di quest’area si protende fin verso gli scogli emersi, fra i quali è possibile osservare anche una tubazione presumibilmente fognaria. L’unico effettivo residuo di spiaggia rimasto è un piccolissimo anfratto ai piedi degli edifici a mare di Via Zaccaria, anch’esso utilizzato quale ricovero per piccole imbarcazioni”.
Anche lo sviluppo del progetto nei pressi del fortilizio del Castelluccio – quello che oramai ne rimane – è stato ripreso in considerazione: “Gli ulteriori approfondimenti della progettazione, a seguito delle osservazioni ricevute, hanno portato ad una evoluzione dell’intervento in progetto mediante la riduzione dello spessore del solaio del ballatoio e ad un contestuale incremento del verde con sistemazioni a parete lungo tutto lo sviluppo del muraglione esistente alla base del fabbricato – si legge nei documenti – Tali opere saranno realizzate al fine di aprire al pubblico il bene vincolato per le quali c’è la volontà di richiedere la partecipazione ai fondi messi a disposizione dal Ministero”.
La presenza del relitto fantasma
Resta aperta, invece, la questione relativa alle indagini archeologiche preventive, richieste dal ministero. Secondo gli studi archeologici sulla zona, infatti, ci sarebbero notizie della presenza mai precisamente ubicata, di una antica imbarcazione romana
“E’ noto, come fatto rilevare dalla preposta Soprintendenza, che l’area a mare oggetto di intervento sia ad elevato rischio di impatto archeologico – si legge nella relazione – con particolare riferimento allo specchio di mare tra la linea di costa e lo scoglio della Pria Pula interessato dalla realizzazione del molo a levante, ove si suppone sia presente il relitto di una nave oneraria del II-I sec. a.C“.
Per questo motivo l’indagine archeologica sarebbe stata già affidata a “professionististi archeologici subacquei qualificati che, al momento, hanno già fornito Relazione di Verifica Preventiva dell’interesse archeologico e sono in attesa di potersi immergere al fine di eseguire ulteriori specifiche indagini volte a stabilire l’effettivo stato dei luoghi e, di conseguenza, l’impatto archeologico del progettato molo”. Nel frattempo, con la pubblicazione del nuovo materiale, sono ripartiti i termini per le nuove eventuali osservazioni, la cui finestra utile per il deposito previsto di 60 giorni è partita dallo scorso 25 ottobre.
La replica della Castelluccio Srl
A seguito dell’articolo di Genova24 in cui veniva dato aggiornamento sulla pratica in corso per la valutazione di impatto ambientale del progetto della nuova Marina di Pegli, la Castelluccio srl, proponente dell’opera, manda alcune precisazioni in merito, che pubblichiamo integralmente.
“Il modo di Levante rimarrà, come -già- da progetto definitivo depositato- immutato, al fine di garantire la protezione e sicurezza delle 647 imbarcazioni, che saranno all’ormeggio. Non verrà toccata ovvero non si interverrà, ovviamente, sulla massicciata che sostiene la ferrovia (…). Il molo di levante, non “raggiungerà” la spiaggia del Risveglio; la Bagni Castelluccio S.p.A., riqualificherà l’intera area, ivi compreso il degrado oggi presente presso la predetta spiaggia”
“Il “paesaggio” viene e verrà tutelato, ancora di più con la nuova riconversione, riordinando l’intero litorale oggetto di progettazione, fino all’intersezione con la rotonda di Pra. Non vi sarà alcun tombinamento cementizio, se non la concretizzazione di una marina per la “nautica sociale”, con la costruzione di una nuova strada carrozzabile -nonchè ciclabile e pedonale- che unirà la passeggiata di Pegli a quella di Pra’”.
“Riguardo alla supposta ed sostenuta presenza dei resti di una antica nave romana nello specchio acqueo oggetto di intervento, la Bagni Castelluccio S.p.A., ha già svolto le indagini archeologiche preliminari con esito negativo, ed adotterà tutte le misure necessarie che verranno richieste a termini di legge, per l’espletamento di ulteriori indagini, al momento in cui saranno richieste e/o saranno da svolgere”
“In ultimo, si precisa che, la riconversione riguarderà anche la riqualificazione concreta del Castelluccio, monumento vincolato. Si precisa perentoriamente che l’intera opera è interamente finanziata da privati, per un valore complessivo di opere di oltre 22 milioni di euro e che pur essendo nella disponibilità, non verranno richiesti fondi messi a disposizione dal Ministero e/o da altri Enti statali”.