Genova. Una libreria, una caffetteria, un “salotto” in cui ritrovarsi per scambiare quattro chiacchiere, una biblioteca, una galleria d’arte, una casa editrice: sono le tante anime di Librìdo, lo spazio che dal 2020 Milena Antonucci gestisce in piazza dei Truogoli di Santa Brigida per ricavare un punto di incontro e “ristoro per corpo, spirito e mente”. Il nome, non a caso, richiama la sua natura mutevole e piena di sfaccettature, la stessa che anima la sua proprietaria. Che adesso è in difficoltà, perché le spese per portare avanti il progetto sono tante e le entrate decisamente meno.
È anche per questo che Antonucci ha deciso di lanciare una raccolta firme su Change.org, chiedendo un supporto per rivolgersi direttamente al Comune e appellandosi anche a “figure professionali in grado di indirizzarmi e seguirmi nel labirinto di leggi e burocrazia, o a chi sappia di luoghi associativi che sarebbero adatti a questa realtà che, devo dire, in poco tempo si è fatta ben conoscere e ben volere non solo a Genova”.
Antonucci spiega che il locale in cui sorge Librìdo è di proprietà del Comune di Genova, uno dei tanti fondi riassegnati tramite bando per riqualificare e ripopolare il centro storico. Antonucci ha presentato un progetto, il progetto è stato approvato ed è riuscita a dare vita a un luogo di aggregazione culturale, obiettivo primario, che ospita concerti, letteratura, teatro, corsi, presentazione di libri, esposizione di opere, incontri di psicoterapia e molto altro, e che “svolge prevalentemente una funzione di ristoro sociale”. Sulla carta però è un’attività commerciale, e come tale ha bisogno di entrate per scongiurare il rischio chiusura a fronte di spese sempre più elevate.
“Il Comune ha previsto l’esclusiva apertura di un’attività commerciale per il locale sede dell’attività – spiega Antonucci – Come agevolazione, il Comune ha posto il canone d’affitto gratuito, agevolazione ancora in essere, ma le spese per i lavori strutturali necessari all’ottenimento della licenza, nonché attrezzature e arredi, sono stati completamente a carico mio”.
Per tenere in piedi questa realtà giovane, animata dal desiderio di diventare presidio e punto di riferimento in una delle piazzette più caratteristiche di un tormentato centro storico, Antonucci prova a rivolgersi direttamente al Comune di Genova: se non è possibile agevolarla dal punto di vista economico, “quantomeno che venga trovato un luogo altro, a carattere associativo, per la sopravvivenza di questa realtà che crea, svolge e diffonde prevalentemente cultura, punto di riferimento per i creativi genovesi e non solo. Non da ultimo, che ne venga riconosciuto il valore, non solo monetario”.
“Non sono una commerciante, non sono un’imprenditrice, anche se indosso queste vesti – ha scritto Antonucci sui social – si tratta di un abito che mi fa sentire a disagio, perché non comprendo questo mondo a tratti davvero mostruoso. Sono un’autrice, una traduttrice, una voce, una mente creativa, un vivaio d’idee, e ho bisogno di una vita che mi mantenga in contatto con ciò che mi appassiona, per trasmettere agli altri il mio modo, personalissimo, di intendere la bellezza e di fare, con questo, del bene”.
La raccolta firme, oltre che online, è disponibile in formato cartaceo anche nella sede di Librìdo. Nel frattempo online stanno arrivando decine di commenti a sostegno del progetto: “‘Librìdo è importante, è cultura e tutte le persone che lo frequentano hanno l’attitudine all’amicizia, che, nel mondo, tra le persone, si sta perdendo ma è ciò che crea legami. Ne abbiamo bisogno”. E ancora: “Librìdo è un posto che non ce n’è a Genova, e ci siamo sempre trovati benissimo in tutte le iniziative fatte, grazie a Milena e alla sua profonda simpatia e disponibilità, una grande bellezza“.