Genova. Venerdì 4 ottobre alle 17.30 il Comune di Genova e il municipio Centro Est invitano i cittadini del Lagaccio a partecipare – nei locali della parrocchia – a un’assemblea pubblica sul piano di rigenerazione che l’amministrazione ha in mente per il quartiere: un appuntamento atteso da tempo durante il quale non si potrà non parlare anche della discussa funivia tra Principe e Forte Begato e al quale, però, i comitati No Funivia rispondono con un flash-mob il giorno successivo, sabato, proprio presso il cantiere propedeutico dell’impianto, davanti alla Stazione Marittima.
Il masterplan Lagaccio, che Genova24 vi ha raccontato in anteprima mesi fa, prevede una serie di interventi su strade e verde urbano che dovrebbe favorire il rilancio della zona. Non un “risarcimento” per l’impatto della funivia, nella volontà del Comune, ma un completamento di un’operazione di riqualificazione complessiva.
Nelle ultime settimane il Comune, insieme all’Università di Genova, ha portato avanti un’indagine sociologica per raccogliere le esigenze del quartiere. Indagine che i comitati e gli ambientalisti hanno bollato come maquillage per nascondere una sostanziale mancanza di coinvolgimento diretto nei processi decisionali.
Venerdì, nel pieno di un periodo di campagna elettorale, l’amministrazione torna al Lagaccio con l’obiettivo di presentare la strategia per “rendere il quartiere una vetrina di Genova”, aveva detto il vicesindaco Pietro Piciocchi tempo fa in una commissione consiliare a Tursi.
L’assenza di momenti pubblici è stata da sempre una delle critiche avanzate dai comitati che, però, difficilmente prenderanno parte all’appuntamento di venerdì. Piuttosto il gruppo informale “Con i piedi per terra” e gli attivisti di Legambiente Polis hanno lanciato un appello ai cittadini affinché partecipino, sabato 5 ottobre dalle 10 alle 12 a una protesta “creativa” davanti al cantiere in via Bersaglieri d’Italia, di fronte all’uscita della metro di Principe.
I manifestanti vogliono trasformare il cantiere in uno “spazio di partecipazione attiva per ribadire il no a un’opera inutile che impatterà soprattutto sui quartieri di Lagaccio, Oregina, San Teodoro e Granarolo, ma anche sul resto della città”.
“L’allestimento-performance sarà un momento collettivo per raccontare due anni e mezzo di resistenza attraverso articoli, immagini e volti di chi è stato al nostro fianco e di chi vorrà metterci la faccia – dice Irene Sanguineti, di Legambiente Polis – Invitiamo chiunque voglia partecipare a portare il proprio contributo e a lasciare un segno visibile sul cantiere”.
Per partecipare al flash-mob si dovrà portare una propria foto con scritto #facciaAfacciaNofunivia oppure mandarla per mail a legambiente.polis@gmail.com. “Sarà anche l’occasione, per chi lo desidera, di sostenere la battaglia legale con una donazione”, dicono dai comitati. Ricordiamo che sull’opera pendono ancora quattro ricorsi al Tar – la prima udienza è fissata a maggio 2025 – a seguito del parere favorevole, anche se con prescrizioni, al progetto espresso dalla Soprintendenza speciale per il Pnrr.
Nel frattempo i costruttori della funivia, il raggruppamento di imprese Doppelmayr-Collini hanno presentato il progetto definitivo dell’impianto, con le integrazioni e modifiche legate proprio alle prescrizioni della sovrintendenza. Le immagini e le specifiche non sono mai, a oggi, state presentate in un incontro pubblico del Comune con i cittadini. L’iter prevede dunque ancora l’approvazione di un progetto esecutivo.
Oggi in parlamento il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha riferito che il Comune di Genova ha trasferito il 23 settembre all’Ansfisa, l’autorità nazionale sulla sicurezza dei trasporti, il progetto per una valutazione. La commissione incaricata è in fase di costituzione e ad ogni modo, ha detto Salvini, il responso dovrà arrivare “entro 150 giorni dall’apertura della pratica”. Dopo questo passaggio sarà possibile procedere alla progettazione esecutiva.
Ricordiamo che, trattandosi di un’opera finanziata con i fondi complementari al Pnrr, 40,5 milioni ricavati dal fondi per il rilancio del sistema dei forti, i lavori dovranno essere conclusi entro l’inizio del 2026.