Genova. Tra gli abitanti del quartiere c’è chi lo chiama Mose, come la grande opera lagunare che salva Venezia dall’acqua alta. In realtà il sistema usato a Fegino è molto più semplice: una barriera mobile che dovrebbe bloccare via Borzoli sotto l’arcata del ponte ferroviario per salvare la parte bassa dalle alluvioni. Stanotte il rio Fegino è esondato, per fortuna senza gravi conseguenze, ma quella barriera non è entrata minimamente in funzione.
“Com’è possibile che non sia stata attivata?“, si chiedono da ore i residenti della zona, che più volte negli ultimi tempi è stata sommersa dal fango e che da sette anni convive coi disagi dei cantieri per la messa in sicurezza di quel corso d’acqua che passa vicino alle case prima di tuffarsi nel Polcevera.
A rispondere è l’assessore alla Protezione civile Sergio Gambino: “La manovra di chiusura dura parecchi minuti e i tempi di esondazione del rio Fegino sono talmente rapidi che sarebbe impossibile per i nostri volontari operare in sicurezza. È un cancello molto pesante, va movimentato da due-tre persone, non c’è il tempo materiale per farlo in corso di evento”. Per non parlare delle auto costantemente parcheggiate davanti – come si evince dallo storico di immagini di Google Street View – che ne impedirebbero in ogni caso la rotazione.
Ma allora a cosa serve quel sistema? “Può essere chiuso in maniera preventiva in determinate condizioni, ad esempio in caso di allerta rossa o precipitazioni certe. Ma questo significa bloccare una strada anche in assenza di precipitazioni”. E se il rio sta per esondare, com’è accaduto stanotte? “Alle 4 la zona era presidiata dalla polizia locale, le pattuglie chiuso subito la strada per impedire il passaggio“.
La barriera, installata nel 2020 dopo l’alluvione che mise in ginocchio residenti e attività economiche l’anno prima, è stata pensata dalla direzione Opere idrauliche di Tursi come soluzione provvisoria in attesa dell’ultimo lotto dei lavori di messa in sicurezza del rio Fegino, di cui è previsto l’abbassamento dell’alveo e il rinforzo con nuovi argini di cemento. I cittadini hanno chiesto al Comune un’assemblea pubblica per illustrare il progetto, ma non hanno ancora ricevuto risposta.
Intanto il Movimento 5 Stelle va all’attacco col coordinatore provinciale e candidato alle regionali Stefano Giordano: “Il sindaco di Genova si dimentica di fare il sindaco di Genova. L’esondazione del rio Fegino ne è la conferma. Ci riporta indietro nel tempo e mette a nudo l’incapacità dell’attuale amministrazione di assicurare la manutenzione ordinaria e straordinaria dei rii genovesi. La notizia positiva è che non ci sono feriti, però i danni sono ingenti. Ma d’altronde, la destra genovese va avanti di tapullo in tapullo, e poi ha la faccia tosta di annunciarli come grandi opere del fare. La verità però è sotto gli occhi di tutti. E si chiama: incuria e gestione fallimentare”. E aggiunge: “Le scuole, poi, nel dubbio si chiudono prima: chi non vive collegato a internet o non ha mezzi per essere costantemente informato, magari non sa che alle 4 del mattino il Centro operativo comunale ha disposto la chiusura di tutte le scuole di ordine e grado”.