Ambiente

Regionali, Orlando: “Sulle energie rinnovabili sono pronto a sfidare qualunque comitato”

L'ex ministro durante il dibattito di Genova24: "Necessarie per abbassare i costi, ma non si possono fare 50 pale eoliche nello stesso posto". Ecco le posizioni degli altri candidati

Generico ottobre 2024

Genova. “Nel mio programma c’è l’idea di una reindustrializzazione sostenibile della Liguria, ma può realizzarsi solo con un abbassamento del costo dell’energia e il costo si abbassa facendo le rinnovabili. Sono disponibile a sfidare qualunque comitato“. Mentre in Sardegna la governatrice pentastellata Alessandra Todde blocca per 18 mesi i nuovi impianti di produzione da fonti rinnovabili per fermare l’assalto delle pale eoliche, in Liguria il candidato del centrosinistra Andrea Orlando, incalzato durante il dibattito di Genova24 e Ivg all’Acquario, si dice pronto a impegnarsi sul fronte green a costo di scontrarsi col territorio.

“Naturalmente ci vuole una programmazione perché non puoi fare cinquanta pale eoliche nello stesso posto – specifica l’ex ministro dell’Ambiente -. Il piano regionale energetico risale al 2011, quando le tecnologie erano completamente diverse. Sicuramente le aree interne possono realizzare più idroelettrico, sicuramente più fotovoltaico nelle aree industriali, sicuramente si può lavorare sull’energia delle maree. C’è tanto da fare”. Nel suo programma Orlando parla anche di eolico offshore, cioè in mare.

La Liguria è l’ultima regione italiana per quota di consumo di energia da fonti rinnovabili, appena il 9,1% secondo i dati del Gse riferiti al 2022. La dashboard di Terna certifica inoltre che siamo fanalino di coda in Italia per produzione da fonti pulite: ben l’88,3% è termoelettrico, quota record a livello nazionale.

Negli scorsi mesi ha sollevato un polverone il progetto del parco eolico Imperia Monti Moro e Guardiabella della potenza complessiva di 198,4 MW, in tutto 32 generatori da realizzare in un’ampia fascia di entroterra che comprende Aurigo, Borgomaro, Castellaro, Cipressa, Dolcedo, Pietrabruna, Pieve di Teco, Prelà, Rezzo con strada di accesso in San Lorenzo al Mare e Costarainera. Le carte sono al ministero dell’Ambiente per la valutazione di impatto ambientale. Ma intanto praticamente tutti si sono opposti, dall’assessore regionale Marco Scajola al Parco delle Alpi Liguri, passando per Confcommercio e Ordine degli architetti.

Cosa dicono gli altri candidati? “Siamo d’accordo ad aumentare l’energia da fonti rinnovabili, però ci vuole il Governo, gli investimenti devono essere di alta portata – osserva Marco Bucci -. Le rinnovabili fatte dai privati non sono sufficienti a incidere sul bilancio energetico totale. Le altre Regioni, dove le percentuali sono più alte, hanno avuto investimenti statali maggiori”.

Nicola Morra di Uniti per la Costituzione punta sulle comunità energetiche: “Mentre noi parliamo, in Italia abbiamo il costo dell’energia elettrica più alta d’Europa. Siamo disposti a concorrere con la logica del cofinanziamento per le zone dell’entroterra, dove gli ingegneri ambientali avranno individuato zone con insolazione insufficiente, per far partire piccole comunità energetiche: questo significa permettere a giovani coppie e imprenditori di rimanere sul territorio”.

La sinistra più radicale pone l’accento sulla gestione pubblica dell’energia: “È la cosa principale per non correre il rischio di avere costi aberranti – sostiene Nicola Rollando di Per l’Alternativa -. Le comunità locali devono essere incentivate dal fatto di avere energia a basso costo, se non gratis. È chiaro che il parco eolico di Imperia per noi è negativo, ci vuole un ragionamento armonico che metta insieme le biomasse, l’eolico, le maree e il poco idroelettrico che abbiamo. Ma il privato non fa altro che speculare”. Marco Ferrando del Partito Comunista dei Lavoratori aggiunge: “Il coinvolgimento delle popolazioni interessate è assolutamente fondamentale. Comunque non se ne esce senza una programmazione nazionale e un investimento concentrato di risorse. Il mercato non porta alle rinnovabili.

“Abbiamo bisogno di sburocratizzare – spiega Maria Antonietta Cella, ex sindaca di Santo Stefano d’Aveto e candidata del Partito Popolare del Nord -. Il problema di fondo è avere un progetto e farlo passare attraverso tutte le autorizzazioni necessarie. In passato abbiamo messo pannelli fotovoltaici sul tetto del comune, quindi non abbiamo costruito nessuna nuova infrastruttura, e abbiamo aspettato otto mesi. Le pale eoliche? A Varese ci sono, in Olanda coltivano i tulipani sotto e fanno anche paesaggio: fatte bene sono un’opportunità”.

“È semplice parlare di pale eoliche, ma dove le mettiamo? Non possiamo rovinare aree importanti dal punto di vista turistico per avere un beneficio nettamente inferiori”, osserva Alessandro Rosson di Indipendenza.

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