Genova. All’indomani della vittoria alle regionali, dopo aver dormito “alla grande”, Marco Bucci non si sbilancia ancora sul secondo dato di queste elezioni, la sua personale sconfitta nella città che amministra.
“Non ho ancora fatto l’analisi del voto. Qualcuno ha scritto che i genovesi non mi hanno perdonato il fatto di non fare più il sindaco e abbandonare la città, però non ci credo – commenta coi giornalisti all’uscita della prefettura -. La città non l’abbandoniamo, anzi lavoreremo con ancora più grinta per Genova e la Liguria, senza distinzione”. Poi ribadisce il punto sollevato ieri sera: “Certamente ci sarà un effetto legato ai cantieri che provocano disagi e danno fastidio, però sono cose necessarie che dobbiamo fare. Vedremo, faremo l’analisi quartiere per quartiere”. Anche sull’astensione risponde che “bisogna capire i motivi veri, non è così facile come sembra”.
I dati definitivi, che abbiamo analizzato qui, evidenziano un quadro piuttosto chiaro: nel Levante cittadino e sull’asse Manin-San Vincenzo-Carignano il centrodestra è ancora largamente maggioritario, mentre il resto della città ha voltato le spalle all’amministrazione in carica. Un ribaltone diffuso che sembra prescindere dai singoli temi locali legati a opere e cantieri. Potrebbe aver pesato l’inchiesta su Toti? “Io non commento, la lascio commentare agli altri”, insiste Bucci.
Ancora per qualche giorno il presidente eletto della Regione dovrà fare il sindaco di Genova: “Le procedure non sono velocissime, non è questione di 24 ore. Bisogna che il tribunale dichiari l’elezione e che ci sia la decadenza. Queste cose andranno avanti almeno per una settimana. Tanto non è che non ho niente da fare”, sorride. Al suo posto subentrerà il vicesindaco Pietro Piciocchi, dopodiché si andrà a nuove elezioni nel 2025: “Saranno a maggio o giugno”, dice Bucci, anche se esiste l’ipotesi di un voto anticipato.