Meccanismi

Elezioni comunali a Genova, cosa succede con Bucci eletto presidente della Regione

Il sindaco non si dimette ma decade, questo rende il vice Piciocchi una facente funzione con pieni poteri. Il voto alla prima finestra utile, insieme ad altri Comuni della Liguria

bucci piciocchi

Genova. Ma adesso cosa succede a Genova? E’ la domanda che si sono posti in tanti nelle ultime ore, dopo la vittoria di Marco Bucci alle Regionali. Il Tuel, testo unico degli enti locali, e le altre normative in materia, stabilisce la non compatibilità tra l’incarico di sindaco e quello di presidente della Regione.

Questa incompatibilità verrà notificata con una delibera nel consiglio comunale non di giovedì 31 ottobre ma in quello successivo, martedì 5 novembre, perché dovrà avvenire dopo la proclamazione di Bucci da parte della Corte d’Appello ed è probabile che questo non avvenga in tempo per la primissima seduta a Tursi.

Nella seduta successiva Marco Bucci, salvo poco probabili colpi di scena, dichiarerà la propria accettazione del ruolo di presidente della Regione e quindi non si dimetterà (cosa che porterebbe a un commissariamento) ma decadrà dal ruolo di sindaco.

Bucci non si dimette ma decade, Piciocchi facente funzione

La differenza tra dimissioni e decadenza è cruciale. In caso di dimissioni sarebbe nominato un commissario reggente il Comune. In caso di decadenza, la legge consente al vice sindaco di assumere un ruolo di “facente funzione” con pieni poteri (indennità di funzione compresa), quindi anche la facoltà di nominare nuovi assessori o assegnare deleghe.

Nel caso di Genova il vice sindaco facente funzione sarà, come noto, Pietro Piciocchi, che si troverà a dover riassegnare le deleghe di Matteo Campora, assessore all’Ambiente, Mobilità e Rifiuti eletto con la lista Vince Liguria (e in odore di assessorato in Regione) e quelle dello stesso Bucci, che aveva in mano, ad esempio, la Cultura.

“La mia intenzione è quella di non tenere le deleghe per me ma fare entrare in giunta due figure valide – dice Pietro Piciocchi – potrebbe esserci un’attribuzione diretta delle deleghe vacanti alle due nuove figure o anche una redistribuzione delle deleghe all’interno della giunta, non un vero e proprio rimpasto, ma è prematuro parlarne ora”.

Due nuovi assessori “al più presto”

Prematuro, forse, ma non “presto”. La volontà del vicesindaco – che è stato dato da molti come candidato in pectore del centrodestra alle future comunali e che si è messo a disposizione in tal senso – è di rendere il Comune pienamente operativo nel più breve tempo possibile.

Anche in chiave elettorale futura l’impressione di un Comune di Genova in stand by a causa dell’elezione a De Ferrari di Bucci farebbe in tutto e per tutto il gioco del centrosinistra che, nel capoluogo ligure, ha segnato di fatto una vittoria.

Elezioni comunali a Genova: quando?

Un altro aspetto da chiarire è quello sul “quando” Genova andrà al voto per le elezioni comunali. Teoricamente non c’è un periodo limite entro il quale il vice sindaco non può più svolgere le funzioni del sindaco decaduto ma la legge stabilisce che le elezioni si debbano svolgere alla prima finestra utile in modo da accorpare più elezioni e non sperperare denaro pubblico.

In Liguria la prima finestra utile sarebbe quella legata al rinnovo dei Comuni andati al voto il 20 settembre 2020 scorso e quindi si parlerebbe della primavera 2025: le date possibili potrebbero essere nei fine settimana dal 4-5 maggio con eventuale ballottaggio il 18 maggio e 19 maggio fino all’8-9 giugno con ballottaggio il 22-23, escludendo le date che renderebbero obbligatorio andare alle urne il 2 giugno.

In questo caso il consiglio comunale dovrebbe sciogliersi intorno ad aprile, con un mese di anticipo rispetto alle elezioni.

Nelle ultime ore è circolata anche l’ipotesi – al momento senza conferme – di una finestra elettorale più vicina rispetto a queste previsioni, intorno al mese di marzo. Un’ipotesi che obbligherebbe le coalizioni a una vera e propria corsa al candidato, da individuare o da confermare.

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