Genova. “Contemperando la sentenza, bisogna riuscire a fare in modo che non si fermino i traffici e ovviamente salvaguardare le 600 famiglie che lavorano sul terminal. Oltretutto quella sentenza del Consiglio di Stato può aprire anche altre situazioni al di fuori del porto di Genova. Noi abbiamo molti porti in Italia che non hanno neanche il piano regolatore o criteri di piano regolatore diversi da un’Autorità portuale all’altra, quindi ci sono preoccupazioni anche che vanno oltre il singolo caso“.
È forte l’apprensione del viceministro dei Trasporti Edoardo Rixi al termine dell’incontro in prefettura coi vertici del Gruppo Spinelli e l’Autorità portuale all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato che accoglie il ricorso della società che gestisce il Sech e di fatto annulla la concessione per il Genoa Port Terminal. Il motivo? Secondo il piano regolatore portuale del 2001, in quegli spazi il traffico dev’essere in prevalenza multipurpose, non solo container.
Intanto il gruppo presieduto oggi da Sommariva ha annunciato che chiederà la revoca della sentenza del Consiglio di Stato per “errori di fatto” e proporrà un ricorso in Cassazione “per violazione dell’articolo 111 della Costituzione in ordine al requisito minimo di motivazione”. La società ha richiesto al ministero “un immediato intervento al fine di garantire la difesa dei posti di lavoro e la continuità operativa, del Terminal, a garanzia dei traffici. La piena operatività del Terminal è stata altresì comunicata a tutte le compagnie di navigazione interessate”.
Rixi ha chiesto all’Autorità portuale di attivare immediatamente un tavolo tecnico “per trovare una soluzione che garantisca la continuità dei traffici commerciali e del lavoro portuale”. Perché, osserva ancora il viceministro, “con l’indotto parliamo di oltre mille persone interessate e in più stiamo parlando di uno dei terminal che oggi fanno più traffico in rapporti ai metri quadri rispetto a al sistema portuale genovese. È l’Autorità portuale che in qualche maniera rischia di essere stata inadempiente rispetto all’istituzione di un bando che, secondo il Consiglio di Stato, aveva dei punti non espressi in maniera chiara”.
“La preoccupazione è dare sia agli investitori stranieri, Hapag Lloyd in questo caso che fa parte del gruppo, sia a tutti gli investitori che sono presenti sugli scali una certezza di diritto. Stiamo parlando di una pratica iniziata nel 2016 con Pettorino, stiamo recuperando anche tutte le documentazioni che si sono state sedimentate – prosegue Rixi -. Sarà compito dei due commissari andare a gestire questa situazione di non facilissima risoluzione all’interno di un perimetro che è tracciato dal Consiglio di Stato”.
Quello di Genova rischia di essere un precedente con conseguenze clamorose per altri scali. “Io mi auguro tutti capiscano che l’esigenza di questo porto e di questo Paese è di aumentare la logistica e di avere operazioni di pianificazione che vengano concordate a livello nazionale – commenta ancora il viceministro -. Ripeto, questa sentenza può aprire a una serie di controversie infinite in tutti gli scali italiani, quindi non vorrei che da scali che fanno traffico diventassero approvvigionamento per avvocati particolarmente rapidi a istruire delle pratiche. È difficile avere un territorio nazionale in cui in ogni singola Autorità portuale vigono valutazioni differenti e quindi poi le leggi dello Stato rischiano di influenzare in maniera differente”.
Anche i sindacati Filt, Fit e Uiltrasporti Genova e Liguria esprimono forte preoccupazione: “Sorgono interrogativi importanti sulle conseguenze per il gruppo che si riflettono sull’equilibrio occupazionale e quindi su tutti i lavoratori del Gruppo– spiegano Enrico Poggi, Mauro Scognamillo, Roberto Gulli, segretari generali delle sigle di categoria -. Chiediamo con urgenza un confronto con la direzione del Gruppo Spinelli e con l’Autorità di Sistema Portuale per discutere gli impatti della sentenza. Esprimiamo anche un forte rammarico per non essere stati convocati oggi. Siamo venuti a conoscenza tramite gli organi di stampa che si è svolto un incontro: ci sono di mezzo i lavoratori e le loro famiglie, quindi riteniamo che sia grave non aver coinvolto le rappresentanze dei lavoratori”. I sindacati “auspicano che il futuro del porto e delle sue infrastrutture sia costruito non solo sul profitto, ma anche sulla salvaguardia dell’occupazione e della sicurezza dei lavoratori, valori che devono essere centrali in ogni iniziativa di sviluppo”.