Genova. Gli studenti dell’Università di Genova avranno a disposizione circa 500 nuovi posti letto nei prossimi due anni. E dove non arriveranno i fondi pubblici potranno arrivare i privati che vorranno mettere a disposizione appartamenti e stanze in affitto attraverso un apposito portale.
Lo ha annunciato il rettore Federico Delfino, facendo il punto su un’emergenza – quella abitativa, appunto – che l’ateneo deve affrontare per soddisfare una richiesta crescente e già in deficit.
I posti letto effettivi e quelli che mancano
Qualche numero: a oggi sono circa 34.000 gli studenti iscritti all’Università di Genova, l’11% dei quali stranieri (e si punta a farli crescere nei prossimi anni per contrastare l’invecchiamento demografico e il conseguente fisiologico calo di iscritti). Si tratta di poco più di 3.500 studenti che arrivano dall’estero, cui si aggiungono quelli che vengono da fuori regione, altri 3.500 circa. In totale sono 7.000 studenti che hanno bisogno di trovare accoglienza, e un luogo in cui vivere, in città.
“Una grande sfida”, ha detto Delfino, che in occasione della presentazione dei nuovi servizi offerti agli studenti ha fatto il punto della situazione sugli studentati. A oggi è Aliseo a gestirli (insieme con le mense), per un totale di 1.000 posti letto, perennemente occupati. In questi posti rientrano anche quelli per i borsisti, ovvero per gli studenti che hanno difficoltà economiche e fanno richiesta di alloggio, e che nel 2023 erano 2.000. Un trend, quello per cui domanda e offerta non corrispondono, che si trascina ormai da anni, e cui l’Università ha cercato di fare fronte con strategie diverse.
La prima è quella dei fondi pubblici per progettare nuovi studentati. A gennaio 2024 è arrivato il via libera al finanziamento per due progetti importanti, quello dell’Albergo dei Poveri e quello dell’ex Magistero di corso Montegrappa. Nell’ala est dell’Albergo dei Poveri, che nelle intenzioni di UniGe diventerà il focus del futuro grande campus universitario cittadino (zona Balbi-centro storico-Darsena) ci saranno circa 100 posti letto; nell’ex Magistero (sino a luglio occupato, per dieci anni, dal Buridda) ne sorgeranno invece 70. In totale 15 milioni di euro per due cantieri che dovranno partire entro la fine del 2024.
Si fa ora presto a fare i calcoli: 100 circa nell’ala est dell’Albergo dei Poveri, 70 nell’ex Magistero, cui nel 2025 si aggiungeranno i 320 dell’ex clinica chirurgica del San Martino. In totale 500 posti nuovi posti letto, che riuscirebbero a soddisfare la metà delle richieste attualmente in eccesso da parte dei borsisti (sempre che non aumentino). Il problema però ha dimensioni decisamente più ampie, alla luce dei 7.000 già citati studenti che arrivano da fuori regione e da fuori Italia. Secondo il Ministero – che a febbraio ha fatto una ricognizione – sarebbero in realtà quasi 10.000 i posti letto necessari.
Cerco Alloggio, il portale che mette in contatto proprietari di appartamenti e studenti
Alla luce di numeri così elevati, l’Università ha chiamato in causa i privati e avviato una procedura per individuare un soggetto che facesse da tramite tra proprietari di appartamenti da affittare e studenti. Ed è qui che entra in scena Oma, società che già in altre città universitarie ha attivato il portale Cerco Alloggio. Già attivo, ma annunciato soltanto a inizio settembre, il sito mostra appartamenti e camere in affitto a disposizione degli studenti e consente di prendere contatti con i proprietari. È accessibile e visibile a tutti, ma consentirà di avviare la locazione soltanto a chi è in possesso delle credenziali da studente UniGe.
Al 2 settembre erano una trentina gli alloggi a disposizione, con costi che vanno da 150 euro al mese per una stanza a Rivarolo (spese incluse) a 1.300 al mese per un intero appartamento con tre camere da letto in corso Martinetti. L’obiettivo è far crescere l’offerta attraverso una campagna informativa per privati e agenzie, e dare indicazioni agli studenti attraverso un punto di contatto in piazza della Nunziata.
“Abbiamo come obiettivo arrivare a 700 posti letto, dal secondo anno di attivazione si prevede l’aggiunta di 50 per ciascuna delle altre province liguri – ha detto Delfino – ma ne dobbiamo trovare 7.000 per soddisfare la richiesta attuale, e altri ancora se vogliamo portare più studenti a Genova. Oggi la nostra università ha prestazioni molto buone dal punto di vista dell’attività formativa e scientifica, come testimoniano gli enti preposti alle valutazioni, ma deve crescere sull’offerta dei servizi, necessari in una città universitaria. È quello che gli studenti cercano. In questo senso vanno anche la Mobility Card e la Student Card”.
“Dobbiamo facilitare la presenza di giovani nella nostra regione, è fondamentale per dare un futuro al territorio alla luce dell’invecchiamento demografico – ha concluso il rettore – Si stima che nel Nord Italia, nei prossimi dieci anni, gli studenti iscritti caleranno del 10%. Dobbiamo mettere in atto azioni che possano ovviare a questo calo naturale di studenti italiani, che si tratti della digitalizzazione per andare incontro a chi lavora a percorsi che meglio ci connettano con l’estero”.