Genova. Nasce all’Università di Genova il primo percorso al mondo di specializzazione accademica sui cavi sottomarini in fibra ottica, un master di secondo livello erogato dalla Scuola Politecnica in collaborazione con Sparkle, primo operatore del settore in Italia che ha già fatto del capoluogo ligure il principale hub per le autostrade digitali, e la SubOptic Foundation. È quanto prevede l’accordo firmato oggi in via Balbi dal rettore Federico Delfino, dall’amministratore delegato Enrico Bagnasco e da Jayne Stowell, componente del consiglio dell’organizzazione filantropica.
Negli ultimi anni Genova sta diventando la via preferenziale in Europa per nuovi cavi sottomarini alla ricerca di un accesso diversificato rispetto a Marsiglia e quindi un nuovo snodo per il traffico tra Africa, Medio Oriente, Asia ed Europa. A Genova approda BlueMed, il nuovo cavo sottomarino proprietario di Sparkle, parte integrante del progetto Blue & Raman Submarine Cable Systems lanciato in collaborazione con Google e altri operatori e che collegherà l’Italia con l’India, diventando la principale autostrada dei dati tra Asia ed Europa. All’interno ci sono 20 fibre ottiche, ciascuna delle quali può trasportare 18 terabit, il doppio di ciò che entra ed esce ogni giorno dall’Italia. A Genova Sparkle ha già inaugurato la Landing Platform in grado di accogliere otto cavi. Da qui, attraverso una rete di tunnel sotterranei, i cavi arrivati dal mare raggiungono l’hub di Genova Lagaccio, struttura di colocation aperta e neutrale.
“Genova sarà un nodo centrale dell’infrastruttura internet del futuro – spiega Bagnasco, ad di Sparkle -. L’idea del master nacque quando facemmo a Genova l’evento di approdo del cavo a febbraio 2023. Ocorrono competenze ingegneristiche, tecnologiche, ma anche di leggi, regolamenti, permessi, tematiche ambientali. C’è una generale carenza di figure legate al mondo tecnologico. Sui cavi sottomarini si introducono altri elementi: il mare stesso, i fondali, gli elementi biologici. Pensiamo di essere nel posto giusto per avviare un percorso di generazione di talenti e competenze”.
Non è ancora chiaro quanti posti saranno a disposizione e non c’è ancora una stima delle ricadute occupazionali su Genova nei prossimi anni, ma le prospettive sono molto promettenti. “Auspichiamo che il master possa diventare un momento formativo ricorrente, ma l’accordo porterà anche iniziative di ricerca, come dottorati specifici – commenta il rettore Delfino -. Sui cavi sottomarini passa il 98% delle comunicazioni mondiali. I fondali del Mediterraneo sono relativamente bassi, quindi accessibili, con problematiche di sicurezza”.
L’attività didattica del master, coordinata dall’Università di Genova, si avvarrà anche del contributo di professionisti esperti provenienti da Sparkle e da altre aziende del settore e avrà una forte impronta internazionale anche grazie al contributo di SubOptic, associazione che confederando gli attori globali del settore – aziende che operano, producono, installano e manutengono – ha tra i suoi obiettivi quello di formare e attrarre giovani talenti nel comparto industriale.
“Quando lavoravo a Google, dove sono stata 16 anni, abbiamo posato a Genova il cavo Blue Med e Blue Raman. È successo un anno e mezzo fa in collaborazione con Sparkle – ricorda Jayne Stowell, componente del consiglio della SubOptic Foundation -. Il sindaco Bucci chiese di saperne di più e dopo che abbiamo parlato ha detto: voglio un programma di cavi sottomarini, voglio che Genova sia il centro del mondo per le comunicazioni sottomarine e la formazione. Ed è ciò che stiamo avviando oggi”.