Genova. L’Università di Genova aderisce alla campagna lanciata da UniTrento contro ogni forma di discriminazione tra le mura dell’ateneo. Si chiama #finiscequi, e ha come obiettivo stimolare una riflessione sul linguaggio e rifiutare formalmente ogni affermazione lesiva basata su genere, etnia, orientamento sessuale, identità di genere, disabilità, età e religione.
La campagna è finalizzata a promuovere la possibilità di rivolgersi alla consulente di fiducia, al comitato per le pari opportunità o al comitato unico di garanzia per segnalazioni di molestie e discriminazioni o semplicemente per un confronto. Nelle sedi di UniGe e sui social sono già stati diffusi i manifesti che riportano alcune dele frasi comuni che a una prima lettura appaiono neutre e inoffensive, ma che contestualizzate e specificate svelano discriminazioni, esclusioni, molestie. Frasi che possono causare disagio, escludere, discriminare, emarginare.
Tra quelle che compaiono sui manifesti ci sono “Signorina vorrei parlare con l’avvocato”, e ancora “Mi ha detto che sono carina, un vero tesoro”, e poi “Mi ha detto che parlo bene l’italiano” e “Dice che ho ancora motivazione sul lavoro”.
«L’università è una comunità, un’istituzione vocata alla formazione delle nuove generazioni – spiegano dall’Ateneo – alla ricerca, alla conoscenza e al benessere lavorativo, un luogo in cui il contrasto a ogni forma di discriminazione, il rispetto delle differenze e l’accoglienza devono trovare casa. UniGe condanna le molestie, le discriminazioni e le esclusioni ed è al fianco di chi le ha subite e le subisce».