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Tunnel subportuale, terminata la demolizione del capannone Csm: si prepara lo scavo per la talpa fotogallery

Questo primo intervento permetterà lo spostamento della linea ferroviaria portuale e farà spazio all'imboccatura di ponente della galleria

Genova. E’ stata ultimata la demolizione del capannone Csm situato fino a pochi giorni fa praticamente sotto la Lanterna di Genova e che vedrà al suo posto la costruzione dell’imbocco di ponente del tunnel subportuale oltre che un riassetto della logistica portuale di treni e camion. Demolizione che ha dato il via ai lavori della grande galleria sottomarina che, secondo le previsioni, sarà operativa nel 2029, con un costo di oltre 1.2 miliardi di euro

I lavori sono stati illustrati questa mattina dall’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia  al sindaco di Genova e commissario per l’opera Marco Bucci – candidato presidente di Regione Liguria – e a Edoardo Rixi, viceministro di Infrastrutture e Trasporti (e capolista per la Lega). La demolizione del grande edificio permetterà lo spostamento della linea ferroviaria che collega il porto con il nodo genovese e garantirà lo spazio necessario per la realizzazione dello scavo che consentirà alla talpa di iniziare il suo lavoro sotterraneo.

“Il progetto prevede l’allontanamento del traffico vicino alle case, l’interramento dei flussi di traffico in entrata e uscita dal porto e in particolare verrà demolita la parte di sopraelevata intorno alla Lanterna lato mare – ha sottolineato Rixi – ridando le condizioni originarie alla Lanterna e ricucendo quella barriera che si è creata tra Dinegro e Sampierdarena e l’area della Lanterna che oggi è appunto inaccessibile”. “Sarà un bellissimo ingresso in città – commenta Bucci – prima di entrare nel tunnel chi arriverà dall’autostrada potrà vedere il parco, progettato in linea con il disegno di Renzo Piano, con lo fondo della Lanterna di Genova”.

L’occasione ha permesso di affrontare temi anche più delicati, legati al caos esploso con l’inchiesta sulla corruzione che ha di fatto messo in discussione la gestione delle concessioni delle banchine e i progetti dei futuri tombamenti. E’ di pochi giorni fa la notizia della richiesta di Aspi di poter stoccare le terre di scavo del tunnel nell’area ex carbonile, “occupata” da Spinelli in questi anni ma che pggi è tornata disponibile. Il passaggio non dovrebbe però comportare ritardi: “Crediamo che tutte le aree dovranno essere utilizzate in maniera razionale, quindi nel tempo dovranno esserci le varie autorizzazioni – ha sottolineato Rixi – La situazione che si è creata sul porto di Genova è una situazione di tensione che ha rallentato molti permessi, ma stiamo cercando di tenere tutti i cantieri aperti perché Genova ha sofferto già tanti ritardi in passato e non può permettersi altri ritardi. Si andrà avanti, si cercheranno soluzioni. Il problema non è che ci siano imprevisti, ma che devono essere affrontati. In caso si potrebbero anticipare i riempimenti di alcuni cassoni col materiale. Stiamo lavorando a tutti i possibili piani alternativi condividendoli col ministero dell’Ambiente e i dipartimenti regionali”.

Il riutilizzo delle terre di scavo dei tanti cantieri operativi e prossimi è un tema si intreccia con tutti i grandi progetti che riguardano la nostra città, dal tunnel subportuale alla gronda, dalla diga al collegamento della A12 con la Fontanabuona: “Stiamo cercando di creare un sistema di economia circolare, Genova sarà il primo esempio a livello nazionale e uno dei più importanti a livello europeo – ha concluso Rixi – Movimentare migliaia di camion per portare in cava il materiale e poi portare migliaia di tonnellate di materiale dalle cave per fare i riempimenti in porto vorrebbe dire un enorme impatto ambientale e problemi logistici che causerebbero moltissimi danni e molte emissioni di CO2”.

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