Genova. Il tribunale di Genova ha condannato a oltre 97 anni di carcere 12 persone accusate di avere importato grossi quantitativi di droga dall’estero in Liguria.
Il pubblico ministero Federico Manotti, della direzione distrettuale antimafia, aveva chiesto in totale 110 anni di reclusione. Nelle scorse settimane era già stato condannato a 18 anni Abdelghani Bei Aloua, marocchino di 42 anni, considerato dagli investigatori il boss del cartello di narcotrafficanti che importavano hashish e cocaina da Spagna e Olanda verso la Liguria e la Toscana.
Tra gli imputati anche un ultrà del Genoa e nome noto della gradinata Nord, Davide Masala (conosciuto come Davidino) a cui il tribunale ha comminato una pena di otto anni e 8 mesi. Masala a maggio era stato assolto, insieme a tutti gli imputati, nel processo agli ultrà per le presunte estorsioni al club rossoblù, ma la procura ha impugnato in appello.
Il gruppo, secondo l’accusa, era organizzato e ognuno aveva il suo ruolo: c’erano i corrieri, dotati di telefoni criptati per non farsi intercettare, i “custodi” della droga e poi i pusher. Gli investigatori avevano scoperto l’importazione di oltre 350 chili di hashish dalla Spagna e di oltre 10 chili di cocaina dall’Olanda.
Le condanna più alte (10 anni) sono state inflitte a Francesco De Masi, originario di Reggio Calabria, e Mariyan Manolov, bulgaro. Nove anni per Elena Ussi. Nel corso delle indagini sono state sequestrate anche una pistola semiautomatica Beretta calibro 7.65 e varie cartucce oltre a un caricatore.
Sequestrati anche 147 mila euro in contanti, di cui 58 mila al solo Masala. E, ancora, nove criptofonini con le relative sim per non farsi intercettare e tre veicoli con doppio fondo.