Spettacolo

“Sei gradi”, a Villa Bombrini narrazione e musica si intrecciano dal 19 al 22 settembre

Torna il format di live performance ideato da Fondazione Entroterre e ispirato alla trasmissione cult di Radio3

Generico settembre 2024

Genova. Dal 19 al 22 settembre 2024, alle 21.00 l’elegante Villa Durazzo Bombrini ad ospitare a Genova una nuova edizione di Sei gradi, il format di live performance ideato da Fondazione Entroterre e ispirato alla trasmissione cult di Radio3 Rai condotta da Luca Damiani.

Con la sua formula originale di spettacolo, che combina narrazione e musica dal vivo, musiche e musicisti lontani nel tempo, nello spazio e nei generi dialogano tra loro sulla rotta delle 6 tappe che congiunge tra loro – secondo la celebre teoria elaborata negli anni ‘30 del Novecento dallo scrittore ungherese Frigyes Karinthy – ogni essere vivente sul pianeta.

Ospiti delle quattro serate, i pianisti Danilo Rea (domenica 22), Enrico Pieranunzi (giovedì 19), Rita Marcotulli (sabato 21) e il cantante e attore Peppe Servillo, accompagnato dal chitarrista Cristiano Califano (venerdì 20).

Il progetto Sei Gradi ha un respiro nazionale: è, infatti, in corso in questi giorni anche in due località di Roma Capitale. A Genova il format è realizzato con il contributo del ministero della Cultura e del Comune di Genova, in collaborazione con il Louisiana Jazz Club.

Il progetto nasce dalla convinzione che la musica in contesti specifici può essere un potente strumento di conoscenza del proprio territorio. Artisti di rilievo nazionale e internazionale, noti per la loro sensibilità e capacità di sperimentazione musicale, sono chiamati a tradurre in un repertorio musicale, rappresentativo delle diverse esperienze, le suggestioni culturali, raccolte in una fase preliminare dal pubblico del Louisiana Jazz Club. Durante gli eventi dal vivo, Luca Damiani esplora assieme a loro le connessioni musicali tra i brani eseguiti e i temi dell’identità territoriale emerse. La sua conduzione vuole arricchire l’esperienza del pubblico, tessendo un filo narrativo che unisce le diverse performance in un racconto sorprendente e coinvolgente.

“Nel 1929 lo scrittore ungherese Frigyes Karinthy ha immaginato una teoria secondo la quale è possibile unire chiunque con chiunque altro su questo pianeta attraverso una catena al massimo di sei conoscenze”, spiega Luca Damiani, che è anche direttore artistico di Entroterre Festival. “Sei Gradi è diventato uno spettacolo teatrale del 1990, un film, 6 gradi di separazione di Fred Schepisi nel 1993 e, più di recente, un programma di Radio3 Rai in cui attraverso una serie di legami e di punti in comune si fanno dialogare musiche e musicisti lontani nel tempo, nello spazio e nei generi. Ora è al centro di un format di live performance ideato da Fondazione Entroterre: una dimensione particolarmente stimolante entro cui condurre la mia ricerca che è prima di tutto, per il pubblico come per me, una scoperta”.

Giovedì 19 si parte con l‘eclettismo di Enrico Pieranunzi, la cui musica è stata descritta come capace di dare “voce al desiderio di superamento del confine interpretativo” in cui egli “si prende la libertà di interpretare se stesso”. Classe, eleganza, immaginazione sono gli ingredienti di un’esperienza sonora che riesce a catturare appassionati e non di ogni genere musicale. Un mondo musicale intenso e personalissimo quello di Pieranunzi, musicista tra i più versatili della scena musicale europea, nella cui particolarissima avventura sonora blues, barocco, jazz, classica e molto altro convivono fin dall’inizio uno a fianco all’altra.

Si prosegue venerdì 20 con il cantante e attore Peppe Servillo e il chitarrista Cristiano Califano. Nel sodalizio nato nel 2019, a sua volta scaturito da un breve contatto avvenuto ben dieci anni prima, i due artisti hanno esplorato sonorità e tematiche vicine al loro vissuto e alla loro terra, in produzioni come Il resto della settimana, Napulitanata e Marcovaldo ovvero Le stagioni in città.

Sabato 21 è la volta della compositrice e pianista Rita Marcotulli, le cui note raccontano storie, si lasciano ispirare dalla vita di tutti i giorni, dalla natura, dalle esperienze, dalla musica dei diversi colori del mondo. Un viaggio immaginario in cui composizioni originali, omaggi al cinema e ad autori popolari come Modugno e Pino Daniele si mischiano a improvvisazioni suggerite dalle emozioni del momento.

È Danilo Rea, uno dei pianisti jazz italiani più apprezzati al mondo, che domenica 22 conclude la rassegna musicale. Il pianista romano trova in un incontro così pensato il momento ideale per dare forma al proprio universo espressivo e al suo talento naturale per l’improvvisazione: le idee che convergono nelle performance sono delle più varie, dai capisaldi del jazz, passando per le canzoni italiane, fino alle arie d’opera.

Così, con il suo talento capace di spaziare su qualunque repertorio, la sua sensibilità musicale, il suo estro gentile e la sua forza creativa, Danilo plasma la melodia schiudendo le porte a infinite possibilità che si aprono agli ascoltatori. Uno show dinamico in cui l’improvvisazione è protagonista, proiettando gli spettatori in un mondo le cui strade sono ancora tutte da scoprire. “Io – precisa l’artista romano – improvviso sempre durante i concerti, odio avere una scaletta. Nulla è già deciso: per me un concerto è come un salto in un mondo che ti si apre strada facendo. È un po’ come raccontare una storia, cercando di costruirla parola dopo parola, e trovando spunti per reinventarla ancora, sempre viaggiando melodicamente sul filo dei ricordi comuni”.

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